Eccoci. Ci siamo. L’edizione 2018 di Xylexpo – l’edizione dei 50 anni, l’edizione che apre di fatto una nuova stagione per l’evento milanese – è qui. Perdonate un pizzico di enfasi in più di quanto sarebbe “politically correct” ammesso, ma stiamo parlando della “nostra fiera”, un “nostra” dietro al quale c’è il fatto che chi scrive ci collabora da anni e che l’organizzatore è lo stesso editore di questa rivista, che è anche l’associazione dei costruttori italiani. Ma questi sono i motivi forse meno rilevanti, più “privati”, se volete…
Dobbiamo e vogliamo dire “nostra” perché è la fiera che rispecchia il mercato italiano che, per quanto bastonato e ferito negli ultimi anni, continua a dare segni di grandissima vitalità. E’ la fiera dell’offerta italiana tutta che – nonostante, da bravi “italioti”, si sia fatto l’impossibile per screditarla – oggi vede tutti, grandi e piccoli, insieme, sotto lo stesso tetto, consci che si possono anche cambiare le cose, si può anche decidere che da domani Marte è il pianeta più ospitale dell’universo, ma è indispensabile farlo insieme…
“Nostra” perché è la casa che meglio di altre conosciamo, una casa che abbiamo aperto al mondo, che vogliamo sia del mondo, condivisa con tutti quei produttori di tecnologie e beni connessi e con tutti quei visitatori che a Milano vogliono venire da cinquant’anni e a Milano continueranno a venire (o su Marte, nel caso…). “Nostra” perché attorno a Xylexpo da qualche tempo si respira una atmosfera diversa: tutti hanno compreso che si tratta di un patrimonio e che come tale va nutrito, gestito, alimentato, arricchito, declinati, vissuto, respirato, voluto!
E allora, forti di un mercato in salute e di una consapevolezza diversa, apriamo le porte di questa 26ma edizione, dall’8 al 12 maggio, nel quartiere di FieraMilano-Rho. Diciamo subito che la superficie occupata sarà vicina ai 35mila metri quadrati (il dato definitivo sarà possibile solo a consuntivo, perché anche negli ultimi giorni qualche richiesta arriva agli organizzatori…) con 426 espositori (dato al 20 aprile), di cui 309 italiani e 117 stranieri.
“Di fatto abbiamo riempito lo spazio a nostra disposizione”, conferma Dario Corbetta, direttore generale dell’evento e di Acimall, l’associazione italiana dei costruttori di tecnologie per il legno che, come abbiamo già ricordato, attraverso il proprio braccio operativo Cepra, è titolare e organizzatrice della rassegna internazionale. “Abbiamo consolidato il numero degli espositori, anche se in termini assoluti siamo leggermente al di sotto del dato di due anni fa. Dietro a questi numeri, però, si cela una precisa realtà, ovvero che un discreto numero di co-espositori sono di fatto scomparsi, in quanto assorbiti dalla ragione sociale delle capofila. Basta pensare a cosa è avvenuto nel mercato negli ultimi mesi, alla decisione di alcuni gruppi di primaria importanza di scegliere la strada del “one brand”, che ha di fatto tagliato il numero dei marchi presenti nel nostro catalogo, ora del tutto scomparsi o, più semplicemente diventati parte del nome di un determinato modello di macchina. E poi, come andiamo dicendo oramai da tempo, non è più possibile guardare alle statistiche con gli stessi occhi di anche solo dieci anni fa, quando ci trovavamo in condizioni assolutamente diverse, in un mercato sostanzialmente ingessato. La realtà si è fortemente evoluta, per fortuna, e dobbiamo tutti fare i conti con elementi del tutto nuovi. Per questo andiamo dicendo che per Xylexpo si apre una stagione nuova, perché vogliamo essere molto concreti, aperti, trasparenti: vogliamo dire che dal 2020 dobbiamo proporre al mercato una fiera del tutto nuova, che punti i propri riflettori su quelli che sono i grandi temi di una industria che ha vissuto una autentica rivoluzione. Registriamo con piacere, per completare il discorso sugli espositori, che a Xylexpo si sono iscritti alcuni nomi nuovi, segno