“Dal punto di vista umano, come uomo e cittadino italiano, mi sono sentito “piccolo e grande” allo stesso tempo…
Umberto Pizzi
titolare PIZZI by PGS (Borgosesia, Vercelli)
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- Come avete reagito a questa emergenza?
“Dal punto di vista umano, come uomo e cittadino italiano, mi sono sentito “piccolo e grande” allo stesso tempo. Mi spiego meglio: piccolo perché, per come la vedo io, davanti a una situazione così catastrofica ci si sente veramente piccoli, impotenti, consapevoli che l’avvento di un momento storico di tali dimensioni ti arriva addosso sorprendendoti e destabilizzandoti, come fossimo lillipuziani davanti al gigante Gulliver.
Ci si sente vulnerabili, coscienti che quanto si è visto alla televisione in un’area sfortunata come quella di Bergamo, scene veramente tristi e toccanti, possa toccare anche te e ai tuoi cari.
È una riflessione forse un po’ troppo “matematica”, che guarda al “rapporto dimensionale” tra noi e il virus, ma che ti porta alla consapevolezza e alla percezione della nostra vulnerabilità di fronte a un nemico invisibile e così potente come il Coronavirus.
Al tempo stesso ci si sente grandi, si vuole difendere il proprio Paese le e sue sorti, il suo buon nome (all’inizio, gli italiani, in un contesto internazionale, sembravano essere considerati addirittura degli “untori”), i tuoi connazionali, i tuoi cari, gli anziani: stai in allerta, con forza, con grande senso civico, quasi volessi prendere “a botte” il tuo nemico, con grinta e determinazione!
Se guardo a tutto questo da imprenditore, ammesso che si possano dividere le due cose, posso dire che abbiamo agito rapidamente, intervenendo fin dai primi giorni della crisi mettendo in atto tutte le misure necessarie alla tutela di ogni persona e di ogni addetto presente in azienda. Ci siamo subito resi conto che il nemico avrebbe provocato seri guai non solo a livello sanitario, ma anche sul piano economico e finanziario.
Abbiamo dunque avviato immediatamente una analisi continua e preventiva dei costi, alla luce della situazione di emergenza e per il “lock down” che sapevamo inevitabile, con ansia e preoccupazione per sviluppi che potrebbero rivelarsi pesantissimi, la paura che la situazione diventi irreversibile ma anche con la forza, e la tenacia che ti senti salire dentro in tante altre occasioni, dettate e figlie dalla passione e dalla resilienza tipica di ogni imprenditore italiano, soprattutto di una piccola e media impresa.
Ed ecco la volontà di sentire i propri clienti, i propri dealers in Italia e nel mondo; l’attenzione al lavoro commerciale volto a trasmettere positività, nel voler più di prima essere presenti, rispondere al telefono, assecondare richieste e necessità dei propri clienti seguendo ancora più tempestivamente ogni offerta…
Sempre vigili, con spirito e fare positivo, impegnati in una solida valutazione commerciale e con il desiderio di guidare l’azienda in avanti, pensando e trovando soluzioni, affrontando e non subendo la situazione, con un atteggiamento “possiamo farcela” tipico del genio e della flessibilità italiana”.
- Che cosa, a vostro avviso, sta cambiando o cambierà in modo radicale?
Dal punto di vista sociale, nel breve e medio periodo, sussisterà un certo timore nelle persone, quasi un marcato limite psicologico nei confronti del “Covid-19”, che continuerà a essere vissuto come reale minaccia per la nostra salute e quella dei nostri cari.
Una “consapevolezza” che è una sorta di allarme, un’ansia che sale in noi di fronte a un pericolo, quindi la consapevolezza della presenza di questo virus nelle nostre vite e di che cosa potrà comportare… le nostre vite ne saranno condizionate ancora per un tempo che temo lungo, almeno fino a quando non ci sarà la certezza di una cura o di un vaccino che ci permetta di poterlo debellare. Consapevolezza e al tempo stesso l’inevitabile paura di sbagliare nel dover prendere e rispettare tutte quelle misure imposte e necessarie a tutela della nostra salute, mai così certe e infallibili quanto il vaccino che verrà.
Dal punto di vista economico temo che nulla sarà più così scontato: in fondo è sempre stato così, ma il “Covid-19” renderà questa realtà ancora più vera, riconoscibile.
La crisi economica globale potrebbe essere molto peggiore anche di quella del 2008, un fenomeno imprevisto che sconvolge molte delle nostre convinzioni pregresse anche viste in chiave macroeconomica. Per quanto riguarda il nostro settore voglio augurare a me stesso e a tutti noi che le cose possano essere un poco diverse e che così come questo virus ci ha colpito improvvisamente trasformando le nostre vite in una manciata di giorni, così potremo altrettanto velocemente riprenderci, tornare a una vera normalità… forse sono troppo ottimista, ma non posso, non voglio escludere che potrebbe anche andare così…
In questo difficile periodo mi sono spesso confrontato con altri imprenditori nel nostro settore e devo dire che nessuno di noi riesce a pensare che questa emergenza cancelli tutto ciò che abbiamo fatto, che abbiamo costruito. Dobbiamo tenere duro, mettere insieme tutte le nostre energie per continuare a mandare avanti le nostre imprese. in questo ci confortano le risposte e la vicinanza di tanti clienti che sentiamo vicini a noi”.
- Che cosa le autorità e tutti noi dovremmo fare?
“Guardando al nostro Paese devo dire che da un punto di vista economico dobbiamo auspicare che le autorità abbiano il buon senso di mantenere fede agli impegni presi o annunciati a sostegno di ogni attività economica. È evidente che un primo ruolo attivo nell’aiutare il periodo di congelamento dell’economia e il sostegno al successivo” disgelo” è strettamente connesso con la questione della liquidità, un elemento che se disponibile comporta la possibilità di avere più tempo a propria disposizione, di aspettare che la situazione evolva con le energie necessarie per soddisfare i bisogni primari della propria impresa.
È dunque chiara a tutti la necessità di assicurare liquidità alle imprese che rappresentano l’ossatura dell’economia italiana e che, a causa delle conseguenze del periodo di emergenza e per il “lock down”, non ne dispongono a sufficienza: lo stesso Mario Draghi, nel suo intervento sul Financial Times del 26 marzo scorso, ha messo in evidenza la necessità di attivare meccanismi che consentano alle banche di attuare prestiti a tasso limitato, così da sostenere il mantenimento dei posti di lavoro. Occorre agire con risolutezza sul profilo finanziario, così come su quello fiscale”.