Uno dei temi ricorrenti degli ultimi decenni della storia delle macchine e delle tecnologie per la lavorazione del legno è senza dubbio la ridotta dimensione delle nostre aziende. Salvo alcuni casi il tessuto produttivo – per quanto capace di raggiungere livelli di assoluta eccellenza in ogni angolo del mondo – è composto da piccole e medie imprese. Se da una parte ciò significa essere flessibili ed estremamente reattivi, dall’altra pone qualche difficoltà quando si tratta di fare investimenti in ricerca e sviluppo o nella creazione di strutture commerciali e post vendita. È in questi paraggi che si avverte più forte il vantaggio della condivisione.
Se a ciò aggiungiamo le ulteriori fatiche imposte dalla crisi economica mondiale ecco che la notizia che Giben, Masterwood e Viet – aziende di provata esperienza e specializzate in comparti differenti – hanno deciso di lavorare insieme ci è parsa degna di nota. Anzi, un esempio a cui molti dovrebbero o potrebbero guardare con maggiore “disponibilità”. Dunque si apre una pagina in comune – al momento soprattutto su temi commerciali – fra tre aziende che, in realtà, vantano una certa “somiglianza”: tutte e tre vengono da una lunga storia durata oltre cinquant’anni di attività, qualità dei prodotti e grandi capacità operative, oltre – naturalmente – a una forte presenza sui mercati del mondo che è venuto il momento di amplificare ulteriormente.
Ecco, in estrema sintesi, i termini che hanno portato alla decisione di creare WoodTech Alliance, che si pone come obiettivo prioritario la presenza in importanti mercati mondiali nei quali stabilire una presenza nuova o più efficace rispetto al passato, così da poter garantire ai clienti un miglior servizio e – perché no? – una gamma completa di prodotti.
I particolari di questa iniziativa sono stati presentati in occasione della recente open house di Pianoro (Bologna), presso la sede di Giben International, un evento che ha visto il diretto coinvolgimento di Masterwood e Viet. Si tratta, infatti, di una sorta di hause messe itinerante, che sarà di volta in volta ospitata dalle tre realtà che fanno parte della WoodTech Alliance.
A dare il via ai lavori di Pianoro è stato Piergiorgio Benuzzi, ceo di Giben International: “Siamo qui per spiegare quello che secondo noi sarà il prossimo futuro, tracciato da un grossissimo cambiamento organizzativo delle aziende. Questo perché è il mondo che ci circonda a essere cambiato: il sistema delle aziende è mutato e tutto ciò ci porta obbligatoriamente a essere più presenti, più consapevoli del fatto che quello che dovremo affrontare sarà differente. Di natura sono ottimista, ma è inutile negare che stiamo vivendo una grossa recessione provocata dal tracollo della finanza mondiale. Da un certo punto di vista questo potrebbe anche essere un bene, perché potrebbe finalmente convincere i potenti di tutto il mondo che è venuto il momento di cambiare le regole del gioco. Tutto ciò, però, porterà purtroppo a un inevitabile ridimensionamento, dovuto al fatto che in futuro la finanza sarà molto più attenta: i nostri clienti saranno sempre e comunque interessati a dotarsi di nuove tecnologie, ma dovranno fare i conti con un sistema bancario molto più severo.
Il senso di questa riunione è farvi vedere che cosa ci siamo inventati per cercare di essere una valida alternativa a quello che hanno fatto determinati gruppi in questi anni, realtà che hanno raggiunto dimensioni notevoli dimostrando di essere molto potenti e molto capaci. Quello che noi abbiamo cercato di fare è stato semplicemente allearci, metterci insieme”. Una mossa importante questa. Un punto su cui Acimall – l’associazione dei costruttori italiani di macchine e accessori per la lavorazione del legno – sta insistendo ormai da anni, sollecitando le aziende italiane a essere più consapevoli che se non si aumenta di dimensione e non si raggiunge una massa critica sufficiente per poter entrare nei mercati internazionali, rischiano di rivelarsi inutili tutti gli sforzi fatti per cercare di essere bravi e innovatori.
“Alla luce di queste considerazioni – continua Benuzzi – ci siamo messi intorno a un tavolo, ci siamo chiesti se potevamo condividere la risoluzione di alcuni problemi. Ci siamo detti di sì e abbiamo cominciato da sette o otto mesi a portare avanti alcune iniziative in comune. Ognuno di noi ha fatto molte cose in questi ultimi trenta o quarant’anni. Chi ha investito di più in ambito commerciale, chi nella ricerca e sviluppo e chi in altri aspetti. Tutti, però, crediamo ci siano punti importantissimi che non possono essere sottovalutati. Siamo tutte e tre delle aziende specializzate: un fattore determinante perché, a differenza di altri più grandi, noi abbiamo creato, nell’ambito delle nostre linee di prodotto, gamme complete, che vanno dalle macchine più piccole agli impianti più importanti”.
Dove lavorare ancora più intensamente? Sui mercati internazionali, dove poter finalmente far pesare una massa critica tale da poter attivare iniziative indubbiamente più efficaci. “Questo – conclude la sua presentazione Benuzzi – è lo scopo principale. Per ora siamo partiti in tre, poi chissà, magari diventeremo quattro. La WoodTech Alliance è semplicemente questo: non si tratta di una fusione, né di una acquisizione e neppure tantomeno di una joint venture. È solo una alleanza fra tre aziende complementari”.
