Cleaf: così ti vesto il pannello…

Splendide superfici tattili a tre dimensioni, con cromie ricercate e in linea con le esigenze in continua evoluzione di progettisti e produttori. E’ la nuova frontiera della ricerca nel settore della “pelle” del pannello promossa da Cleaf, che in tempi recenti si è trasferita in una nuovissima sede. 

Sempre più personalizzazione, sempre più design, per mercati sempre più ampi e diversificati. E dietro le spalle, una robusta attività di ricerca creativa e tecnologica, radicata in una storia d’impresa che rientra a pieno titolo nel design “made in Italy”.
Cleaf, sede a Lissone (Monza Brianza), fondata negli anni Settanta per la commercializzazione del pannello truciolare, oggi è sinonimo di superficie per il mobile e per il design d’interni, con una particolarità: il pieno controllo sull’intera filiera di produzione.
Parlare di decoro è riduttivo, la definizione innovativa per il prodotto-Cleaf è “superficie termostrutturata”, prodotta con elevata flessibilità in base alle esigenze del cliente, dal marchio top alla grande distribuzione di qualità. La collocazione nel cuore della Brianza, patria del mobile, ha spianato la strada a Cleaf fin dai suoi esordi e ne ha sempre spinto l’attività non solo di ricerca, ma anche di rinnovamento tecnologico.
All’assetto produttivo l’azienda ha recentemente aggiunto una nuova pressa a caldo per la nobilitazione del pannello formato 3500×2070, monovano, che raggiunge i 100 chilogrammi per centimetro quadrato di pressione con grande flessibilità, per nobilitare componenti da 3 a 50 millimetri di spessore, con 65 postazioni per finiture diverse e la possibilità di ottenere profondità differenti. Non è più un pannello nobilitato ma termostrutturato. Un ciclo che ha trovato ospitalità nella nuova sede di Lissone, grandi spazi produttivi, uno splendido show room e luoghi dove incontrare, capire, creare, progettare…
Questa è la nuova frontiera di Cleaf, che si conferma azienda dalle grandi capacità di fare innovazione, specializzata al servizio del design e dell’architettura con prodotti personalizzati. Una sfida non da poco che Alessandro Carrara, direttore generale, prende molto sul serio, come ci ha spiegato in questa intervista.
 
Signor Carrara, possiamo dire che la vostra è una tecnologia al servizio della creatività?
“E’ vero. Un impegno che con il nostro nuovo contenitore-showroom “Ccube”, parte della nostra nuova sede, presentiamo in tutta la sua forza. E’ qui che proponiamo le fatiche di una azienda che nasce dalla cultura dei materiali, delle superfici e delle finiture, che unisce la ricerca più spinta sul versante estetico a decorativi con alte prestazioni. Un luogo che utilizziamo anche per svolgere attività di formazione, per incontrare tecnici, rivenditori, clienti…”.
 
L’evoluzione del prodotto-superficie è stata molto forte, soprattutto negli ultimi anni.
“Il nobilitato ha acquistato valenza di superficie innovativa. E’ sul piano, nelle ante che si gioca la partita dell’innovazione. Parliamo di aspetto, di tattilità, di struttura della superficie. In Cleaf riusciamo a fare delle buone cose, anche perchè conosciamo l’intero ciclo, dal pannello grezzo all’elemento d’arredo finito. Nei nostri impianti non ci limitiamo a nobilitare, ma sezioniamo, bordiamo, postformiamo, foriamo… possiamo arrivare a dare ai nostri partner il mobile finito.
Tutto questo ci mette nelle condizioni di poter rispondere a qualsiasi richiesta, di sperimentare, di capire, di produrre al meglio ciò che ci chiede l’architetto, il designer, il cliente”.
 
Con altri o prima di altri avete preso la strada di andare verso i decorativi…
“Era una scelta obbligata, a pensarci bene. Non siamo mai stati una azienda che produce in grandi volumi, non avendo alle nostre spalle la produzione del pannello o la chimica, elementi indispensabili se si vogliono portare avanti determinati progetti. E questo ha segnato la nostra strada di “trasformatori” di semilavorati. Abbiamo sfruttato le capacità, il know how del distretto, questa Brianza con lunghe e forti radici nella cultura del mobile.
Siamo fornitori storici dei leader del settore; con loro abbiamo vissuto storie parallele, siamo cresciuti, ci siamo evoluti: mi permetto di dire che dietro a molto del design della Brianza c’è il mondo di Cleaf, la nostra voglia di essere parte di un progetto, di fare certi percorsi. Ora è quasi automatico parlare di soluzioni per questo o quel “gran nome” e per loro è normale pensare a noi, ma dietro c’è tanta fatica, una profonda cultura del lavoro, una politica industriale e tecnologica che – me lo lasci dire… –  non sono molti ad avere. Il prodotto deve essere curato, pulito, prossimo alla perfezione. C’è grande attenzione fin dalle materie prime: non andiamo certamente alla ricerca del prodotto più economico, ma esclusivamente di quello più adatto al tipo di risultato che ci siamo ripromessi di ottenere”.
 