che c’è vitalità, che ci sono aziende che crescono e comprendono che è venuto il momento di confrontarsi con il mondo in una fiera fortemente concentrata sulle alte tecnologie. Abbiamo qualche espositore in più dalla Germania, qualcuno dalla Cina… qualche impresa turca viene per vedere quali sono le reazioni del mercato, forti di prodotti che stanno certamente crescendo e di un rapporto qualità-prezzo che per una certa fascia della domanda ha sempre una importanza qualche volta determinante. Ma, come oramai accade in tutto il mondo e più segnatamente nelle fiere di maggior rilievo mondiale, a Xylexpo sarà evidente anche nel lay-out espositivo il “tempo dei grandi gruppi”. Le fiere, non mi stancherò mai di dirlo, non sono altro che lo specchio del settore, un comparto industriale nel quale il ruolo e la dimensione dei grandi gruppi sono diventati ancora più evidenti, forti. Attorno a loro un mondo estremamente vitale e variegato di micro e piccole aziende…. Quelle che non vediamo più sono le medie imprese, una categoria che pare avere ben pochi esponenti: la forbice si è allargata sempre più, a quanto pare: il comune denominatore è il livello di tecnologia, oramai una offerta che tutte le imprese del comparto devono garantire, indipendentemente dalle loro dimensioni. Xylexpo mostrerà tutto questo: mostrerà i grandi gruppi internazionali capaci di realizzare impianti completi per i grandi produttori di mobili e mostrerà anche chi produce tecnologie altrettanto sofisticate per produrre qualità confrontabili in quantità inferiore, magari per una nicchia costruita con competenza e passione”.
E sul versante dei visitatori?
“E’ noto quanto Xylexpo sia di fatto dedicata al mercato nazionale. Il 70 per cento dei nostri visitatori sono italiani e l’Italia, non dimentichiamolo è sempre uno dei più importanti mercati del mondo, con un consumo di tecnologie per il legno e i suoi derivati che si attesta attorno al miliardo di euro. Non solo: è uno fra i più evoluti al mondo in termini di richiesta, perché ricolmo di clienti evoluti che vogliono soluzioni con elevati contenuti di innovazione sia sul versante della qualità del prodotto finito sia sulla possibilità di automatizzare al massimo i processi, una tendenza – questa – che accomuna tutti. Diciamolo: chi ha successo con le proprie tecnologie in Italia può affrontare il resto del mondo con assoluta tranquillità. I successi del recente Salone del mobile testimoniano quanto il design e le produzioni più di avanguardia stimolino una domanda di materiali, di forniture, di macchine, di tecnologie, di processi sempre diversi, sempre nuovi e potenti. Ecco perché a Milano, a Xylexpo, abbiamo espositori con determinate caratteristiche, con prodotti e dimensioni di un certo livello, perché è inutile essere qui se poi non si hanno le idee e le energie per affrontare il mondo. Ed ecco perché ci aspettiamo tanti visitatori da tutto il mondo, grazie anche alla forte campagna di promozione in oltre 50 Paesi, perchè oramai Xyexpo si è posizionata in questa parte della domanda e chi vuole avere uno spaccato reale della migliore tecnologia deve essere a Milano, dove è meno “distratto” da altri comparti più a monte o più a valle di quella che è la produzione di beni, dove non trova passaggi angusti in corridoi ristretti e nemmeno stand dove si vendono abiti tradizionali. Le preregistrazioni ci confortano e indicano che anche il dato dei visitatori sarà in crescita”.
Una fiera per utenti esigenti?
“Guardi, le fiere non sono una piattaforma, ma una arena, dove i contendenti scendono in lizza per mostrare il loro meglio, per competere e vincere. E’ un luogo dove il visitatore può confrontare immediatamente, vedere l’una accanto all’altra le possibilità che ha individuato: vince chi a questo spettatore informato, preparato, esigente mostra di avere le armi migliori, di qualunque dimensione sia il problema da risolvere…”.
