Comporre decorazioni, mosaici o disegni veri e propri, utilizzando materiali rari e preziosi. E soprattutto legno. Ma non solo ebano. Anche ippocastano, ipè tabacco, pioppo. Ciliegio, olivo, tiglio. E così via. È questo in sostanza l’ebanisteria, un mestiere storico che richiede una grande passione, oltre che assoluta dedizione. Ci incuriosiva e così abbiamo bussato alla porta del laboratorio di un noto ebanista di Milano. Luciano Molinari…
Al numero 267 di viale Padova, a Milano, c’è un piccolo laboratorio di 10 metri quadrati o poco più, pezzi di legno di ogni genere, dimensione e colore impilati ovunque, e nell’aria il suo profumo inconfondibile. Sulla porta, ad accoglierci, Luciano Molinari: origini brianzole, professione ebanista. Sul suo sito si legge: “Ogni pezzo di legno ha la sua storia segreta che inizia col seme, spesso trasportato dal vento, dell’albero da cui è nato. […] Ma a volte […] ciò che sembrava solo un ‘tòch de legn’ diviene parte di un’opera che unita ad altri tasselli riprende il cammino della vita…“
Una poesia che riassume molto bene la missione ultima dell’ebanista. Ma in cosa consiste questo mestiere?
Il termine ebanista deriva da ebano, un legno particolarmente pregiato e costoso, e che, per questo, richiede grande attenzione e parsimonia in fase di lavorazione per evitare sprechi. Chi lo utilizza deve essere specializzato. “In Francia”, ci racconta Molinari, “chi decide di prendere questa strada deve fare un tirocinio che dura anni nella bottega di un ebanista noto. Il percorso si conclude con la prova d’artista: ovvero la costruzione di un mobile in miniatura”.
L’ebanisteria è l’arte di comporre decorazioni, mosaici o disegni veri e propri, utilizzando materiali rari e preziosi. E soprattutto legno, in svariate qualità più o meno pregiate.
Non solo ebano quindi. Anche narra, ciliegio, olivo. Tiglio, afrormosia, douglas. Ippocastano, ipè tabacco, pioppo. Un elenco quasi infinito. Per Luciano Molinari ogni tipo di legno ha pregi e caratteristiche distintive, e pertanto nessuno è meno prezioso di altri. Il suo lavoro lo ha portato a ricercarne, scovarne e catalogarne oltre 450 diverse tipologie, oggi raccolte in campionature destinate ad architetti designer, commercianti di legno o semplici appassionati.
“In commercio oggi ci sono circa 120 varietà di legno”, ci spiega. “Nell’arco di una vita un falegname ne utilizza mediamente 20/25 e comunque mai più di 50. Io sono arrivato a raccoglierne 450 diversi tipi. Di questi 216 sono raccolti in quattro volumi, ciascuno dei quali contiene 54 cubi da 32 millimetri per lato ciascuno. Ogni cubetto è di un diverso tipo di legno. Il mio lavoro parte da una prima ricerca approfondita, per poi passare al reperimento del materiale; per realizzare un campionario di questo genere occorrono decenni. A volte mi capita di pensare alla siloteca Cormio di Milano, una raccolta costituita da ben oltre 7000 diverse varietà di legno, oggi purtroppo quasi dimenticata nelle cantine del Museo di storia naturale“…(continua)
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