Rapporto Epf: il peso della crisi sul pannello europeo

La produzione del pannello truciolare, mdf e osb nel Vecchio Continente rallenta il passo ma non si ferma. E a trainare il mercato sono soprattutto i Paesi dell’Europa centrale e orientale, che guardano a nuovi investimenti.

Luci e ombre per il pannello made in Europe nel 2011. Il passo lento, che vede il truciolare arretrare dell’1,7 per cento, l’mdf guadagnare l’1,7 per cento e l’osb recuperare l’1 per cento, è legato alla crisi che colpisce mobili ed edilizia, e allo sfruttamento energetico delle biomasse legnose. Così è possibile descrivere il filo conduttore che consente di leggere i dati forniti dall’ultimo Rapporto annuale di Epf (European Panel Federation), associazione della quale fa parte l’italiana Assopannelli/FederlegnoArredo.
Per quanto riguarda l’utilizzo a fini energetici, il legno di conifere e latifoglie utilizzato per la produzione di energia è aumentato nel 2011 rispettivamente dello 0,9 e del 2,8 per cento, con stime di ulteriore incremento nell’anno in corso dell’1,1 e del 2,6 per cento. Sempre nel 2011 nella sola Federazione Russa la produzione di pellet è aumentata dell’80 per cento, ed è in grado di rispondere alla domanda europea – e britannica in particolare – di fonte energetica per l’alimentazione dei grandi impianti a biomassa. Ma resta sempre la crisi internazionale il principale fattore di rallentamento dell’industria del pannello. A scala geografica, il leader indiscusso resta la Germania, mentre il baricentro si sposta sempre più verso l’Europa orientale. Lo scenario è tracciato sulla base delle cifre elaborate dal rapporto Epf relativi ai tre tipi di pannello: stime basate sui dati forniti dai membri Epf e ampliate dalle ultime previsioni economiche stilate dall’Eurostat.
 
