Mario Baldo: grazie di tutto!

Il presidente del Gruppo utensilieri di Acimall ha deciso di ritirarsi dalla vita lavorativa e, dunque, di lasciare anche la carica associativa. Una notizia che ci ha colto di sorpresa e abbiamo deciso di andare a trovarlo per fare quattro chiacchiere…

… e non solo perché è una piacevolissima persona o per il suo ruolo nel mondo dei produttori di utensili, ma anche e soprattutto perché è stato un imprenditore dalle idee chiare, capace di portare avanti sfide importanti: è stato lui a dare il via all’unica fusione che ha funzionato, quando con altri imprenditori come lui “Illuminati” ha unito le forze di Garniga, Rekord e Zuani per fondare Twt a Rovereto, terra dove gli utensili sono da sempre di casa. Ed eccoci seduti alla Casa del vino della Vallagarina (condividiamo una sana passione per il buon bere…) a chiacchierare di associazione, di utensili, del mondo del legno.

“È ufficiale. Lascio tutto e passo il testimone a Gianluca Fantacci (di cui pubblicheremo l’intervista sul prossimo numero, ndr.). È una persona a modo e sono convinto che potrà fare molto per un comparto nel quale non si fatica ad avere ottimi rapporti personali, ma dove è indubbiamente più difficile trovare il modo di lavorare insieme”, esordisce Mario Baldo con il suo abituale, largo sorriso.

“Ho sempre creduto nell’associazionismo: la produzione di utensili è portata avanti, nella maggior parte dei casi, da microimprese, un mondo nel quale c’è molto “io” e poco “noi”, esattamente come nel resto della nostra imprenditoria. A mio avviso questa caratteristica molto italiana ha impedito la crescita di tutti, anche perchè siamo davvero tantissimi: non ci sono altri Paesi al mondo che possano vantare un numero così elevato di artigiani e di piccole o piccolissime realtà che hanno  deciso di costruire utensili per il legno. Questo significa vivere di un settore che, salvo eccezioni purtroppo non numerosissime, ha una mentalità diversa, più semplice, artigianale, non certo adatta per operare in un mondo che cambia sempre più velocemente, dove i mercati che una volta potevano essere considerati di riferimento diventano un territorio nel quale arrivano tutti a proporre i propri utensili, arrivando a lotte sul prezzo spesso suicide…E’ una realtà che ho sperimentato molte volte in quello che è sempre stato il mio mondo, ovvero gli utensili per il serramento: della decina di realtà operative solo una quindicina di anni fa oggi ne sono rimaste talmente poche che potremmo contarle sulle dita di una mano. Quelle che sono state “espulse” non hanno pensato di unirsi, di attivare nuove strategie o di comprendere come reagire a questa lotta, ma hanno semplicemente fatto un passo indietro, cercando altri settori, altri comparti, altre nicchie di mercato dove poter continuare, spesso perdendo fatturato e con una presenza nei diversi mercati assolutamente poco organica. Il mercato, lo ripeto, è in continua evoluzione: lo vediamo ogni giorno e ogni giorno tocchiamo con mano l’evidente rischio che i “grandi nomi” creino di fatto un monopolio a cui nessuno ha la forza di opporsi. E stiamo parlando di un mondo, quello del serramento, in costante contrazione: si producono meno serramenti, si investe meno in tecnologia”.

Sembra una situazione disperata…
“Non lo è, perché ogni giorno si possono adottare comportamenti nuovi e trasformare ciò che ci cir conda, ma è innegabile siano pochissimi coloro che possono vantare una efficace copertura dei mercati, che possono recarsi dai clienti e stabilire un rapporto forte. E se, come ho accennato, si investe meno, si comperano meno macchine e impianti, ecco che mancano anche i “primi attrezzaggi”, non c’è più nemmeno la possibilità di lavorare sul nuovo. Sono diminuiti anche i centri di affilatura sul territorio, perché le imprese devono contenere i costi. Insomma, la trasformazione è evidente, eppure nessuno ha cercato nuove risposte, nessuno ha pensato a rafforzarsi instaurando rapporti di collaborazione e si continua ad andare dai propri clienti – quando è ancora possibile farlo – facendo leva sui rapporti personali, su legami antichi… non c’è bisogno che sottolinei quanto lavorare in questo modo imponga importanti costi in termini di energie e di persone. Senza contare che pvc, e alluminio hanno infer to un ulteriore, doloroso colpo al serramento in legno, un processo che ha portato a un altro, evidente scenario poco incoraggiante…”.

Cosa intende dire?
“… che nessuno ha difeso il legno: nessuno ha mosso un dito per cercare di contrastare la crescente marea degli altri materiali e i nostri clienti, i produttori di serramenti in legno, hanno di fatto “incamerato” plastiche e alluminio, senza difendere il valore del proprio prodotto. Hanno deciso di proporre qualsiasi serramento, puntando su una maggiore possibilità di soddisfare la domanda, accorgendosi che in questo modo tutto era più semplice, accontentandosi di una marginalità diversa, per ché dall’essere produttore, dal ricavare un serramento partendo da un pezzo di legno si è trasformato – in tutto o in par te – in un trasformatore, in assemblatore, dunque con ricavi decisamente inferiori”.