Aprire un quarto padiglione è stata una sfida. Vinta.
“Sì. Dovevamo farlo perché nel 2016 avevamo saturato lo spazio a nostra disposizione oltre ogni limite. Non inseguiamo i numeri, non ci interessa avere 100mila metri quadrati o 100mila visitatori, ma creare una fiera che sia uno spazio di lavoro, di incontro efficace fra domanda e offerta. Il quarto padiglione ci ha permesso di dare più spazio a molti, una richiesta che in qualche modo ci ha sorpreso ma che è il tratto dominante di questa edizione: moltissimi hanno chiesto più metri quadrati rispetto al passato, segno della bontà di questa stagione che stiamo attraversando. Il successo non è stato il vendere più spazio, cresciuto in modo importante dai 29mila dell’ultima edizione ai 35mila metri quadrati di quest’anno, ma il creare una rassegna più “comoda”, l’avere l’opportunità di mantenere certi contenuti (lo scorso anno la “Xylexpo Arena” era stata annullata per mancanza di spazio, ndr.), poter disporre di un nuovo, quarto polo di interesse della rassegna. Come tutti sanno da tempo la nostra fiera ha messo in pratica quei principi che altri hanno approcciato solo in tempi molto recenti, ovvero costruire il lay out di ogni padiglione attorno a dei poli rappresentati dalle realtà più note e di maggiori dimensioni. A questo proposito sento di dover ringraziare le realtà che hanno accettato di buon grado di lasciare le posizioni che occupavano in passato per diventare, di fatto, i punti focali del nuovo padiglione 4: mi riferisco a Ima Group, a Felder Group, Weinig Group e a tutti coloro che, con loro, hanno compreso che si trattava di una importante opportunità e l’hanno colta, permettendoci di disegnare un padiglione di alto contenuto industriale e tecnologico, che avrà un forte appeal sui visitatori”.
Direttore, lei ha accennato un paio di volte a Xyexpo 2020, ai progetti per il futuro…
“L’esperienza degli anni recenti ci insegna che non è possibile rimanere immobili. Non solo: c’è stato un assestamento percepibile anche nei calendari fieristici, nel senso che ogni fiera ha compreso meglio che in passato quale ruolo è chiamata a svolgere. Noi abbiamo fatto, stiamo facendo le nostre scelte, prendendo una direzione che sarà ancora più evidente nel 2020 ma di cui diamo già qualche segnale n questi giorni a FieraMilano-Rho”.
A cosa si riferisce?
“Innanzitutto ai contenuti della fiera, alle aziende che vi espongono, ai comparti maggiormente rappresentati: è chiaro che questa è la nostra vocazione, la seconda lavorazione del massiccio e del pannello. La strada è questa, ma vogliamo che sia ben diritta, comoda per chiunque la percorra e con qualsiasi mezzo, utile – anzi: indispensabile! – per ciascun visitatore. Lanciamo qualche segno preciso in alcuni ambiti che rappresentano contenuti di valore e per noi sono l’opportunità di testare alcune scelte per riproporle su più ampia scala fra due anni. Penso all’area nel padiglione 4 che abbiamo chiamato XIH-Xylexpo Hub Innovation. Abbiamo due realtà ospiti, il Gruppo Comunica e Cloud Plugs, attraverso le quali lanciamo un messaggio preciso, ovvero che esistono tencologie magari da tempo scontate per i grandi gruppi, ma che per altre realtà sono territori ancora esplorare o da conoscere meglio. Questo sarà uno dei punti sui quali insisteremo con grande forza nel 2020 e ci spiace non avere potuto fare di più giù quest’anno… Il digitale, al di la delle frasi che si continuano a sentire, è veramente una rivoluzione e ritengo sia compito anche nostro permettere a tutti di leggere con chiarezza questo messaggio, sottolineare quali e quante opportunità per un ulteriore sviluppo esistano per imprese di qualsiasi dimensione. Abbiamo investito in modo significativo anche su un’altra area, al padiglione 2.