Germania in testa nel truciolare
Nel 2011 l’industria europea del pannello truciolare registra una contrazione della produzione dell’1,7 per cento, per una quantità di 30,2 milioni di metri cubi. Un livello che resta lontano dal massimo 2007 con 37,8 milioni di metri cubi e che deriva da un andamento altalenante del mercato (primo trimestre 2011 positivo, calo nel secondo e terzo, segnali di ripresa nel quarto), legato ai due driver del mobile e delle costruzioni; queste ultime, in particolare, hanno aperto negli ultimi mesi del 2011 alcuni scenari di ripresa in fiducia e ordini. Diversificato l’andamento Paese per Paese. Finlandia, Germania, Ungheria e Irlanda hanno risentito della riduzione della capacità produttiva, mentre Estonia e Romania chiudono con incrementi importanti dovuti a un recupero del mercato e all’aumento della capacità produttiva. La Germania resta saldamente al comando della classifica europea dei produttori malgrado il meno 12 per cento registrato lo scorso anno (meno di un quinto dell’intera produzione dell’area Ue-Efta European Free Trade Association), seguita da Francia (più 4,7 per cento) e Italia (più 2,1 per cento). La produzione in Polonia cresce del 2,9 per cento collocandosi al quarto posto. Il Regno Unito è stato l’ultimo Paese di area Ue a produrre oltre 2 milioni di metri cubi di truciolare nel 2011. Complessivamente, i cinque Paesi citati coprono da soli il 59 per cento della produzione totale dell’area Ue-Efta. La Spagna cala del 7,1 per cento e perde il sesto posto; l’Austria aumenta la produzione del 2 per cento.
Le aspettative per il 2012 restano piuttosto positive, gli unici dati previsionali negativi arrivano da Finlandia, Irlanda e Svezia, i primi due condizionati dalla perdita di capacità produttiva; più 10 per cento stimato per la produzione in Estonia, Lettonia e Norvegia. Minimi incrementi previsti per gli altri Paesi, con una stima di incremento complessiva dell’area Ue-Efta del 2 per cento per circa 31 milioni di metri cubi.
La materia prima utilizzata per la produzione di pannelli truciolari è per il 40 per cento legno proveniente da sottoprodotti industriali, per il 33 per cento legno riutilizzato e per il 27 per cento da tondame.
Le importazioni in area europea recuperano il 6,7 per cento nel 2011, contro la contrazione delle esportazioni dello 0,9 per cento, e hanno considerato in media il 30 per cento del consumo; il 34 per cento della produzione ha invece continuato a essere esportata. Paesi come Bulgaria, Estonia, Finlandia; Germania, Slovenia e Svezia sono fra i principali importatori di truciolare nel 2011, andamento opposto per Grecia (meno 57,1 per cento) e Italia (meno 24,3 per cento). Nel 2011 le importazioni totali effettuate dai membri Epf supera gli 8,4 milioni di metri cubi, in prima fila la Germania (oltre 2 milioni di metri cubi, più 23,6 per cento sul 2010). Gli altri principali Paesi importatori sono Polonia, Francia e Svezia con quantità globali di circa 2 milioni di metri cubi. La Svezia si distingue per l’incremento più significativo (più 23,3 per cento). Le importazioni dai Paesi extra Ue arrivano principalmente da Norvegia (più 18 per cento secondo i dati previsionali Eurostat), Svizzera (meno 1,4 per cento) e Ucraina (più 1 per cento). Le importazioni dalla Cina crescono del 5 per cento rispetto al 2010, contro la flessione dell’import dalla Turchia (meno 6,5 per cento). Per le importazioni totali si stima un ulteriore aumento del 3,6 per cento nel 2012.
Per quanto riguarda le esportazioni, Danimarca e Grecia (da sola registra più 37 per cento) hanno incrementato il flusso nel 2011 al contrario di Finlandia, Irlanda, Svezia e Regno Unito. Le esportazioni associate dei Paesi membri Epf si contraggono dello 0,9 per cento (10,3 milioni di metri cubi); Austria, Germania e Francia sono i tre principali esportatori europei con rispettivamente 1,8, 1,7 e 1,6 milioni di metri cubi. Belgio, Repubblica Ceca e Spagna restano sotto la soglia dei 600mila metri cubi. Il 4 per cento del truciolare prodotto è esportato fuori Ue (più 10 per cento sul 2010), verso Estremo e Medio Oriente, mentre nel 2012 si attende un nuovo incremento del 4 per cento. Le esportazioni dai Paesi Ue verso Ucraina e Stati Uniti sono incrementati, sempre secondo Eurostat, del 23 e del 66 per cento nel 2011, triplicate quelle verso il Canada e più 4 per cento verso la Norvegia. Meno 11 e meno 1,7 per cento quelle verso Turchia e Svizzera. I membri Epf commerciano complessivamente, come esportatori netti, 1,9 milioni di metri cubi (meno 619mila metri cubi rispetto al 2010); per il 2012 si prevede stabilità.
Cambio di passo per il consumo di truciolare apparente e presunto, cresciuti in area Epf rispettivamente dello 0,4 (28,3 milioni di metri cubi) e del 3,6 per cento (28,4 milioni di metri cubi), in rapporto all’andamento degli stock leggermente ribassati nel corso del 2011. Il consumo apparente in area Epf è previsto in crescita fino a quota 29 milioni di metri cubi nel 2012. Per il consumo apparente Germania, Polonia e Italia restano al comando del mercato rispettivamente con 6,2, 3,5 e 3 milioni di metri cubi nel 2011, seguiti da Francia e Regno Unito. I Paesi leader per incremento sono Austria, Estonia, Finlandia e Slovenia, contro le flessioni di Grecia e Irlanda. Estonia, Finlandia e Slovenia guidano anche la graduatoria per l’incremento di consumo reale di truciolare.
Stabile la capacità produttiva dei membri Epf (meno 0,8 per cento per 40,3 milioni di metri cubi). La Germania ha continuato la propria riduzione della capacità produttiva (meno 310mila metri cubi) insieme con la chiusura di impianti in Finlandia, Ungheria, Irlanda e Svezia; al contrario la Romania registra il più significativo incremento (più 510mila metri cubi).
La destinazione principale di utilizzo del truciolare resta il mobile sebbene in calo (68 per cento del consumo globale in Europa contro il 70 del 2010). Il settore delle costruzioni (incluse porte e pavimenti) è stimato in crescita del 23 per cento (era il 22 per cento nel 2010). La quota rimanente è utilizzata prevalentemente nel settore imballaggi. Nel 2011 il 52 per cento della produzione è stata venduta direttamente dall’industria, il 41 attraverso canali di commercializzazione e il 7 nel settore del fai da te. Il truciolare grezzo copre il 41 per cento della produzione 2011, con il restante 59 per cento rivolto al mercato del pannello melaminico e il 16 per cento ad altre tipologie (pannelli ignifughi e resistenti all’umidità).
 
