Grande passo avanti nello sviluppo industriale dell’India. Vi è infatti in programma la costruzione di tre impianti per la produzione di mdf che raggiungeranno una capacità complessiva di 270mila metri cubi/giorno, portando l’India nel club dei paesi da “mezzo milione di metri cubi di mdf all’anno”.
L’mdf non è una novità per l’India, anche se finora sono state costruite solo quattro fabbriche – Shirdi Industries, Nuchem ltd, Mangalam Timber e Bajaj Hindustan – con capacità produttive comprese fra i 150 e 265 metri cubi/giorno, per un totale di 1.120 metri cubi/giorno (325mila metri cubi/anno). Il nuovo impianto di Greenply, attualmente in costruzione, raggiungerà, invece, una capacità pari a 600 metri cubi/giorno (180mila metri cubi/anno) e a questo si aggiungeranno le due nuove fabbriche di Balaji Action e Teekays, entrambe con capacità di 150 metri cubi/giorno e con un potenziale complessivo di 90mila metri cubi.
Uno sguardo al passato
L’industria indiana dell’mdf è stata preceduta da una diffusa attività di produzione di pannelli a base legno e da un numero consistente di fabbriche di compensato, a partire dai produttori indiani di pannelli truciolari e di legno duro che vantano una lunga storia iniziata negli anni Cinquanta. Per parlare di mdf bisogna, però, aspettare il 1989, quando “approdò” nel Paese grazie all’impiego di tecnologia e macchinari europei. La maggior parte degli impianti era di modeste dimensioni rispetto a quelli presenti in Europa e Nord America, con capacità compresa fra i 30mila e i 90mila metri cubi all’anno.
Il compensato, prodotto da latifoglie native disponibili in grande quantità, svolse un ruolo storico e fondamentale per lo sviluppo dell’industria indiana dei pannelli e i primi impianti furono installati su iniziativa britannica nelle regioni del nord e nord-est, fra cui spicca lo storico Andaman Islands del 1925 circa.
La fabbricazione di manufatti in legno subì, poi, un duro colpo alla fine degli anni Novanta, quando il governo impose una moratoria sulle attività di raccolta che causò la chiusura di un’ottantina di fabbriche nel nord-est del Paese, rendendo necessaria l’apertura di nuovi impianti vicino ai porti di mare per poter importare il legname (non esistono cifre ufficiali per la produzione annua totale di tutti i tipi di pannelli in India, ndr).
A proposito di Greenply
Il sito della fabbrica mdf di Greenply sorge a Rudrapur, una città a 240 chilometri a est di Nuova Delhi nel nord dell’India e la tecnologia e praticamente tutti gli impianti provengono da fornitori europei. In particolare, i tronchi verranno macinati in un truciolatore a tamburo con alimentazione a caduta di Bruks, mentre i trucioli (ancora con la corteccia) verranno recuperati da un sistema di trasporto fornito da Trasmec, azienda italiana tra i leader nella movimentazione dei materiali. Il raffinatore utilizzato è un “Evo 54/56” di Metso, mentre l’essiccazione avverrà in due fasi in un essiccatoio a gas liquido di Smt (Sunds mdf Technologies), che invierà le fibre al vaglio.
La tedesca Dieffenbacher di Eppingen, poi, costruirà la linea di formazione che sarà seguita da una pressa continua da 28 metri (la prima installazione del genere in India), mentre la linea di scarico sarà alimentata dalle nuove tecnologie di Smt e condurrà a un impianto Lukki per lo stoccaggio temporaneo e a lungo termine.
Una levigatrice a 8 teste della svizzera Steinemann opererà a una velocità di 100-120 m/min, inferiore a quella standard, in quanto i pannelli da 5×5 metri saranno più corti di quelli necessari per giustificare velocità di levigatura superiori, in virtù del ciclo di alimentazione a pannelli singoli.
La finitura superficiale sarà affidata a una linea dell’italiana Giben.
Per quanto riguarda l’impianto termico, invece, verrà utilizzata la caldaia a griglia mobile di Thermax, azienda indiana tra i leader nella fornitura di impianti energetici, che ha sviluppato il progetto sfruttando la propria esperienza nel settore con il supporto del team tecnico di Dieffenbacher. La caldaia sarà alimentata a carbone, scarti agricoli e legno e sarà provvista di sistemi di trattamento fumi esp (electrostatic precipitator), mentre l’impianto energetico userà tecnologia dell’ex team tecnico di Metso energy plant, ora parte del Gruppo Siempelkamp.
Altri fornitori saranno Scheuch per la parte pneumatica, Trasmec e Pal per la movimentazione e il trasporto dei materiali, e Siemens per il plc “S77” e l’interfaccia “Wonderware Intouch”.
Consulente per il progetto è Dave Allen di Auckland, Nuova Zelanda, che vanta un lungo curriculum di impianti mdf in Asia, America Latina, Australia e Nuova Zelanda e che ha commentato questo progetto storico descrivendolo come “… un impianto con una concezione e una tecnologia ultramoderne, realizzato per sfornare 200mila metri cubi all’anno. Questo significa 605 metri cubi/giorno con riferimento a pannelli da 16 mm”.
Le prime consegne degli impianti provenienti da fornitori tedeschi sono giunte in India a partire dallo scorso marzo, con un obiettivo fissato a dicembre 2009 per l’avviamento.
Nel suo intervento al Symposium 2009 di Seattle, Shobhan Mittal, direttore di Greenply, ha fatto riferimento a una quota stimata pari al 20 per cento del mercato indiano per i pannelli di mdf e truciolare. Un’alta percentuale di pannelli verranno sottoposti a lavorazioni a valore aggiunto con l’applicazione di laminati ad alta pressione, rivestimenti decorativi, pellicole in pvc e altri tipi di finiture.
I fornitori di pannelli grezzi hanno quindi a disposizione un ampio ventaglio di applicazioni come in tutto il mondo dell’mdf, alle quali si aggiungono prodotti specifici richiesti dai consumatori indiani: prodotti decorativi e giocattoli, manufatti indiani, articoli sportivi, strumenti scientifici, impianti stereo, tavole, tacchi per scarpe e bilance.
di Ward Williams