L’ampliamento del quartier generale di Cascina (in provincia di Pisa) e l’espansione sul fronte dell‘automazione robotica sono la dimostrazione della vitalità di quella che può essere considerata una delle aziende più rilevanti del panorama toscano e non solo: Bacci.
Distante tanto dai “colossi” del settore, quanto dalle piccole o piccolissime realtà, la Paolino Bacci ha dimostrato come un marchio profondamente italiano ma con sguardo prevalentemente internazionale possa essere competitivo in un mercato ormai globalizzato. Un approccio glocal, potremmo dire.
Il punto di forza della Bacci non è solo la sua storia ultra centenaria (102 anni di attività mai interrotta per questa azienda fondata nel 1918). Se ripercorriamo le scelte aziendali degli ultimi tre decenni, salta agli occhi un dinamismo non comune: nel 1991 la creazione di Bacci Meccanica; nel 2000 la costruzione del nuovo stabilimento; nel 2006 la filiale tecnico-commerciale Bacci China; nel 2008 l’acquisizione di Veneta Macchine; la nascita di Bacci America nel 2014; infine, la creazione di Bacci Automation nel 2017.
Non potevamo perdere l’occasione offertaci da questo “Focus Toscana” per andare a trovarli e fare il punto della situazione.
Quali novità per questo inizio di decennio?
“Innanzitutto, l’ampliamento della nostra fabbrica in Toscana ci consente di concludere i festeggiamenti del centenario, anche se con un pizzico di ritardo”, ci racconta Paolo Bacci, esponente della quarta generazione della famiglia Bacci. “Stiamo parlando di oltre 4.500 metri quadrati, che si aggiungono agli attuali 4mila già in uso. Questo nuovo complesso, che di fatto raddoppia abbondantemente l’area destinata alla costruzione delle nostre macchine, ci ha permesso di rivedere integralmente il lay-out del ciclo produttivo, nonché di ottenere lo spazio per uno show-room capace di ospitare quasi tutte le nostre tecnologie. Un ambiente dove poter organizzare “open day” o dimostrazioni per clienti, tecnici e dealer.
Con il nuovo stabilimento abbiamo anche deciso di implementare linee di montaggio “lean” sia per gli assi “y” delle nostre macchine, sia per le teste operatrici. Avremo inoltre un’area dedicata all’integrazione tra le soluzioni robotizzate di Bacci Automation e le nostre macchine.
Il rinnovo della struttura non si è però limitato al comparto produttivo: anche gli uffici sono stati ampliati. Ci siamo dimensionati per crescere, aumentando lo spazio a disposizione sia del service e software che dell’ufficio commerciale. Questo perché siamo convinti che gli investimenti vadano effettuati con una programmazione ed una visione svincolate dell’andamento momentaneo del mercato. Abbiamo sempre seguito un nostro cronoprogramma di politica aziendale e così continueremo a fare.”
Parliamo di automazione: l’acquisizione di FA Robot e la sua evoluzione in Bacci Automation ha aperto un capitolo nuovo della vostra storia…
“Indubbiamente. Qualche anno fa abbiamo scelto di “portarci in casa” l’automazione robotizzata, acquisendo integralmente un’azienda che aveva un alto know how in materia. Questo ci ha consentito da una parte di gestire in modo diretto l’asservimento dei robot antropomorfi alle nostre macchine, dall’altra di collaborare con altri tipi di industria o con altri produttori di macchine per la lavorazione del legno. Col tempo abbiamo poi fatto una importante scoperta: l’automazione tramite robot e cobot non è necessariamente appannaggio di grandi linee di produzione, al contrario si adatta ottimamente anche su macchine e impianti di taglia più contenuta. Quello che stiamo dicendo oggi al mercato è che anche realtà produttive medie, o addirittura medio-piccole, possono dotarsi di tecnologie robotiche, migliorando così la loro produttività, qualità e flessibilità”.
… tecnologie che vi hanno condotto ad una collaborazione con Biesse.