Mi riferisco a WAX-Wood at Xylexpo, perché non possiamo pensare solo in termini di software, di internet, di meccatronica, ma dobbiamo mantenere ben salda la visione dei nostri punti di partenza, fatti di legno, di artigianalità assoluta, di stile, di cultura, di design, di valori. Un doveroso omaggio al legno che abbiamo costruito attraverso tra protagonisti assoluti: l’associazione Culturalegno-Lignamundi che, grazie alla cinquantennale passione di Gianni Cantarutti svolge un ruolo troppe volte misconosciuto; Savinelli 1876, un marchio che non ha bisogno di presentazioni e che ha fatto un’arte del trasformare legni particolari per farne oggetti di piacere; Riva 1920, a cui ci lega un rapporto oramai lungo di amicizia e vicinanza, che a Xylexpo mostrerà alcuni pezzi e arredi, scelti da Maurizio Riva, assolutamente emozionanti. Un tema che sarà arricchito dalla presenza dei “Les Tourneurs de la Basse Valleè” al padiglione 4 e dello scultore Pietro Arnoldi al padiglione 2. Così come assolutamente eccezionale è la presenza del Museo del falegname “Tino Sana”, un’altra realtà che sentiamo “amica” da lungo tempo e che a questa Xylexpo sarà davvero protagonista, attraverso ben sedici aree che, di fatto, saranno la cornice dei padiglioni 1-3. Sarà una esperienza unica, perchè oltre a presentare le tante attività create da Tino Sana e portate avanti con impegno e passione enorme dalla sua grande famiglia, Xylexpo ospiterà antiche macchine e pezzi unici, un patrimonio di storia che – ne sono verto – emozionerà anche i più fervidi sostenitori della tecnologia più avanzata!”.
E per finire il ritorno della Xyexpo Arena…
“Abbiamo la netta sensazione che oggi più che mai ci sia bisogno di informazione, di confronto, di conoscere, perchè molte cose cambiano e stanno cambiando e non tutti hanno facile accesso alle informazioni necessarie. Il palinsesto è ricchissimo e invito tutti a voler consultare il programma completo nel sito di Xylexpo, ma voglio almeno elencare le realtà che saranno coinvolte e gestiranno specifici incontri nelle giornate della Xylexpo Arena, a partire dal ciclo di quattro seminari organizzati dl Dipartimento di Chimica, materiali e ingegneria chimica “Giulio Natta” del Politecnico di Milano e Catas, il più importante laboratorio europeo per la filiera legno-arredo, dedicati alla sostenibilità di adesivi e finiture. Un ciclo con contenuti di assoluta rilevanza, grazie anche alla presenza di “testimonials” di realtà del calibro di Panguaneta, Marlegno, Agroils, Alpi, Arpa Laminati, Arsonsisi, Akzo Nobel, Ica, Merck Group, Gruppo Lechler, Valcucine…Parleremo anche di “Industria X.0” nei quattro incontri curati da Accenture, ognuno dei quali affidato ad affermati specialisti dei diversi “filoni” della rivoluzione industrial in atto, e negli altrettanti approfondimenti firmati da Iq Consulting, spin off della Università degli Studi di Brescia che affronterà i temi delle tecnologie digitali, dla stampa 3d, la cultura del progetto e la gestione delle forniture. Due gli incontri dedicati alla falegnameria, affidati a Stefano Frignani di Kosmosoft che parlerà di “Falegameria 4.0” e dell’innovativo “metodo” che ha creato. Presente a Xylexpo Arena anche Conlegno/FederlegnoArredo che affronterà la sempre attuale questione della “due diligence” nel settore legno-carta, mentre Csil-Centro studi industria leggera proporrà anche a Xyexpo l’apprezzatissimo rapporto “World Furniture Outlook”, edizione 2018. Senza dimenticare la terza edizione del XIA-Xylexpo Innovation Award, premio per l’innovazione che una giuria di cattedratici e tecnici assegnerà alle soluzioni ritenute più “rivoluzionarie”, premi che saranno consegnati il 9 maggio in occasione de “La notte di Xylexpo”.
A cura di Luca Rossetti