L’accoppiata Holz-Handwerk (tecnologie e soluzioni per la lavorazione del legno, con una certa inclinazione verso il mondo dell’artigianato e della carpenteria) e Fensterbau-Frontale (rassegna tutta dedicata ai serramenti, in qualsiasi materiale, e alle facciate) ha fatto centro. Se dovessimo identificare un “punto di ritorno”, ovvero una boa attorno alla quale il settore potrebbe davvero avere invertito la propria rotta, punteremmo qualche soldo proprio sul binomio scoltosi a Norimberga dal 24 al 27 marzo scorso. In giro per il mondo, a dire il vero, qualche segno si è già raccolto negli ultimi mesi; in qualche fiera si è respirata una atmosfera decisamente più positiva rispetto al recente passato e allo scenario italiano, ma lasciateci dire che essere a Norimberga ci ha fatto ritornare ai bei tempi, quando le fiere erano affollate e i volti di espositori e visitatori erano visibilmente soddisfatti. Insomma, è stati un piacere poter constatare che qualcosa si muove…
Dobveroso, a questo punto, offrirvi qualche numero: l’edizione 2010 di Holz-Handwer/Fensterbau-Frontale ha raccolto 1.270 espositori (furono 1.276 nel 2008) e oltre 103mila visitatori professionali, praticamente lo stesso dato del 2008, quando furono 102.947. Una tenuta su ottimi livelli, non c’è che dire.
Più in particolare: Holz-Handwerk ha registrato 515 espositori da 17 Paesi (l’Italia era il terzo contingente nazionale più numeroso, alle spalle di Germania e Austria), contro i 761 da 33 nazioni di Fensterbau-Frontale (Italia sempre terza, questa volta dietro a Germania e Polonia, seguita da Austria e Turchia).
UNA FIERA “PARTICOLARE”
Norimberga ha sempre accolto una fiera che possiamo definire “particolare”, con una sua precisa connotazione di cui l’aspetto più evidente è indubbiamente l’abbinamento fra due fiere contigue ma non certo vicinissime, se si esclude che una parte di Fensterbau-Frontale è dedicata ai serramenti in legno. Per il resto plastica, vetro, alluminio… tutto ciò che serve per “chiudere” un edificio, sia esso pubblico o privato, per isolarlo dall’ambiente esterno. In questo ambito le macchine per il legno hanno trovato un buon ambiente, in una cornice – Holz-Handewerk – messa a punto da Vdma (l’associazione tedesca dei produttori di tencologie per il legno) e dall’ente fieristico della città tedesca. Una partnership vincente per un evento che si alterna negli anni pari a Ligna, con ruoli ben definiti: da un lato la grande Ligna dedicata al mondo intero, dall’altro Holz-Handwerk che da sempre mostra un maggiore appeal per il mercato tedesco e per una gran quantità di soluzioni più vicine al mondo della carpenteria e dell’artigianato.
Ma non basta, perché forse si tende a tralasciare un’altra componente che, a nostro avviso, gioca un ruolo di grande importanza. E lo gioca ai piani superiori della fiera, ovvero in quegli spazi al primo piano dove sono raccolti produttori di software e di attrezzature “collaterali”, il mondo della scuola-ricerca-formazione, e – last but not least – un ben attrezzato anfiteatro per la subfornitura: al padiglione 10.1 una settantina di imprese (fra cui un buon numero di bei nomi, di marchi leader…) hanno portato tutto quello che può servire in termini di rivestimenti, decorative, pannelli, ferramenta, colle e adesivi, verinici…
Se dobbiamo trovare un motivo per spiegare perché Norimberga piace e continua a piacere dobbiamo forse cercarlo proprio in questo ruolo di megacontenitore, di rassegna dove trovare tutto. Non abbiamo visto stand stratosferici, non ci sono tutti i leader di qualsiasi comparto, ma abbiamo comunque visto una fiera ben organizzata, ben gestita, lineare, completa, esauriente.
Una vetrina, in altre parole, dove si va per trovare. E si trova. A questo va aggiunto quanto da più parti ci hanno confermato, ovvero che l’aria in Germania sta cambiando e che, essendo entrati nel buco nero un po’ prima di altri, ne stiano riemergendo prima. Un discorso che vale soprattutto per serramenti e facciate, ci hanno detto, ma il resto dell’universo raccolto a Holz-Handwerk non è poi così lontano.
L’ITALIA
E l’Italia? Come guardano a questo appuntamento gli espositori italiani? “Quest’anno abbiamo raggiunto gli obiettivi che ci eravamo posti”, ci spiega Chiara Cappelli della filiale italiana di Fiera di Norimberga, che abbiamo incontrato durante la fiera. “Per quanto riguarda Fensterbau-Frontale in questi giorni a Norimberga sono presenti 35 espositori italiani per una superficie di 3.200 metri quadrati netti. Ci sono gli espositori “storici”, aziende che vengono oramai da decenni, ma anche altri che sono venuti a visitare le ultime edizioni e che da quest’anno hanno deciso di diventarne espositori”.
Significativa la quota di produttori di tecnologie per il serramento, perchè – e forse non tutti lo sanno – l’appeal di questa mostra specializzata è tale da convincere molti di loro a esporre nei padiglioni dall’1 al 9 e non in quelli riservati a Holz-Handwerk.
Cappelli è esplicita: “Dai nostri contatti in fiera è evidente la soddisfazione per come stanno andando le cose e per il clima che si respira in questi giorni. Una situazione che ci auguravamo e che segue una edizione 2008 non certo delle più felici, anche perché due anni fa la Germania era già entrata in una situazione difficile che aveva convinto molti a non partecipare”.
Bene anche a Holz-Handwerk, anche se su livelli decisamente diversi rispetto a Fensterbau/Frontale: nei padiglioni della tecnologia abbiamo visto una quindicina di espositori, comunque un risultato soddisfacente se confrontato alla decina scarsa per 300 metri quadrati di spazio del 2008.
“In Italia è evidente che si tende ad aspettare, che si cerca di avere segnali più precisi su quanto ci riserverà il futuro”, ci dice Chiara Cappelli. “Gli imprenditori, I responsabili marketing e commerciali hanno aspettato fino all’ultimo momento prima di prendere una decisione se essere o meno a Norimberga. E non parlo solo del settore del legno o dei serramenti, ma di tutti gli interlocutori con cui abbiamo a che fare per le tante fiere che rappresentiamo. Abbiamo avuto diverse adesioni dell’ultimo minuto, così come abbiamo avuto repentine defezioni”.
Una testimonianza diretta, cocnreta su questa stagione del “made in Italy” e sulla fatica che con tutta probabilità ancora ci attende. Ma i mercati ormai sono globalizzati, il mondo si è fatto più piccole, le correnti passano da un mare all’altro. Se qualcosa si muove in una parte del mondo, se la “locomotiva d’Europa” ricomincia a sbuffare possiamo guardare ai prossimi mesi con un po’ di otimismo in più. E, diciamocelo, quanti hanno resistito fino a oggi attendono proprio questo! (l.r.)