Una impresa che insegue la qualità, che investe in tecnologia e in attrezzature, perché essere protagonisti del mercato, oggi, non è solo questione di dimensioni…
Un piacere tornare a Sovico, a distanza di una decina di anni abbondanti, pr fare quattro chiacchiere con Paola e Luca Aliprandi. Sono loro, con il fratello di Luca Maurizio, a portare avanti una tradizione iniziata nel 1970, quando Luigi e Giulio Aliprandi decisero di mettersi a produrre utensili per lavorazioni meccaniche. Non ci misero molto a comprendere che l’essere a un tiro di schioppo dalla Brianza consigliava di aggiustare la mira e così fecero, inaugurando quella che sarà poi la loro vera vocazione, ovvero produrre utensili per il legno.
Un fatturato che sfiora i quattro milioni di euro, una ventina di persona coinvolte, con la famiglia Aliprandi sempre in primo piano. Un export che ha raggiunto il 50 per cento della produzione, cresciuto fortemente negli ultimi anni, da quando la difficile stagione economica che pare finalmente essere alle spalle ha convinto a portare il timone in direzione di lidi più lontani. “L’Italia è sempre stata il nostro mercato di riferimento”, ci dice Paola Aliprandi. “Considerando che agli inizi l’azienda si era sviluppata in Brianza – che ai tempi era il centro della lavorazione del legno − l’estero rappresentava per noi uno sbocco secondario. Oggi la situazione si è riequilibrata, per quanto Veneto, Lombardia, il Pesarese rimangano le nostre destinazioni più importanti, con crescenti soddisfazioni nel mondo della edilizia in legno, della carpenteria, comparti per i quali produciamo punte e frese di dimensioni adeguate che ci vengono richieste soprattutto da imprese del Piemonte e del Trentino. Il costruire in legno è indubbiamente una parte sempre più importante del nostro lavoro, un trend a cui guardiamo con grande attenzione…”.
“… d’altra parte la nostra specialità, se così possiamo definirla, è proprio il ricavare utensili dal pieno, da blocchi di metallo, utensili sui quali non applichiamo placchette o trattamenti particolari”, interviene Luca Aliprandi. “Stiamo parlando di un buon 40 per cento del nostro fatturato, a cui si aggiunge un altro 40 per cento generato da strumenti più performanti, con inserti in diamante o famiglie particolari di utensili, progettati e realizzati per applicazioni molto specifiche, quali potrebbe essere la costruzione degli elementi di un tetto.
Gli incrementi più interessanti li abbiamo registrati proprio nei nostri utensili “integrali”, il comparto dove siamo più forti, anzi: lo stiamo diventando sempre di più, perché al mercato del legno si stanno aggiungendo altri settori interessati ai nostri prodotti. Mi riferisco alle materie plastiche, all’alluminio, al polistirolo, ai compositi, materiali che vanno a sostituire o ad arricchire le potenzialità del legno e che, come e più del legno, devono essere lavorati con utensili integrali”.
Una storia, una specializzazione che si sta rivelando vincente anche per il futuro?
“Sì, per fortuna! Noi siamo specialisti riconosciuti della foratura e della fresatura, negli “utensili con il codolo”, per essere più precisi. Questi sono i nostri cavalli di battaglia, punte a partire da diametri piccolissimi fino a utensili per la pantografatura o il nesting, di fatto delle vere e proprie frese”.
E la Brianza?
“La Brianza è sempre stata il nostro bacino di riferimento – ci dice Paola Aliprandi – e ancora oggi è indubbiamente uno degli sbocchi più importanti per la nostra produzione. Ne abbiamo vissuto direttamente – prima i nostri padri e poi noi in prima persona – l’evoluzione, la trasformazione, il passaggio dall’uso praticamente esclusivo del legno al pannello o a materiali più complessi, una transizione che noi abbiamo seguito passo dopo passo, aggiornando e completando il nostro catalogo sulla base delle nuove esigenze dei nostri clienti.
Le botteghe sono diventate aziende, le aziende nomi di primissimo piano con fatturati importanti. E’ aumentata la richiesta di precisione e di qualità complessiva, perché alle macchine tradizionali, al “sapere manuale” si è sempre più sostituito il centro di lavoro a controllo numerico, una produzione in grandi serie numeri nella quale la costanza assoluta del risultato è fondamentale.
Una svolta indubbiamente positiva sia per le aziende del legno che per noi, che ci siamo trovati a poter giocare le nostre carte su più tavoli, dimostrando la nostre capacità tecnologiche e di produzione”.
“Ed è cambiato anche il modo con cui i nostri clienti guardano all’utensile”, aggiunge Luca Aliprandi. “Tutti sanno che oggi è possibile fare una scelta: comperare un utensile realizzato in Paesi lontani, il cui unico “valore” è il prezzo estremamente contenuto, oppure acquistare utensili di qualità, “made in Europe”. Apparentemente non esiste differenza: guardandoli è davvero difficile comprendere che possano dare, una volta montati sulle macchine, risultati molto diversi. Eppure è così: una volta in produzione è l’utensile a condizionare buona parte del risultato, a garantire una determinata qualità di finitura piuttosto che quella precisione che è sempre più necessaria in processi improntati a una maggiore industrializzazione.