Nella sua vita da imprenditore lei ha fatto scelte più coraggiose…
“Ho lavorato nel mondo degli utensili per il serramento per 48 anni, iniziando come garzone in una “cooperativa alimentare”. La mia esperienza nel campo degli utensili è iniziata attorno al 1975 presso la ditta Garniga. Erano anni davvero splendidi, quando erano i serramentisti a venirti a cercare, perché lavoravano forte e avevano sempre bisogno di utensili nuovi o perfettamente affilati…Nei decenni successivi abbiamo vissuto alti e bassi, ma il trend è sempre stato positivo, ad esclusione dei due periodi di grande crisi, ultima datata 2008. Ho sempre dato grande impor tanza al valore della “consulenza” volta al nostro cliente, aspetto fondamentale per un rapporto di fiducia, nonostante la difficoltà di trovare un riconoscimento economico per questo. Dopo l’ultima crisi la concorrenza è diventata sempre più aggressiva soprattutto dal punto di vista tecnologico, aumentando la velocità di avanzamento dell’utensile. Tutto questo portava e porta ad un’innovazione completa dell’utensile. Improvvisamente ci siamo accorti che tutto era diventato troppo difficile, che non poteva esserci posto per tutti. Essere presenti in un mercato globale comportava volumi di fatturato a due cifre, cosa che nel mercato italiano dei costruttori di utensili per serramenti in legno in quel momento nessuno poteva vantare. In un segmento, lo ripeto ancora, dove le relazioni umane sono ancora fondamentali: bisogna muoversi, conoscere, parlare, informarsi, gestire, essere sempre sul pezzo. E invece abbiamo tutti puntato moltissimo, troppo, sulla produttività, non valutando abbastanza che senza un corretto posizionamento del prodotto, senza una adeguata forza commerciale la produttività diventa solo un problema. Ed è qui che la struttura di una azienda, la sua forza, la sua organizzazione,la sua visione diventa fondamentale”.

E a livello tecnico?
“C’è stata una rivoluzione nelle macchine e, di conseguenza, negli utensili. Siamo stati capaci di interpretare le nuove tecniche e di offrire attrezzi che hanno reso l’insieme ancora più efficace. Ora che mi ci fa pensare credo che la decisione, tre anni fa, di creare Twt riunendo tre realtà sia in qualche modo legata anche a questa evoluzione tecnica profonda, oltre che alla necessità di essere più forti. Abbiamo fatto una analoga rivoluzione a livello di impresa: quando abbiamo iniziato a parlarci abbiamo subito capito che questo passo imponeva che le tre realtà coinvolte fossero a posto da ogni punto di vista: finanziario, organizzativo, strategico. Ci abbiamo lavorato e alla fine abbiamo unito aziende “in forma”, che non cercavano una soluzione al problema, ma che erano così forti da voler crescere ancora per fare sempre di più. Certo, c’è voluto coraggio sia da parte mia, che ero co-titolare di Garniga e Rekord, che di Filippo Pellitteri, responsabile di Zuani. In venti giorni eravamo operativi in un’unica sede, con un programma di produzione integrato e con la certezza che stavamo fondendo due mentalità diverse ma che oggi sono integrate. Cercammo di coinvolgere anche altri utensilieri in questo processo, arricchendo la nostra gamma, ma non abbiamo riscosso molta attenzione. Oggi le cose sono diverse e Twt può percorrere questa strada con ben altri strumenti…”.

Ci parli della sua scelta di andare in pensione…
“Era ora! Una scelta fatta diversi anni fa, perché mi sono reso conto che dovevo restituire alla mia famiglia il tanto tempo che ho sottratto loro… per cinquant’anni sono stato il marito di un’azienda e oggi voglio che mia moglie torni a essere mia moglie. Vede, dietro una vita spesa in un’azienda o in un lavoro coinvolgente c’è sempre una famiglia che ha fatto o subìto scelte e situazioni. Lascio il settore sapendo che avrei potuto fare di più per condividere la mia certezza che la sfida commerciale è un capitolo importante per le imprese del nostro comparto: tendiamo a innamorarci dei nostri clienti, a fare viaggi interminabili per incontrarli, ma in un contesto economico come quello attuale non è una strategia. Dobbiamo cercare quelli che non ci conoscono, sconfiggere l’abitudine, cercare nuovi contesti. Ecco, se vuole questo è il mio “testamento professionaledi imprenditore. Sono certo che in Twt si potranno fare molti altri passi avanti, a patto di comprendere che è il gruppo al servizio della singola impresa e non il contrario, senza mai tralasciare di pianificare e investire nella presenza sul mercato. Vorrei ringraziare di cuore tutti coloro che mi hanno affiancato e sostenuto durante tutti i miei anni di attività lavorativa”. Come presidente del Gruppo utensilieri ho il rimpianto di non aver fatto quanto avrei voluto, perchè non le nascondo che gli anni della mia presidenza non sono stati semplicissimi. Avrei, avremmo dovuto contribuire a portare su un altro livello il rapporto fra utensilieri e costruttori di tecnologie…è un pensiero che lascio al mio successore. Si cresce insieme, si deve crescere insieme, tutti insieme. Se avessimo perseguito tutti con più forza questo obbiettivo avremmo fatto grandi cose…”.

a cura di Luca Rossetti

Mario Baldo: grazie di tutto! ultima modifica: 2020-04-02T16:26:38+00:00 da Luca