Un futuro ancora incerto dopo Interzum e Ligna

Dati e sensazioni diverse raccolte durante le due rassegna, per quanto il pessimismo sia ancora estremamente diffuso. In queste pagine un primo bilancio del “maggio tedesco”, sul quale non mancheremo di tornare nei prossimi numeri di Xylon.

Sgomberiamo subito il campo dicendo che ne avremo molte da dire e raccontare sul questo “maggio tedesco” che, nonostante la pesante situazione economica, è stato indubbiamente un momento molto vivace, ricco di incontri e di eventi di cui non mancheremo di raccontarvi presto.
Ma in queste due pagine – scritte a un pugno di ore dalla chiusura dei cancelli di Ligna, mentre la rivista è praticamente in stampa – ci pare importante darvi i primi dati, i primi numeri a proposito delle edizioni 2009 di Interzum, la biennale delle forniture svoltasi a Colonia dal 13 al 16 maggio scorso, e di Ligna, tenutasi ad Hannover dal 18 al 22.

INTERZUM
Cominciamo da forniture e semilavorati che, a dire il vero, ci hanno indotto a pensare che la nostra lunga trasferta in Germania non sarebbe poi andata così male. E i dati diffusi dagli organizzatori, confermano, sostanzialmente, la nostra impressione: 47mila da 130 Paesi i visitatori (furono 50mila da 137 nazioni nel 2007); 1370 (1.361 nel 2007) gli espositori arrivati da 63 Paesi, con una crescita della superficie espositiva del 5 per cento. Aumenta, dunque, l’interesse degli espositori e al loro disponibilità ad acquisire spazi adeguati a quella che è la più importante rassegna mondiale del semilavorato e della fornitura. Perché – dobbiamo dirlo – a Colonia continua a celebrarsi l’evento più importante, il “must” a cui nessuno può rinunciare.
Non possiamo certamente trascurare il calo sul versante dei visitatori, tremila in meno rispetto a due anni fa, ma non ci pare un dato particolarmente allarmante, tenuto conto della situazione… senza tralasciare che ben il 65 per cento di loro è arrivato a Colonia da oltreconfine, una quota di internazionalità davvero molto forte, a cui si accompagna un altrettanto “importante” 70 per cento degli espositori: Fra quanti proponevano le loro novità a Interzum ben sette su dieci, in altre parole, erano stranieri.
Dati che hanno permesso a Gerald Böse, presidente del consiglio di amministrazione di KoelnMesse, di affermare (non senza una certa enfasi) che “…l’elevata qualificazione dei visitatori e la vasta risonanza internazionale della manifestazione sono una conferma eclatante della funzione di Interzum quale salone leader internazionale. Anche in tempo di crisi gli operatori del settore parteggiano per il loro salone. Proprio nell’attuale contesto segnato dalla crisi economico-finanziaria e congiunturale, nell’anno del suo giubileo (Interzum ha compiuto cinquant’anni, ndr.), la manifestazione ha fornito importanti stimoli a tutti gli operatori del settore e si è opposta all’attuale trend con un segnale chiaro”.
A Interzum, dunque, gli operatori non sono mancati. Ma non è certo da leggere come il ritorno all’Eldorado: dalle nostre conversazioni con espositori e visitatori è emerso chiaramente che la situazione economica è quella che tutti sappiamo. La domanda di mobili e di prodotti finiti è ai minimi storici e, soprattutto dall’inizio dell’anno, ordini e programmi di produzione sono ridotti al lumicino. Soprattutto dai grandi produttori mondiali di ferramenta ci è arrivato un messaggio chiaro: “Da novembre a marzo abbiamo sofferto, ma dai primi di aprile qualche piccolo segnale di ottimismo lo abbiamo registrato, al punto di ritornare ai livelli occupazionali di sempre”.

LIGNA
Il fatto che si acquistino ancora ante o cerniere non significa che sia necessario acquistare nuovi impianti per assemblarle. Anzi… Ed ecco, quindi, quel pizzico di ottimismo conquistato duramente a Colonia venire immediatamente meno una volta giunti ad Hannover. Ad attenderci una edizione evidentemente più “sofferente”, più coinvolta in una situazione di mercato fortemente drammatica. Ne avevamo avuto sentore già durante il viaggio, scambiando le prime impressioni con visitatori ed espositori diretti ad Hannover che ci hanno più volte ribadito la loro preoccupazione per quanto ci attende al rientro dalla pausa estiva. A meno che a Ligna non accadesse un improbabile miracolo.
Che non c’è stato. Per carità, Ligna rimane la più grande ed efficace fiera per la lavorazione del legno, ma in diversi padiglioni abbiamo visto molti “tamponamenti”, spazi che non sono stati utilizzati. Il comunicato ufficiale diffuso al termine della manifestazione parla di 130.152 metri quadrati occupati, contro i 134.583 dichiarati a fine edizione 2007. Un calo che – non se ne abbiano a male ad Hannover – a noi è parso avere dimensioni ben più significative e certamente più vicine a quei 18mila metri quadrati in meno che alcune voci “ufficiose” ci hanno comunicato.
Numeri in discesa anche sul versante espositori: quest’anno sono stati 1.758 da 50 Paesi, contro i 1.879 da 49 Paesi dell’edizione 2007 (edizione, lo precisiamo per completezza di informazione, che fu un vero record sotto tutti i punti di vista).
Dove l’apatia del mercato nei confronti della tecnologia è emersa in tutta la sua preoccupante portata è il versante visitatori che quest’anno sono stati 83mila da 90 Paesi (107mila nel 2007, 96.675 nel 2005). Come e più che a Interzum si è trattato certamente di visitatori di ottima qualità, perché nessuno viene in gita in fiere come questa, ma ciò non è sufficiente a indurci a guardare ai prossimi mesi con occhio più benevolo.

Avremmo voluto scrivere cose diverse. Ci sarebbe piaciuto raccontarvi un’altra storia.
Come già annunciato torneremo ad approfondire l’argomento sul prossimo numero di Xylon, quando pubblicheremo una intervista ad Andreas Zuege, product manager di Ligna, e completeremo il quadro scrivendo dei tanti incontri e conferenze stampa a cui abbiamo partecipato in questo “maggio tedesco”. (l.r.)

Un futuro ancora incerto dopo Interzum e Ligna ultima modifica: 2009-05-28T00:00:00+00:00 da admin