“Sì, nel 2019 Bacci Automation e Biesse group hanno presentato al mercato alcune soluzioni con integrazione totale tra macchine e robot. Abbiamo inoltre sviluppato (e svilupperemo) insieme a Biesse celle automatizzate a partire da esigenze specifiche della clientela. La potenzialità dei sistemi robotizzati è tale da permetterci di immaginare sin da ora una gamma di applicazioni e interazioni virtualmente infinita. Credo che questa partnership ci offra un valore strategico rilevante, dato che consente di lavorare con mercati diversi da quello del solid wood, e di farlo affiancandoci ad uno dei marchi più importanti del settore.”
Ci sono progetti specifici in quest’area?
“Continueremo a investire in modo considerevole in Bacci Automation, la cui sede rimarrà a Pradamano, in un contesto industriale vivace. Proprio perché l’azienda ha una netta vocazione all’export, preferiamo tenerla nella sua collocazione originaria, il Friuli, un territorio strategico perché vicino tanto ai mercati nazionali quanto a quelli mitteleuropei. Senza contare che proprio in Friuli, a Manzano, si trova uno dei mercati più importanti per i centri di lavoro Bacci, il cosiddetto “distretto della sedia”, dove possediamo circa l’80% del market share. A Pradamano facciamo innovazione e sviluppiamo alcune delle nostre soluzioni a più alto contenuto tecnologico, sfruttando un efficace network di competenze. Posso anche anticiparle che una parte degli investimenti saranno destinati a una nuova sede, perché anche lì c’è bisogno di nuovi spazi per potersi sviluppare e crescere”.
La Toscana resta comunque nei vostri cuori…
“La Toscana è la nostra terra, una regione dove non mancano le eccellenze, per quanto non esista più un vero e proprio distretto del mobile, fatte salve alcune splendide realtà note in tutto il mondo. È però da decenni, dall’intuizione di mio nonno Giuseppe Bacci negli anni ‘50, che guardiamo lontano: prima verso il Friuli, dove – come già detto – abbiamo sviluppato una delle nostre più forti esperienze; poi verso il mondo intero, commercializzando le nostre macchine nei cinque continenti. Amare la Toscana non significa esserne dipendenti; lo dimostrano le energie che abbiamo messo nelle nostre esperienze negli Stati Uniti e in Cina, paese quest’ultimo dove siamo arrivati più di quindici anni fa proponendo, fra i primi, centri di lavoro a cinque assi per il massiccio. Una scelta pionieristica, che ci ha permesso di crearci un nome che ancora oggi, nonostante la competizione sia notevolmente aumentata, è un punto di riferimento. Il fatto, poi, di essere in Cina con prodotti non facilmente imitabili ci offre un ulteriore vantaggio, in un mercato che oggi rappresenta uno dei principali punti di riferimento per la nostra azienda. Negli Stati Uniti invece siamo atterrati negli anni Settanta e per oltre 30 anni abbiamo lavorato attraverso degli importatori. Nel 2014 abbiamo aperto la nostra filiale, sulla scorta delle richieste di un mercato interessato a soluzioni tecnologiche avanzate e flessibili, batch one.”
E il futuro?
“Sappiamo che è indispensabile muoversi in modo efficace su più livelli. Per quanto concerne il prodotto faremo sempre innovazione, andando innanzitutto verso soluzioni che integrino macchina e automazione, soprattutto nella lavorazione del massiccio. Il legno massiccio, infatti, è e rimane il nostro core business, anche perché si tratta di un segmento che richiede una specializzazione e una conoscenza di cui oggi non sono molti a disporre. Non solo: stiamo perfezionando tecnologie capaci di portarci verso mercati molto specifici come quello degli infissi (le macchine della serie Liner e Jamb sono nate in questa prospettiva) e dei cabinets, applicazione con la quale ci stiamo misurando da alcuni anni con grande soddisfazione, specialmente negli USA. A nostro avviso è indispensabile diversificare, innovare e accrescere la dimensione e la competenza aziendale, sempre nel rispetto di ciò che siamo e della nostra storia. La Paolino Bacci ha radici lontane e profonde e oggi vede me e i miei fratelli Giuseppe e Nino al fianco di nostro padre Agostino. Essere in tre, guardare al futuro sapendo di poter contare l’uno sull’altro, è una grande risorsa. Continueremo a investire in nuovi prodotti, in nuovi mercati, in nuove opportunità. E a costruire macchine e impianti che mirano a diventare un riferimento nei diversi comparti in cui sono vendute”.
A cura di Luca Rossetti