Più che un convegno, un momento di studio e analisi sulle difficoltà dei distretti e in particolare quello della sedia. Così è stato definito in apertura da Roberto Snaidero, presidente di Federlegno-Arredo, organizzatori insieme al Catas, il convegno “Dalla sedia in legno la seduta del futuro” , svoltosi presso il centro congressi di Udine Fiere il 27 settembre scorso.
Hanno partecipato economisti, ma anche architetti e imprenditori per un confronto a 360 gradi. La tappa di Udine avvia un ciclo di incontri che la federazione organizzerà in alcuni dei principali distretti italiani e in particolare in quei territori che risentono in modo più significativo della competizione internazionale.
E’ indubbio che il modello del distretto, anche nelle sedie friulane, stia soffrendo e molti indicatori lo dimostrano: il numero delle impreseattive del distretto della sedia ad esempio è passatoda 1.011 del 2000 a 842 del 2006 e apparentemente sono proprio le imprese distrettuali, se confrontate con quelle della provincia e della regione, a soffrire di più. Ma anche le esportazioni sono in calo: nello stesso arco temporale le esportazioni di mobili della provincia sono scese di circa 300 milioni di euro con un una diminuzione del 30 per cento. Se la produzione italiana di sedie rimane ancora tra i primi tre leader internazionali, dopo Cina e Germania, non mancano segnali negativi e contradditori. Le esportazioni di sedute italiane sono cresciute lo scorso anno (+2,6 per cento per un totale di 612 milioni di euro), ciononostante la nostra quota sul commercio mondiale è scesa perché il mercato mondiale è cresciuto di più della nostra capacità esportativa. Una situazione che continua da alcuni anni e che ha portato da 10 al 6,6 per cento la nostra quota sul mercato mondiale tra il 2000 al 2006.
Lo scopo del convegno è stato quindi quello di analizzare le iniziative e i progetti che stabiliscano una relazione tra la filiera della produzione materiale e quella della produzione immateriale, verificando le potenzialità in materia di promozione e comunicazione della sedia in legno. L’aspetto positivo è che in questo distretto, in difficoltà dal punto di vista congiunturale, sono nate iniziative che, partendo dal territorio, si sono affermate anche a livello internazionale: ad esempio il Salone della Sedia o Catas.
Molti distretti hanno dato vita a manifestazioni fieristiche che potessero rappresentare l’offerta del territorio; quasi sempre queste iniziative hanno perso progressivamente di incisività perché una fiera è efficace e utile per i visitatori solo se diventa l’occasione per conoscere il meglio dell’offerta mondiale, se cioè la fiera diventa un vero e proprio punto di accesso alle rete produttiva internazionale.
I distretti e in particolare il triangolo della sedia saranno ancora centrali per l’economia italiana a patto che non si pensi di competere agendo solo sul lato dei costi. La nuova sfida competitiva però non consiste necessariamente nell’abbandonare la manifattura o la propria specializzazione. Deve però essere diverso l’approccio al mercato, pensare alla sedia in legno non come semplice manufatto ma come prodotto che incorpora dei valori e dei significati: la sedia ecosostenibile, la sedia naturale, la sedia in grado di trasmettere i valori di un territorio che unisce tradizione e innovazione sono solo esempi delle opportunità che si aprono in questa nuova logica.
La sedia del futuro a convegno
ultima modifica: 2007-10-30T00:00:00+00:00
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