ATTO 11 – Finiture

Anche Giovanni Sedino, amministratore delegato di Finiture (Villatora, Padova), ha voluto inviare il suo contributo per la nostra iniziativa.

Giovanni Sedino
amministratore delegato FINITURE (Villatora, Padova)
www.finiture.it

 

  1. Come avete reagito a questa emergenza?

“Noi di Finiture, fin da subito, abbiamo reagito attenendoci alle regole, come tutte le persone di buon senso. Abbiamo iniziato a prendere tutte le cautele del caso, abbiamo distribuito immediatamente i dispositivi di protezione individuale e il personale dell’azienda si è subito reso conto che rispettare le disposizioni aziendali significava lavorare più sicuri e, infatti, tutti hanno seguito le nostre indicazioni. Allo stesso tempo ognuno è rimasto al suo posto e nel suo ruolo, ovviamente in smart working, rendendosi ben conto che la salute è la cosa prioritaria ma che senza lavoro non c’è salute e che le due cose potevano essere conciliate. Bisognerà vedere cosa succederà tra qualche mese, quando moltissime aziende, terminate le commesse in essere e avendo tutti i reparti commerciali praticamente fermi ormai da due mesi e i principali mercati bloccati, si troveranno senza lavoro. Quello, secondo me sarà un altro momento molto difficile”.

  1. Che cosa, a vostro avviso, sta cambiando o cambierà in modo radicale?

“Sta cambiando in modo radicale il modo di relazionarsi tra le persone e ci vorrà molto tempo perché le cose si modifichino. L’uomo è un animale sociale e questa situazione ha influito sulla psiche di molti. È cambiata la fiducia nella istituzioni – non tanto in quella politica che in Italia è sempre stata più una commedia comica che una faccenda seria – ma verso quelle istituzioni superiori relative alla sanità, all’organizzazione sociale, che ci hanno fatto rendere conto che, nei momenti difficili (che tra l’altro possono arrivare in un istante) molta gente si è trovata completamente sola. Ora, spero che in un prossimo futuro ci interrogheremo tutti su quali siano le vere priorità di una società civile. Cambierà anche il mondo del lavoro: spero che ci sarà meno demagogia e interessi di parte e più attenzione all’interesse comune di tutte le parti sociali. Di questo però non ne sarei così sicuro…”.

  1. Che cosa le autorità e tutti noi dovremmo fare?

“Mi rendo conto che è molto difficile, ma le autorità dovrebbero mediare tra tutte le indicazioni che arrivano tra le varie componenti delle società – scienza medica, industria, agricoltura eccetera – per poi prendere delle decisioni che tengano conto di tutte queste indicazioni, con una visione chiara, presente e futura, della situazione, guardando però anche alle esperienze del passato. Dovrebbero gestire la comunicazione in modo sociale e non teatrale, senza creare panico e apprensione ma infondendo sicurezza nella popolazione.  Ho la sensazione che ci siano troppi protagonisti e tanta confusione comunicativa di tutti i tipi: medica, politica, organizzativa. Ognuno dice la sua, e spesso in contrasto gli uni con gli altri; questo di certo non aiuta.  Noi non possiamo fare molto, se non attenerci alle disposizioni ufficiali, sperando vivamente che la cura non ammazzi il cavallo. Un’altra soluzione sarebbe la rivolta, ma spero che non ci si arrivi mai, anche se forse in qualche parte del Paese, se andiamo avanti così, non manca molto… Se non arrivano gli aiuti alle persone che hanno veramente bisogno (si parla di mangiare!) potrebbe essere un vero problema…”.

Per la foto credits: ©Freepik

 

ATTO 11 – Finiture ultima modifica: 2020-04-13T12:58:02+00:00 da Luca