Mdf, crescono le esportazioni
La produzione europea di pannelli mdf continua a crescere lentamente con più 1,7 per cento nel 2011 (11,7 milioni di metri cubi, contro il picco del 2007 pari a 13,3 milioni di metri cubi), escluse Turchia e Russia. La Germania è ancora il primo Paese produttore con 3,6 milioni di metri cubi, seguita da Polonia, Spagna, Italia e Francia. Complessivamente, coprono il 68 per cento della produzione totale. Sempre a scala europea nel 2011 il consumo ha perso il 3 per cento (10,7 milioni di metri cubi). La produzione si concentra principalmente sui pannelli di mdf con spessore superiore a 9 millimetri e pannelli con spessore compreso fra 5 e 9 millimetri per il 92 per cento del totale prodotto; l’8 per cento rimanente consiste in pannelli sottili con spessore sotto i 5 millimetri. Il 56 per cento del totale riguarda pannelli mdf grezzi, contro il 32 dei pannelli con rivestimento melaminico. Pannelli mdf ignifughi e resistenti all’umidità continuano a coprire una parte limitata di produzione. Gli stock sono rimasti costanti per l’intero anno.
Per quanto riguarda il consumo, la Germania malgrado la flessione del 3 per cento rispetto al 2010 continua a essere il primo consumatore europeo di pannelli mdf (3,3 milioni di metri cubi); il Regno Unito segue con un consumo stabile di 1,2 milioni di metri cubi. Terza la Polonia (1,1 milioni di metri cubi, più 11 per cento sul 2010, mentre l’Italia perde il 5 per cento e si ferma a 930mila metri cubi, la Spagna perde il 18 per cento (660mila metri cubi). In crescita Belgio e Lussemburgo che toccano quota di circa 750mila metri cubi. Grecia e Olanda in caduta libera (rispettivamente meno 50 e meno 28 per cento). Le previsioni 2012 indicano l’Austria come il Paese nel quale aumenterà il consumo di pannelli mdf; a livello globale si stima che il consumo in Europa crescerà del 2 per cento restando però sotto la soglia degli 11 milioni di metri cubi.
Dopo un vistoso incremento del 16 per cento nel 2010, le esportazioni di mdf dai membri Epf cresce nel 2011 di un ulteriore 4 per cento; il 6 per cento delle vendite riguarda Paesi extra Ue-Efta (più 20 per cento sul 2010), mentre compiono un balzo in avanti le esportazioni verso Africa (più 26 per cento), America e Oceania (entrambi più 59 per cento). Secondo i dati Eurostat le esportazioni di mdf europeo verso Federazione Russa e Turchia continuano a correre crescendo di oltre il 30 per cento sul 2010, in calo il Sud America.
Stabile la capacità produttiva, pari a circa 15,4 milioni di metri cubi nel 2011, con la Germania che procede nella propria riduzione nella produzione di pannelli mdf e la contestuale crescita della Polonia.
Anche per il pannello mdf la destinazione d’uso principale resta l’industria del mobile (46 per cento del totale, un punto in più sul 2010), soprattutto per il prodotto di Italia e Repubblica Ceca. Da Francia e Polonia arriva una vasta parte del pannello mdf per la lavorazione dei pavimenti laminati, settore nel quale è impiegato nel complesso, in Europa, il 37 per cento del mdf prodotto (era il 35 per cento nel 2010). Il rinnovamento edilizio e il fai da te trainano le vendite destinate alle costruzioni del 7 per cento contro il 6 del 2010. L’11 per cento del mdf europeo si rivolge infine alle applicazioni nel campo delle finiture interne e dei pannelli stampati (7 per cento), forniture per il giardinaggio e il fai da te, pannelli per esterni, home entertainment, giochi e altro (4 per cento).
 
