Questo è il settimo contributo/intervista che abbiamo ricevuto per la nostra iniziativa dedicata al settore delle tecnologie del legno durante l’emergenza “Covid-19”.
Fabrizio Azzimonti
titolare ORMAMACCHINE (Torre Boldone, Bergamo)
www.ormamacchine.it
Come avete reagito a questa emergenza?
“… non avrei mai pensato di dover parlare, ma soprattutto di vivere, una situazione che può essere definita solamente con una parola: apocalisse. Siamo rimasti tutti sconvolti da questa pandemia che poco alla volta ha colpito tutto il mondo in maniera subdola, invisibile e devastante. Una intera fascia di persone le più anziane, le più indifese, e non solo, sono state colpite e se ne sono andate negando a chi purtroppo ha dovuto subire questo dolore, anche la possibilità di stare con i propri cari negli ultimi momenti di vita terrena”.
“Per quanto riguarda il lavoro ovviamente mi sono attenuto a tutte le disposizioni che il governo ha nel tempo diramato per il contenimento dell’epidemia, con la chiusura progressiva di tutte le attività aziendali. I danni economici e d’immagine che subiremo saranno devastanti, nell’immediato con l’impossibilità di fatturare gli ordini in corso, in prospettiva considerando l’assenza di nuovi ordini.
La crisi non sarà nemmeno paragonabile a quanto successo dopo l’11 settembre 2001 o alla crisi Lehman Brothers: nel momento in cui ci sarà data la possibilità di riprendere a produrre si potrà fatturare quanto avevamo in portafoglio (sicuramente non tutto), ma è nel breve periodo, due o tre mesi, che i problemi si faranno sentire in maniera ancora maggiore”.
“Come imprenditore farò tutto quanto sarà possibile per garantire la continuità dell’azienda, impiegando ogni risorsa e sforzo per tale scopo; ma sicuramente ci dovranno essere dei “fattori esterni di supporto”. Dovranno essere adottate, oltre alla già confermata cassa integrazione, anche tutte le azioni possibili che prevedano un sostentamento economico nelle varie forme – sgravi fiscali, dilazioni, rateizzazioni – in quanto pensare che le aziende, soprattutto di piccole e medie dimensioni, possano farsi carico totalmente di questi costi, seppure dilazionati, è utopia. Mi auguro che le nostre rappresentanze di categoria riescano a trasmettere queste necessità al governo e che gli aiuti siano concreti e immediati. Per quanto riguarda la realtà della mia azienda quanto successo mi fa capire che bisogna indirizzare gli sforzi verso una maggiore digitalizzazione a supporto del marketing, della comunicazione, dell’assistenza, dell’e-commerce e dello smart working. Siamo Italiani, bergamaschi e imprenditori è nel nostro sangue di non mollare mai e sono sicuro che ce la faremo!”.
“Considera queste righe come uno sfogo personale, scritte di getto in quanto in questo periodo ci sono priorità operative e pensieri che non mi permettono di razionalizzare al meglio le azioni da intraprendere. Dalle nostre parti i morti sono talmente tanti che non ricordo quanti necrologi o telegrammi di condoglianze ho mandato e ogni volta mi viene un groppo in gola e gli occhi mi si riempiono di lacrime…”.