La nozione di sottoprodotto è stata oggetto di molte discussioni e modifiche nel corso degli ultimi anni. Nel mondo del legno, si tratta di un istituto fondamentale per semplificare la gestione di molti residui produttivi, legati soprattutto alle prime lavorazioni del legno.
La nozione di sottoprodotto è presente nella normativa italiana sin dall’emanazione del Testo Unico Ambientale nel 2006 e in quella europea dalla pubblicazione della direttiva rifiuti del 2008, oggi in revisione nell’ambito del pacchetto di norme legate all’economia circolare. La pubblicazione del decreto 264/16 sulla gestione dei sottoprodotti e della successiva Circolare interpretativa del maggio 2017 hanno resa necessaria una riflessione sul tema al fine di poter dare strumenti di scelta alle aziende e indicazioni su come implementare correttamente la gestione di questi materiali.
Per questo FederlegnoArredo ha predisposto una linea guida che è stata messa a disposizione degli associati sul proprio sito. Si tratta di un documento che analizza le condizioni necessarie affinchè uno scarto di produzione possa essere considerato un sottoprodotto e non un rifiuto, indaga le possibilità offerta dal nuovo decreto e aiuta a orientare le scelte delle aziende in merito alla sua possibile applicazione, fornendo inoltre esempi e applicazioni operative alle aziende che producono scarti di legno vergine o li utilizzano per le loro attività.
“Con le linee guida ci proponiamo di dare un supporto rigoroso e pratico alla corretta gestione dei sottoprodotti nella nostra filiera. Ci aspettiamo che questo documento sia il primo passo verso la valorizzazione di tutti quei materiali che possono ancora svolgere un ruolo all’interno di un ciclo produttivo e devono quindi essere valorizzati come risorse e non come rifiuti”, spiega il presidente di FederlegnoArredo, Emanuele Orsini.
“In un’ottica di economia circolare, nella quale il legno eccelle, l’individuazione e la valorizzazione dei sottoprodotti è un tassello fondamentale verso una efficienza d’uso delle risorse ancora maggiore. Le imprese devono poter utilizzare tutte le possibilità a loro disposizione per valorizzare al massimo ogni risorsa, per costruire un’economia del legno che sia competitiva e sostenibile”, commenta Nicola Semeraro, presidente di Rilegno.
La linea guida è stata redatta dall’Ufficio Ambiente di FederlegnoArredo con la collaborazione di Aiel e Chiosi Martelli-Studio Legale Associato.