Secondo un’indagine promossa da Federcostruzioni e avviata dal Cresme, il principale indice di qualità in edilizia è determinato dalla bellezza (per il 23,5% degli intervistati) ma non solo. Per i 260 progettisti interpellati un’opera deve essere anche durevole (19,3%) e conforme alle aspettative (18,5%). Estetica quindi, ma anche funzionalità. I progettisti hanno anche fatto rilevare importanti criticità. Rispetto a quali siano i maggiori ostacoli a una progettualità attenta alla qualità, infatti, la maggioranza relativa degli intervistati (26%) individua nella scarsa sensibilità delle committenze il deterrente principale, che si accompagna spesso (17,4%) a una “inadeguatezza legislativa e delle politiche pubbliche”. A ciò si aggiunge l’attuale scarsità di risorse finanziarie.
Edilizia: la qualità progettuale è sinonimo di bellezza
La centralità “estetica” nel lavoro progettuale viene confermata anche dal preferire (71%) una casa piccola ma più bella ad una più grande e più economica.
Un’estetica che si lega da un lato alla funzionalità, ovvero alla capacità di creare ambienti rispondenti alla domanda di vivibilità e alla loro fruizione, dall’altro alla scelta dei materiali e dei componenti edilizi, presi in considerazione soprattutto per le loro prestazioni tecniche e per la loro resa. Forte è la consapevolezza dell’importanza che oggi rivestono la professionalità, la formazione, l’acquisizione di una cultura tecnica, tutti elementi che contribuiscono a garantire e a dare qualità al progetto e al “mestiere” dell’architetto. Circa un quarto degli intervistati (24%), infatti, pone al vertice della qualità progettuale l’accuratezza, la precisione, l’attenzione e la comprensibilità degli elaborati progettuali.
L’indagine poi sposta l’attenzione su come i valori della qualità così definiti riescano ad imporsi o meno sul mercato, ovvero quali siano i maggiori ostacoli ad una progettualità attenta alla qualità. La maggioranza relativa degli intervistati (26%) individua nella scarsa sensibilità delle committenze il deterrente principale, che si accompagna spesso (17,4%) ad una “inadeguatezza legislativa e delle politiche pubbliche”.
Vi è poi una diffusa consapevolezza di come sul risultato finale incida l’attuale scarsità di risorse finanziarie. Interessante è un 12% di risposte che evidenziano anche l’esistenza di un’inadeguatezza professionale da parte delle maestranze, fattore che segnala l’esistenza di una criticità che si fa sempre più pressante tra qualità progettuale e qualità costruttiva.
E’ opinione prevalente che la crisi non abbia inciso più che tanto sui comportamenti e le scelte delle committenze, siano esse imprese o famiglie.
Secondo il 40% degli intervistati, l’attenzione alla qualità da parte di imprese e famiglie non avrebbe, infatti, subito variazioni. Il restante 60% si divide in parti quasi uguali tra chi pensa che l’attenzione alla qualità sia cresciuta e chi pensa che sia diminuita, con una leggera prevalenza di questi ultimi quando la domanda riguarda le imprese. Del resto la crisi è un fenomeno multidimensionale il cui impatto non è univoco. Da un lato, si richiede maggiore qualità (per via di una maggiore attenzione a ciò che si riceve in cambio delle risorse finanziarie spese), dall’altro si può essere costretti a rinunciarvi per via dei vincoli di bilancio.
Ed è la carenza di risorse finanziarie a guidare la scelta dei prodotti. Il 66% delle risposte infatti ritengono che la crisi favorisca il mercato dei prodotti più economici a scapito di quelli più “qualitativi”.
Il ruolo e le potenzialità della certificazione
Circa la metà degli intervistati ritiene che la certificazione di un ente terzo costituisca il fattore determinante nel garantire la qualità di un prodotto e di un bene, contro un 27% che pone al vertice la professionalità e un 22,5% che imputa il successo soprattutto alla tradizione e alla storia dell’impresa di costruzione.
Si tratta di un elemento significativo in quanto evidenzia l’importanza della valutazione esterna da parte di una categoria che ha una forte identità e anche un orgoglio professionale elevato.
Un riconoscimento che poi, però, si scontra con una realtà più complicata dove si apre un ampia frattura tra valore formale e valore reale delle verifiche.
Edilizia: la qualità progettuale
è sinonimo di bellezza
ultima modifica: 2012-04-12T00:00:00+00:00
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