Oggi chi investe nella qualità complessiva di una azienda, chi crede nel proprio prodotto, ha definito un preciso ciclo produttivo che si fonda su tecnologie molto costose e non ha dubbi: sceglie l’utensile di qualità. E’ il risultato che mostra quali sono le differenze e in Brianza la passione per la qualità, per il lavoro “ben fatto” è sempre molto alta. Certo, talvolta è difficile far comprendere che un utensile che garantisce determinate prestazioni abbia un costo decisamente più alto, ma constatiamo che chi “fa girare le macchine”, chi utilizza l’utensile per otto o sedici ore al giorno è ben conscio di questa differenza e non ha esitazioni quando si tratta di scegliere cosa comperare e quanto spendere”.
“Una parte importante del nostro lavoro è proprio qui – ci dice Paola Aliprandi – nel trovare il modo, l’opportunità per mostrare cosa i nostri utensili possano fare e per quanto tempo rispetto ad altri. Ci fa molto piacere dire a lei e ai lettori di Xylon che il successo di Aliprandi inizia quando un utilizzatore sceglie di provare un nostro utensile per la prima volta, perché è davvero difficile che questo rapporto occasionale non si trasformi in una relazione che dura per moltissimi anni! Per questo non abbiamo alcun problema a gestire campionature o test, perché sappiamo che è il nostro migliore investimento… con certi utensili non è raro che da una lavorazione all’altra si ottengano risultato diversi; con i nostri questo non accade, perchè continuità e costanza del risultato sono l’obiettivo prioritario degli utensili Aliprandi”.
E il servizio? Il post vendita?
“Sono capitoli importantissimi del nostro lavoro”, ci risponde Luca Aliprandi. “Preventivazione, tempi, modalità di consegna, servizi post-vendita, manutenzione e affilatura sono valori assoluti per noi e per il nostro lavoro; specialmente in questa nuova stagione, dove non si lavora più per il magazzino, ma il cliente vuole l’utensile o gli utensili esattamente quando gli servono, con preavvisi sempre più brevi; specialmente se stiamo parlando di utensili speciali, su misura o con determinate caratteristiche specifiche.
Rispondere “in tempo reale” è fondamentale e per riuscirsi abbiamo un magazzino interno, nel quale manteniamo a disposizione dei nostri clienti prodotti finiti o semilavorati che ci permettano di ridurre al minimo i termini di consegna dall’ordine.
Uno dei nostri punti di forza, infatti, è riuscire a dare al cliente qualsiasi utensile in un tempo brevissimo, con la garanzia di poter realizzare e consegnare anche la punta o la fresa più complessa entro un massimo di due settimane dal ricevimento del disegno, del progetto: la nostra flessibilità, le tecnologie nelle quali abbiamo investito, l’organizzazione della produzione, la logistica oggi ci permettono di farlo”.
E per quanto riguarda la distribuzione?
“Il nostro canale prioritario sono i rivenditori, che oggi sono circa un migliaio, attraverso i quali passa il 95 per cento della nostra produzione: da sempre ci siamo concentrati sulla produzione, affidandoci a partner che abbiamo selezionato nei diversi mercati per la vendita”, risponde Paola Aliprandi.
“Non siamo un grande gruppo che fa grandi numeri: la nostra forza è sempre stata la nostra officina da un lato e il proporci direttamente a coloro che pensiamo possano essere nostri intermediari verso gli utilizzatori. Una ricetta che ha sempre funzionato e che è stata ed è organica alle nostre strategie: nel 2008 abbiamo avvertito una leggera flessione, ma è stato l’unico effetto della crisi in Aliprandi….
“… forse perché ci siamo concentrati in ciò che sappiamo fare meglio, ovvero costruire utensili, investendo continuamente, compiendo solo quei passi che ritenevamo alla nostra portata”, interviene Luca Aliprandi. “Non abbiamo mai “venduto tutto a tutti”, come si dice, ma selezionato prodotti e clienti perché diventassero parte di ciò che siamo, del nostro essere una impresa fondamentalmente tradizionale, ma con fondamenta robuste, nelle quali crediamo.
L’idea infatti è sempre stata quella di non vendere tutto a tutti, facendo una selezione dei clienti: e se il Paese nel quale esportiamo di più è proprio la Germania, dove non mancano certo i produttori di utensili, probabilmente abbiamo fatto le scelte migliori per quello che siamo e vogliamo essere.
E abbiamo progetti chiari per il futuro: continueremo a investire in tecnologia e nelle prossime settimane potremo finalmente ampliare la nostra sede, passando da 600 a più di 1.500 metri quadrati. Cresciamo a un ritmo del 10 per cento ogni anno e vediamo aumentare il numero dei clienti stranieri, grazie anche alle fiere a cui partecipiamo, Xylexpo in primis, e che ci permettono di stabilire rapporti diretti con nuovi, potenziali distributori. Guardiamo attentamente al futuro, ben sapendo che gli impieghi dei nostri utensili si allargheranno sempre più oltre i confini del legno e che dovremo adattare la nostra competenza in nuovi ambiti, come già stiamo facendo. Avremo nuove opportunità, che affronteremo grazie anche all’aiuto dei giovani, una risorsa in cui crediamo molto: da anni abbiamo avviato una collaborazione con un istituto tecnico, ospitando loro studenti in stage. La formazione dei giovani è un patrimonio su cui bisogna puntare se non si vuole perdere il sapere…”.
(Nella foto: Luca e Paola Aliprandi).
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