Tre storie diverse
Giben, Masterwood e Viet. Tre imprese che a un certo punto della loro storia decidono di unirsi in una alleanza forte e con obiettivi perfettamente delineati.
Ma vediamole più da vicino. Giben International – sede principale, come abbiamo già accennato, a Pianoro e quasi 65 anni di storia alle spalle – è nata con la produzione di macchine tradizionali per il legno, ma ben presto ha seguito una vera e propria vocazione, ovvero inventare un modo nuovo di tagliare, sezionare il legno. “Come Giben – spiega ancora Benuzzi – copriamo molti settori dell’industria. Chiaramente quello primario è quello del legno e in particolare dell’industria del mobile, ma siamo anche nel comparto della plastica, dei materiali compositi e delle leghe leggere. Abbiamo un passato prestigioso e questo ci viene riconosciuto da tutti, ma oggi ci troviamo a dover affrontare un mondo che cambia, in cui i confini tra un Paese e l’altro non ci sono più e perciò bisogna stare molto attenti. La nostra mission è quella di essere presenti in un mercato globale, dove vogliamo continuare a essere specialisti e mantenere la qualità dei nostri prodotti. Senza dimenticare che il prossimo futuro non dovrà essere più incentrato solo sulla qualità, ma anche sul prezzo”.
Giben oggi distribuisce in tutto il mondo i suoi prodotti attraverso agenti e rivenditori con il supporto di filiali in Brasile (dove ha anche un oramai storico stabilimento produttivo), Spagna, Canada, Stati Uniti, Australia, Scandinavia e ci sono buone prospettive per la nascita anche di Giben China. Traguardi sicuramente interessanti, soprattutto per quanto riguarda la filiale brasiliana di cui l’azienda è particolarmente orgogliosa, anche per i due riconoscimenti Top Mobile vinti per tre anni consecutivi (2007, 2008, 2009) e che hanno contribuito a creare a Giben la fama di marchio di sezionatrici più noto nel Paese: “Il Brasile è un mercato molto importante”, ha proseguito Benuzzi. “Si svolgeranno lì i mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016 e questo comporterà per il Paese investimenti molto alti, che potrebbero aggirarsi attorno ai 100 miliardi di euro”.
“Il mondo è cambiato, il mondo sta cambiando e spero che questa idea di unire le forze e cercare di percorrere una strada insieme possa essere un’idea vincente per periodi migliori che arriveranno dopo questo momento buio”, è questo il punto di vista di Giancarlo Muti, titolare di Masterwood: sede a Rimini, 150 dipendenti e circa 490 macchine a controllo numerico prodotte solo nel 2008. L’azienda nasce nel 1990 grazie alla fusione di due società storiche nate negli anni Cinquanta: la Muti (specializzata nella produzione di bedanatrici e mortasatrici) e la Zangheri & Boschetti, specializzata nella produzione di foratrici multiple automatiche. “Nel mondo – spiega Gianluca Tichi, responsabile commerciale di Masterwood – abbiamo consegnato più di 6300 macchine a controllo numerico e il nostro fatturato è in crescita: nella graduatoria delle prime cinquanta aziende italiane del settore delle macchine per la lavorazione del legno, Masterwood si colloca all’ottava-nona posizione in termini di fatturato. Vendiamo circa il 20 per cento in Italia, il 50 per cento in Europa e il 30 per cento oltre oceano. All’interno della nostra gamma ci sono due filoni principali: quello delle macchine a controllo numerico per la lavorazione del serramento, della porta e delle scale e quello delle macchine a controllo numerico per la lavorazione del mobile, del pannello. Anche noi, come Giben e Viet, abbiamo una gamma che copre tutti i segmenti del mercato: dalle macchine entry level per un primo investimento, fino a macchine a 4 o 5 assi per grosse produzioni”.
La parola è poi passata a Ettore Vichi, nipote del fondatore di Viet, azienda di Gradara (Pesaro Urbino) nata nel 1953 e specializzata nella produzione di macchine per la calibratura e la levigatura. “Sin dal principio – spiega Vichi – ci siamo presentati come innovatori del settore. Il mercato non ci permette di assopirci e di rallentare il ritmo e per questo negli ultimi cinque anni più che mai stiamo cercando di puntare sull’innovazione e sulle tecnologie. La nostra fetta principale di mercato (il 29 per cento circa) è in Italia, ma vendiamo anche in Francia, Austria, Portogallo, Spagna, Finlandia e molti altri Paesi. E ora confidiamo nella Woodtech Alliance per raggiungere insieme in forza ulteriori aree di mercato”.
Come Giben e Masterwood, anche Viet vanta una gamma di macchinari che si estende in verticale, andando da prodotti destinati alla piccola azienda fino alla grande industria e questo permette di coprire tutta la fascia di mercato configurando macchine per ogni specifica esigenza del cliente.
“Siamo tre aziende diverse l’una dall’altra – conclude Vichi la presentazione della WoodTech Alliance – con sfumature ben distinte, ma gli obiettivi sono gli stessi: essere vincenti sul mercato, avere sempre più appeal e proporsi come alternativa. Le differenze che ci sono, però, sono dei punti di vantaggio perché significa che ognuna di noi è concentrata sul proprio business, sulla propria specializzazione e proprio per questo ci differenziamo molto da tutti gli altri: i grandi gruppi tendono ad appiattirsi, mentre noi non lo siamo e questa non è solo la nostra garanzia, ma è anche una garanzia per i nostri clienti”. (l.r.)