Attenzione ai dettagli e uno sguardo sempre diretto verso la valorizzazione dei materiali e la riduzione di eventuali danni ambientali causati dalle emissioni di sostanze chimiche. Bigondry, l’azienda veneta specializzata in soluzioni di impianti di essiccazione e trattamento termico del legno, punta, nella seconda parte di questo atipico 2020, a proseguire nel proprio percorso di crescita e di innovazione, mettendo in mostra una volta in più le proprie eccellenze, tra cui l’esclusiva realizzazione di impianti di termo-modificazione del legno ad altissime temperature.
“Thw”, la linea di termocelle “made in Bigondry”, con una capacità netta dai quattro ai trenta metri cubi, è uno dei fiori all’occhiello dell’azienda. Questa gamma, infatti, con un sistema di gestione molto preciso e sofisticato è in grado di svolgere diversi trattamenti del legno, dall’essicazione alla vaporizzazione e alla sterilizzazione. Nelle termocelle “Thw” il legno può subire un trattamento termico fino ai 250 gradi e anche un la termo-vaporizzazione. Una linea che fa della duttilità e dell’alta efficienza il proprio punto di forza e che riesce a migliorare le qualità strutturali del legno.
L’azienda veneta, però, non si ferma semplicemente alla gamma “Thw”, ma continua a ricercare l’innovazione con nuovi trattamenti del materiale. A febbraio 2020 infatti, poco prima del lockdown forzato dal Covid-19 che ha rallentato il e fermato temporaneamente il Paese, Bigondry ha presentato al pubblico i risultati del progetto di ricerca “Styl+wood”, un trattamento ad alta temperatura del legno che permette al materiale di mantenere una grande lavorabilità, migliorando la propria durabilità.
I test di laboratorio per il progetto “Styl+wood”, il quale dimostra la volontà di Bigondry di progredire nello sviluppo delle proprie tecnologie, sono stati effettuati dall’Università di Uppsala in Svezia. Gli studi, portati avanti anche dal Cnr-Ibe (Consiglio nazionale per le ricerche istituto per la bioeconomia), i cui risultati sono fruibili dai clienti che hanno sottoposto il loro materiale al trattamento di termo-modificazione con i macchinari “Thw”, permettono di avere la caratterizzazione e la certificazione dello stesso Cnr-Ibe, ottenendo la garanzia delle caratteristiche ottenute dal legno.
Sono state ben nove le specie arboree su cui sono stati effettuati i test: Abete rosso, Douglas, Pino silvestre e Pino marittimo per le conifere, mentre per le latifoglie sono stati trattati Faggio, Frassino, Pioppo, Rovere e Tulipier. Il Cnr-Ibe ha portato avanti i test fisici (densità, perdita di massa, efficienza igroscopica e anti rigonfiamento, colorimetria, contenuto di umidità e prove al fuoco) e meccanici (resistenza alla compressione, al taglio, alla flessione, modulo di elasticità e durezza) mentre l’Università svedese si è occupata di provare la durabilità del legno, con alcuni laboratori esterni che, invece, si sono adoperati in prove di emissione del materiale e dell’impianto.
Esami mirati che hanno permesso a Bigondry di valorizzare i risultati di “Styl+wood”, potendolo definire un progresso nel trattamento del legno che lo rende maggiormente adatto a usi edilizi e di design, di interni ed esterni, poiché grazie a questo processo termico il materiale diventa meno soggetto all’influenza dell’umidità ambientale e, nonostante la modificazioni a livello fibroso e cellulare, mantiene una grande lavorabilità e durabilità, non subendo alcuna deformazione, fessurazione o altro difetto, come dimostrano i test effettuati su oltre 5 mila provini.
In particolare, per quanto riguarda la durabilità e la resistenza, il legno, dopo il trattamento, è stato sottoposto al contatto diretto per sei settimane con alcuni organismi xilofagi, senza subire danni. Un risultato decisamente positivo che allarga gli scenari dell’utilizzo del legno termicamente trattato anche agli ambienti esterni, rendendolo competitivo con altri materiali di natura chimica o sottoposti a processi possibilmente inquinanti.
I test eseguiti non si sono limitati solo all’analisi del prodotto termo-modificato, ma sono stati effettuati anche sull’impianto stesso, ponendo una particolare attenzione a eventuali emissioni anche del materiale trattato. Per quanto riguarda il legno, il punto era comprendere se il trattamento causasse una quantità maggiore di emissione di composti organici volatili (Voc) rispetto a quello non trattato e i risultati sono stati molto positivi, dato che le sostanze fuoriuscite dopo il trattamento erano inferiori rispetto a quelle precedenti al processo termico. Per quanto riguarda le emissioni dell’impianto, invece, sono stati analizzati, oltre ai residui solidi e liquidi derivanti dal trattamento, i residui aeriformi al camino, prima e dopo il sistema di abbattimento progettato e realizzato dall’azienda veneta. I risultati di questi test raccontano che sostanze fastidiose all’olfatto, come il Furfurale, un composto organico con un odore acre e tipico del legno trattato ad alte temperature che può risultare tossico e causare, oltre ad allergie varie, anche irritazioni cutanee, viene ridotto del 98 per cento dopo il passaggio dei vapori nel doppio sistema di abbattimento, mentre le resine prodotte dal riscaldamento (Tar) vengono ridotte quasi completamente (oltre il 99 per cento).
I dati raccolti a seguito delle analisi del Cnr-Ibe e dell’Università di Uppsala, effettuate sia sul materiale trattato termicamente, sia sull’impianto “Thw” stesso, oltre a generare soddisfazione in Bigondry, che può toccare con mano i passi avanti fatti dalla propria tecnologia, allargano l’orizzonte dell’utilizzo del legno, sempre più polifunzionale ed ecosostenibile. Il trattamento termico, infatti, oltre a migliorare le qualità del materiale, dalla resistenza alla durabilità, riduce le emissioni e i rischi derivanti dai trattamenti chimici, aumentandone la competitività con gli altri materiale maggiormente utilizzati fino a questo momento.
Sicurezza, ecosostenibilità, durabilità e innovazione. Le quattro parole chiave da cui non può non partire il futuro. Di Bigondry e di tutti noi.