Un incontro con Marco Silva, amministratore delegato di Licom Systems, per parlare della evoluzione di una delle realtà più note e attive nel mondo del software per la filiera legno (e non solo)…
Licom Systems da molti anni è il “braccio italiano” di AlphaCam, realtà leader nei software cad/cam per i centri di lavoro dedicati al mondo del legno, della plastica, dell’alluminio, dei materiali compositi; una realtà che negli ultimi anni ha dato segni di una certa “vitalità”, per cui abbiamo ritenuto doveroso andare a trovare Marco Silva, che di Licom Systems è l’amministratore delegato, per fare il punto della situazione.
“Diciamo che sono stati anni estremamente intensi e positivi”, ci dice Silva. “Una nuova stagione che ha preso il via nel 2014, quando Alphacam è entrata del gruppo Hexagon, una multinazionale svedese quotata alla borsa a Stoccolma. Una acquisizione strategica, non un mero investimento, e i risultati non sono mancati, perchè la nuova proprietà ha investito capitali ed energie, arrivando a sviluppare una nuova divisione interamente dedicata alla “smart production”. Sono stati anni in cui ci siamo incontrati, conosciuti, e allineati sui nuovi traguardi, potenziando notevolmente i nostri prodotti grazie a una “messa a punto” necessaria, che ci ha portato in un’altra dimensione. Lo scorso anno il gruppo ha messo mano anche alla immagine complessiva e anche noi abbiamo adottato un nuovo logo, rendendo il cambiamento più immediatamente percepibile. L’aspetto più significativo è comunque che all’interno di questo colosso svedese sono raccolte quindici realtà attive nel mondo del software e della innovazione e Alphacam è una di queste. Trovarci in una squadra forte di oltre 800 addetti ha avuto importanti conseguenze; ancora di più ne ha avute il poterci confrontare con altri specialisti e integrare parti del nostro software con applicazioni che ci hanno permesso, ad esempio, di migliorare tutta la nostra parte “3D”, di arricchire esponenzialmente il software per il nesting, di sviluppare tutta una serie di nuovi comandi. E il percorso compiuto in questi anni ci ha portato ad avere un nuovo target di clientela nel mondo del legno: se fino a qualche anno fa ci rivolgevamo soprattutto alle piccole e medie imprese, avere inserito nuovi comandi e arricchito determinate funzionalità ci pone come referenti di realtà di maggiori dimensioni, aziende complesse dal punto di vista gestionale. Stiamo portando avanti progetti sulle “grosse produzioni”, con importanti cucinieri e realtà attive nel contract. E non parliamo solo di “grandi quantità”, ma di qualità, di capacità di integrare macchine e tecnologie diverse di brand diversi, interfacciandoci con i database e con tutti i vecchi e nuovi “aggregati” imposti dai nuovi standard di Industria 4.0. In Alphacam negli ultimi anni il personale è cresciuto del 30 per cento, un trend che viviamo anche in Italia: abbiamo assunto nuovi tecnici e ingegneri e aperto un nuovo ufficio ad Aversa, vicino a Caserta. Una crescita del 15 per cento, analoga a quella del gruppo, con un fatturato che ha raggiunto i tre milioni di euro”.
Dati estremamente positivi, segno che il cambiamento è stato prontamente assorbito.
“Abbiamo gestito il cambiamento e i risultati non sono mancati, anche se il futuro indica qualche preoccupazione. I provvedimenti in materia di Industria 4.0 hanno dato una forte spinta che non sappiamo quanto durerà, per non parlare degli effetti del corona virus. Due grandi temi che si innestano su un settore che non è certo in uno dei suoi periodi di massimo splendore… da parte nostra continuiamo a investire per cogliere ogni opportunità, a partire dal progetto di organizzare “user meeting” che ci permetta di essere ancora più coinvolgenti: in Italia abbiamo superato la soglia dei 3mila clienti, con oltre 5mila licenze”.
D’altra parte il software è oramai il fattore che fa la differenza…
“… che il software sia il cuore del sistema è un dato di fatto e oggi non esiste azienda che non comprenda quanto sia necessario investire risorse, al di là dei vantaggi fiscali. Oggi la produzione segue altri principi, sempre meno “labour intensive” e sempre più “smart”. Come le ho già detto il nostro riposizionamento ci ha portato a collaborare con realtà di maggiori dimensioni rispetto al passato, pronte a investire per poter governare in modo efficace parchi tecnologici spesso complessi e articolati”. Ovviamente non abbiamo abbandonato i clienti più tradizionali quali gli artigiani e conto terzisti dove Alphacam è di casa, usato nella produzione di qualsiasi oggetto in legno inclusi violini e contrabbassi piuttosto che nella sgrossatura di statue liturgiche giusto per fare qualche esempio.
Ci sono settori più “attenti” di altri?