Essere competitivi con prodotti come i vostri non deve essere facile…
“E’ vero, ma ci siamo ricavati uno spazio di originalità, una certa sartorialità che ci pone su un piano diverso. Esportiamo oltre il 30 per cento della nostra produzione, anche nei Paesi emergenti, sempre più interessati al nostro prodotto. Vendiamo un pacchetto basato su un pannello “tecnologico”, come lo chiamiamo noi, e con impianti adeguati il nostro cliente può realizzare frontali e superfici di grande qualità e di forte impatto estetico in qualsiasi parte del mondo.
Stiamo lavorando molto bene negli Stati Uniti, ad esempio, e abbiamo recentemente stretto un accordo con alcuni produttori brasiliani. Joint venture, se vogliamo definirle così, importanti: noi forniamo materiali che loro non sono in grado di produrre, non disponendo di impianti con una sufficiente flessibilità, ma bensì di tecnologie tarate sulle grandi quantità. Il colosso cileno Masisa, per fare un esempio, distribuirà i prodotti Cleaf in Brasile e stiamo anche pensando a produrre congiuntamente alcuni articoli in quella parte del pianeta…”.
 
Una industria che guarda lontano ed è anche una fabbrica del gusto: due anime difficili da conciliare?
“No. Facile se si hanno le persone che ci credono e una struttura all’altezza della situazione. In Cleaf si lavora bene, è una buona squadra. Nel nostro “Cleaf Lab” lavoriamo perché dietro all’estetica ci sia un attento studio dei materiali, per portare avanti un miglioramento continuo, una ricerca che è nel dna della nostra azienda, grazie anche all’entusiasmo e alla lungimiranza del nostro titolare, Luciano Caspani, che ha sempre investito massicciamente in tecnologia e impianti all’avanguardia”.
 
Pare proprio che il tranciato abbia perso la battaglia, visto ciò che offrono i nuovi decorativi…
“Molte aziende hanno perso l’occasione di utilizzare un materiale tecnologico per produrre mobili di qualità, cercando solo un risparmio rispetto alla impiallacciatura. E’ accaduto in Italia, un po’ meno in Germania. Si è fatta meno ricerca sui materiali e sulla nobilitazione, si sono perse delle occasioni per inseguire il prezzo più basso. Un peccato…
Noi cerchiamo di fare il nostro lavoro e di soddisfare i clienti anticipando certe esigenze. Anche grazie al “Ccube” permettiamo a chi lavora con noi di avere un immediato confronto sulle novità. Siamo più piccoli di altri, ma siamo più flessibili, rapidi, curiosi. Da noi la creatività non è asservita a lobby tecniche, a chi decide se un processo conviene o non conviene all’azienda. Da noi si reagisce immediatamente di fronte a una nuova idea: si prova, si verifica, si cerca un feedback immediato”.
 
Ma oggi chi determina un trend? Architetti, grandi committenti, il mondo del contract?
“Trend, tendenze sono parole che vanno prese per quello che valgono. Spesso qualcuno ha sbagliato e gli altri lo hanno seguito senza rendersi conto che il “mercato vero” non era interessato. Il mercato è il mondo e gli elementi in gioco sono molti e molto differenti fra loro. Oggi usiamo materiali innovativi per fare ciò che una volta faceva il legno. A nostro avviso per le superfici di mobili e arredi non bisogna escludere nessun tipo di materiale: vetro, plastica, ferro, alluminio, pietra, tessuto, melammina, laminato, vernici, lacche… bisogna capire e imparare a utilizzarli. Il cliente percepisce dalla superficie emozioni e prestazioni, anche se parliamo di mobili per la grande distribuzione. Un pannello melamminico ben realizzato ha la sua dignità e svolge la sua funzione”.
 
E per la prossima “Interzum”?
“Presenteremo diversi prodotti. La rassegna di Colonia è una piazza dove ci si confronta con tutto il mondo. Porteremo diverse cromie che, peraltro, in parte sono state già viste ai Saloni di Milano dove – indirettamente, ovviamente – esponevamo in una ottantina di stand! Un dato che non può non inorgoglirci un poco.
Osserviamo con molto interesse come i clienti stranieri siano più degli italiani alla ricerca della diversità, della differenza. In Italia più facilmente si delega al progettista o si segue quella che pare essere la tendenza del momento. Sta emergendo la figura dell’artigiano evoluto che lavora con potenti centri di lavoro e, con la consulenza di validi progettisti e una altrettanto valida collaborazione con i fornitori, produce cose di ottimo livello a prezzi più contenuti. Un fenomeno molto interessante….”.
 
Signor Carrara, ottimista per il futuro?
“Certo; il mondo è grande. Non si smette di produrre mobili, ma occorre cambiare modo di produrli e pensare sempre più alle superfici. Benissimo la boutique del pannello, ma senza dimenticare che dietro ci deve essere un’industria che lavora, guadagna e investe per andare avanti. Dobbiamo essere flessibili, qualitativamente impeccabili e inattaccabili sul servizio, seguendo – o, meglio ancora, anticipando – le esigenze dei nostri clienti. Il mercato italiano non tornerà quello che è stato nei decenni passati e per affermarsi all’estero servono anni di lavoro, una struttura e una immagine forti. Noi prevediamo una crescita delle esportazioni del 30 per cento, mantenendo la massima concentrazione sulla qualità e la ricerca, aumentando così sempre più la nostra credibilità e affidabilità”.
Interzum Padiglione 6.1 – stand C30
Cleaf: così ti vesto il pannello… ultima modifica: 2013-05-06T00:00:00+00:00 da admin