Di seguito pubblichiamo le considerazioni in merito all’attuale emergenza da parte di Cristina Sella, contitolare della Essetre di Thiene (Vicenza).
Cristina Sella
contitolare Essetre (Thiene, Vicenza)
www.essetre.com
1. Come avete reagito a questa emergenza?
“… innanzitutto spero di trovarvi bene tutti, collaboratori e famiglie. Noi stiamo tutti bene e stiamo cercando di affrontare questa emergenza tanto inaspettata quanto disarmante sia da un punto di vista personale (gestione delle famiglie!) che aziendale (gestione della produzione!)”.
“Da dove cominciare…. difficile rispondere alle tue domande o elencare una serie di considerazioni, quello che ci riesce meglio in questo momento è parlare con il cuore, seguire certamente quanto ci viene imposto da scienziati e uomini di politica, ma istintivamente dare più retta alle nostre emozioni. Penso prima di tutto alla salute di un uomo di mezza età, che vive solo: il “capitano” di una azienda sana e forte che si vede improvvisamente costretto a chiudere i cancelli e a lasciare la propria squadra a casa, in attesa che passi la tempesta. Penso a dei figli preoccupati per genitori anziani e soli, preoccupati per tanto lavoro da portare avanti, frutto di tanti anni di “tenere duro”, impossibilitati a produrre e concentrati a rassicurare tutti. Penso alla gestione di figli in età scolare, video lezioni da incastrare a video conferenze, direttive scolastiche da studiare e direttive aziendali da impartire. Penso a come comunicare alla nostra squadra che ci siamo messi tutti in cassa integrazione e vedo che comunque nessuno vuole abbandonare la nave: continuiamo a lavorare “da casa” (espressione più bella di smart working), continuiamo ad essere reperibili, a scambiarci mail e messaggi a tutte le ore del giorno e della notte, a telefonarci per rassicurarci che SÌ, ci siamo ancora, siamo ancora sul pezzo. Pensiamo a stare bene, ma andiamo avanti, guardiamo con entusiasmo ogni termine che ci viene comunicato: 25 marzo, 3 aprile, 13 aprile…. e non molliamo la presa, siamo pronti a ripartire, vogliamo rimanere positivi ma non è facile: le statistiche e i bollettini della Protezione civile arrivano dritti al cuore, stiamo perdendo tante persone, affetti cari…
- Che cosa, a vostro avviso, sta cambiando o cambierà in modo radicale?
“Quindi – caro Luca, cara Acimall, cara Confindustria e caro Governo – se mi chiedi se è cambiato qualcosa, ti rispondo “SÌ”. E non solo perché abbiamo aggiornato i nostri hashtag in Facebook, in istagram e compagnia bella, scrivendo #andràtuttobene e #staystrong e #nonmolliamo e abbiamo sventolato il nostro tricolore fisicamente e virtualmente. È cambiato l’aspetto della nostra azienda, che si è messa subito rigorosamente in “tenuta da guerra”, creando zone di sicurezza, distanze di sicurezza, protocolli di sicurezza, distribuendo mascherine e guanti e gel a tutti, affiggendo nelle bacheche fior di decreti e direttive, respingendo visitatori, riportando a casa i nostri ragazzi che a fine febbraio si trovavano all’estero. È cambiato l’approccio con clienti e fornitori, che prima di tutto andavano rassicurati del fatto che stavamo producendo e che potevamo servirli e pagarli. Abbiamo reagito bene, da bravi veneti, attaccati alla terra e al lavoro, fieri del nostro operato e convinti che anche stavolta ci rialzeremo. Abbiamo reagito a volte con paura, con incertezza sul da farsi (ci sono aziende che hanno chiuso ben prima dei decreti), facendo mille volte i conti per il fine mese, così da riuscire a pagare tutti, dipendenti fornitori e banche. E il mese di marzo è andato, siamo salvi, siamo a posto”.
- Che cosa le autorità e tutti noi dovremmo fare?
“Se mi chiedi cosa dobbiamo fare, ti rispondo quello che abbiamo sempre fatto: lavorare, resistere, rialzarsi e ripartire, affrontare tutto con forza coraggio e lealtà, consapevoli che non siamo soli e mai come ora siamo tutti parte della stessa squadra, in azienda, nella nostra regione, nel nostro Paese, nel mondo. La speranza ovvia che le istituzioni e i governi e l’Europa ci supportino nei prossimi mesi, tramite aiuti economici ma anche deburocratizzazione, è grande davvero, ma non riponiamo troppa fiducia in ciò: la storia ci ha insegnato che purtroppo questi sono meccanismi troppo lenti e non possiamo permetterci di aspettare il loro aiuto. Semplicemente ci rimboccheremo le maniche e ripartiremo da dove ci siamo fermati. E dovremo sostenerci anche tra aziende, collaborare e condividere: il compito di Acimall e di tutte le altre associazioni dovrà essere proprio quello di semplificare questi legami, informare filtrando le notizie necessarie e facilitare l’accesso ai meccanismi bancari e governativi. Ma, fondamentale, tanta salute e poter ritrovarsi magari a discutere e ridisegnare le sorti del nostro settore, perché no, a livello mondiale. Risparmiamo le nostre energie per ripartire, non perdiamoci in polemiche, critiche e discorsi politici.
Gli italiani sono un popolo ingegnoso, #andratuttobene!”.