“Sì, ci sono segmenti industriali che hanno acquisito questi principi più di altri. Penso ai produttori di fusti per salotti, dove abbiamo registrato una crescita davvero consistente delle soluzioni nesting, con il quale rendere più veloci le lavorazioni degli elementi ricavati da pannelli truciolari. Credo di poterle dire che il 50 per cento dei terzisti che lavorano per i “fustai” oggi usano Alphacam, grazie proprio allo sviluppo del nostro nesting, particolarmente performante: ecco che un comparto apparentemente lontano dalle tecnologie più “alte” ha regalato una piacevolissima sorpresa. Le cose stanno andando piuttosto bene anche sul versante dell’arredo nautico, dove la trasformazione avviata oramai qualche anno fa dalle penalizzanti misure del governo Monti hanno di fatto terminato il loro effetto e creato situazioni nuove, con una domanda sostenuta di automazione dei processi, di controllo delle tecnologie, di nesting avanzato”.
E venendo a Licom System?
“Non siamo solo “agenti/distributori”, perché il pacchetto Alphacam è in realtà uno dei pochissimi personalizzabili sulle necessità del singolo cliente. Da sempre offriamo la possibilità, tramite i nostri tecnici e ingegneri, di “adattare” Alphacam ai software già presenti nelle aziende, alle tecnologie che hanno scelto di adottare, riducendo in modo estremamente significativo il grado di complessità. Siamo sviluppatori, integratori, conoscitori dei processi produttivi che utilizzano Alphacam per la gestione e il controllo delle macchine, aggiungendo tutto ciò che serve, che si parli di altri software o più semplicemente delle già ricordate personalizzazioni. Questa è la vera sfida di questa epoca, in cui troppi ragionano ancora di una informatica che ha il sapore degli anni Sessanta! C’è stata una rivoluzione, le aziende meccaniche sono diventate meccatroniche e non poche hanno bisogno di essere consigliate, mentre i “grandi” hanno organizzato nuove divisioni al proprio interno, magari collaborando con le più celebrate piattaforme a livello mondiale. E c’è una questione che sottende a tutto questo, ovvero la necessità che i dati siano conoscibili, trasferibili, che si possano far dialogare fra loro tecnologie con quelle relazioni che noi siamo bravissimi a creare”.
Su questo cambiamento quanto ha pesato il vostro ingresso in un grande “software group” internazionale?
“Moltissimo: l’arrivo di Hexagon, che ora detiene il 50 per cento della proprietà di Licom System, ci ha dato una sferzata di energia, esaltando la nostra capacità di sviluppare idee e programmi attingendo alla enorme esperienza e competenza del gruppo svedese in altri ambiti. Non dimentichiamo che il Italia Alphacam realizza il 20 per cento del proprio fatturato mondiale, un risultato che fa di noi uno dei partner più importanti del gruppo. Non è un caso che negli ultimi tre anni siano state affidate a noi installazioni all’estero, in Malesia, Indonesia, Tailandia, Sud America… diciamo che abbiamo definito interessanti soluzioni, molte speciali, alcune delle quali anche per Ikea.
Questo è un aspetto che mi piace sottolineare ancora: non siamo commercianti, non siamo rivenditori e installatori, ma sviluppatori capaci di andare oltre alle possibilità di pacchetti preconfezionati. Questo è il nostro vero lavoro: abbiamo una struttura adeguata, le nostre competenze sono riconosciute dai clienti e internamente, per cui anche per il gruppo siamo una risorsa.
Collaboriamo molto con i costruttori di macchine e tecnologie, che spesso ci chiamano per integrare le loro soluzioni ai software dei clienti o alle loro modalità e consuetudini; questo per noi è servizio, una garanzia di un rapporto di qualità. Il rapporto con loro è cambiato: non siamo più visti come quelli che “aggiungono un pezzo per avere qualche comando in più”, ma come specialisti con il quale collaborare. Una collaborazione che ha toccato diverse delle più significative innovazioni tecnologiche dei costruttori più importanti e che abbiamo portato, spesso proprio collaborando con i produttori, in altri settori, nella lavorazione della plastica, dei materiali compositi. Sempre su macchine, linee e impianti di una certa importanza, come dicevo all’inizio, su clienti di taglia decisamente più grande e, dunque, con soddisfazioni importanti”.
E le prossime sfide?
“Continuare a garantire un crescente sviluppo della “smart production” grazie a software sempre più performanti ma semplici da utilizzare. Non credo a cambiamenti radicali, quanto a un costante ampliamento di funzionalità e possibilità.
Ci stiamo muovendo meglio che in passato sul cad tridimensionale, grazie a una piattaforma comune a tutti i prodotti del gruppo: un progetto estremamente ambizioso, perché ci porterà a rivoluzionare ulteriormente il nostro ambiente, una scelta che oramai portiamo avanti da diversi anni e di cui vediamo già i risultati.
Avremo un legame ancora più stretto fra design e produzione, grazie proprio a software tridimensionali sempre più potenti, e vedremo applicazioni “ad hoc” per i robot, sempre più presenti negli ambienti di lavoro: abbiamo già iniziato a vedere, giusto per dare una occhiata al futuro, scelte in cui il robot arriva a sostituire efficacemente il centro di lavoro, una metamorfosi che dovrà avere confini meglio definiti ma che non mancherà di essere una parte del futuro dell’industria del legno e del mobile. … ecco il futuro!”.
a cura di Luca Rossetti