La Polonia corre sull’osb
Nel 2011 la produzione europea di pannelli osb recupera l’1 per cento e arriva a quota 3,6 milioni di metri cubi (erano 3,7 nel 2007, anno di picco), con la Germania che si conferma Paese leader nel settore seguita dalla Polonia. In crescita anche la Romania.
Dal punto di vista del consumo, nel 2011 il settore dell’edilizia ha utilizzato il 50 per cento della produzione europea di osb e ha segnato una crescita dell’1 per cento. I primi segnali di ripresa del mercato offrono ulteriori prospettive di incremento per l’industria dei pannelli osb in questo settore nell’anno in corso. La maggior parte della produzione europea è venduta in area Ue-Efta; per quanto riguarda le aree extra Ue-Efta, l’Estremo Oriente segna un incremento del 50 per cento nell’acquisto di osb prodotto dai membri Epf; in aumento anche le esportazioni versoo Medio Oriente e Africa. Secondo i dati Eurostat, le esportazioni di pannelli osb europei verso Cina, Giappone e Stati Uniti sono cresciute nel 2011 di circa il 70 per cento ciascuno, così come sono aumentate quelle verso Federazione Russa, Ucraina e Turchia (rispettivamente 4, 6 e 7 per cento).
La capacità produttiva di pannelli osb in Europa resta stabile nel 2011, sotto la soglia di 5mila metri cubi. Nell’Europa Sud-Occidentale sono in corso progetti per il potenziamento. La Romania si prepara nel 2012 a superare la soglia dei 5 milioni di metri cubi, mentre un analogo investimento corposo è in programma per la Bulgaria nel 2013.
Le applicazioni vedono l’osb utilizzato per la produzione di pannelli portanti per uso strutturale in condizioni di umidità (osb/3) per una quota dell’85 per cento sul totale della produzione europea. Alla categoria osb/a è destinato invece l’8 per cento, che comprende pannelli portanti pesanti con alte prestazioni di resistenza per uso strutturale in ambiente secco e umido. Il 2 per cento è rivolto ai pannelli osb/2 per uso strutturale e non strutturale in condizioni asciutte. Il rimanente 5 per cento consiste infine in tipologie diverse speciali di osb. L’industria edilizia ha acquistato nel 2011 circa il 50 per cento della produzione per applicazioni nei settori delle sottopavimentazioni, coperture e pannelli portanti per pareti e solai; il 15 per cento va all’industria dei pavimenti, l’11 al settore del fai da te e il 6 all’imballaggio.
 
Italia in calo
L’Italia conta diciotto sedi produttive per la lavorazione del pannello truciolare e quattro per il pannello mdf. In un quadro economico che rimane critico, nella spirale fra recessione e stretta fiscale e creditizia, a fronte di un mercato interno dell’edilizia ancora al palo (comprese le forniture di prodotti a base legno e gli arredamenti) e di un export che si dimostra anche nel 2011 l’ancora di salvataggio del made in Italy, per l’industria dei pannelli a base di legno nel 2012 si prevede una fase di rallentamento.
Per quanto riguarda il pannello truciolare, il consumo interno italiano si contrae nel 2011 del 9,4 per cento, mentre le importazioni e le esportazioni perdono rispettivamente il 24,3 per cento e l’8,1 per cento, con l’indebolimento della posizione dell’Italia come importatore netto. La produzione cresce leggermente del 2,1 per cento, mentre la capacità produttiva cresce di 220mila metri cubi. Dati che comunque consentono al Belpaese di conservare il terzo posto all’interno della graduatoria dei Paesi europei principali produttori di pannello truciolare, con una quota del 9,8 per cento sul totale. L’83 per cento della produzione italiana è destinato alla lavorazione industriale del pannello e principalmente del pannello con rivestimento melaminico.
Il pannello mdf nel 2011 vede contrarsi il consumo interno del 5,1 per cento per 930mila metri cubi di prodotto, con previsioni di stabilizzazione nel 2012. La capacità produttiva italiana si attesta a 1,3 milioni di metri cubi, per una produzione che si concentra in primo luogo sui pannelli grezzi e con rivestimento melaminico per l’industria del mobile.
 
Rapporto Epf: il peso della crisi sul pannello europeo ultima modifica: 2012-11-27T00:00:00+00:00 da admin