“Essere impresa”: prodotto, qualità, sicurezza

Giplast non è mai stata così “frizzante”, dimostrando – nonostante la complessità di questa stagione­ – la grande voglia di essere sempre fra i protagonisti del grande, complesso mondo del bordo…

Patrizio Marozzi

“Il passato è passato e oggi Giplast è una azienda fortemente orientata al futuro e con una struttura operativa efficace: anche durante il lockdown abbiamo lavorato e soprattutto ci siamo misurati sulle difficoltà per comprendere come avremmo potuto fare ulteriori passi in avanti!”. È evidente che nell’azienda abruzzese – ben nota per la propria produzione di bordi, Abs in primis – c’è un clima estremamente positivo. Lo si capisce dalle parole di Patrizio Marozzi, direttore commerciale e partner del gruppo, che riusciamo finalmente a intervistare per telefono, in uno dei suoi continui viaggi: con lui c’è un appuntamento oramai fisso dopo ogni estate, alla vigilia di Sicam. E anche quest’anno abbiamo mantenuto l’impegno di fare quattro chiacchiere su Giplast e sul mondo del bordo, anche senza la fiera di Pordenone.

“Siamo cambiati molto, continuiamo a cambiare”, ci dice. “Questi mesi sono serviti anche per riflettere, per pianificare gli investimenti che poi abbiamo avviato lo scorso luglio e che continueranno fino a dicembre, grazie ai quali abbiamo messo meglio a fuoco la nostra attenzione al tema della formazione. Diamo continuità a un impegno iniziato oramai molti anni fa e che ci vede oggi partner dell’Università dell’Aquila e di alcune realtà di primo piano in un percorso di arricchimento delle competenze dei nostri collaboratori, perché la qualità del prodotto passa necessariamente dal conoscere, dalla consapevolezza del proprio essere impresa, dalla capacità di applicare concretamente i principi di “Industria 4.0”. Competenze nuove, specifiche, che ci permettono di rendere sempre più moderna, “connessa” ed efficiente la nostra impresa, arrivando a gestire in tempo reale tutte le nostre tecnologie di produzione, verificando le performances e reagendo a eventuali problematiche in tempi brevissimi.
Come le dicevo questa “strana” stagione ci ha spinto a guardarci dentro, a definire le nostre priorità, prima fra tutte l’ambiente, l’economia circolare, la sostenibilità: oggi in Giplast parliamo di incrementare la nostra attenzione alla norma Uni En Iso 14001 e non possiamo non dire che noi ben undici anni fa abbiamo realizzato un impianto che ci consente di recuperare e riciclare completamente gli scarti della nostra produzione e di ridurre al lumicino il nostro impatto sull’ambiente.
In ambito “green” posso dirle che stiamo davvero avviano una svolta epocale, frutto di importanti investimenti. Stiamo, ad esempio, abbandonando l’utilizzo di primer a solvente nei processi di verniciatura dei nostri bordi, passando a prodotti all’acqua: nel giro di sei, otto mesi stimiamo di poter abbattere le nostre emissioni di solvente in atmosfera di quasi il 90 per cento, con risultati qualitativi ineccepibili”.

Il tema della verniciatura ad acqua è sempre molto forte…
“Indubbiamente, ma sappiamo tutti quanto sia complesso e quanto impegno richieda per ottenere risultati confrontabili con i prodotti “base solvente”. Noi abbiamo iniziato le prime prove cinque anni fa, cinque anni di sviluppo, confronti, consulenze, test, partnership con i nostri clienti che ci hanno portato al risultato che nei prossimi mesi saranno certificati da un prestigioso laboratorio come Catas. Potremo finalmente certificare la bontà del nostro processo di finitura che sarà interamente realizzato con prodotti vernicianti a base acqua, con fondi che avranno il necessario aggrappaggio per garantire la qualità, la finitura, il livello estetico a cui in nostri clienti sono abituati.
Non solo: il prossimo gennaio lanceremo sul mercato dei nuovi bordi in polipropilene nati da un complesso ma necessario percorso di sperimentazione, date le caratteristiche particolari di questo materiale. È un prodotto che conosciamo molto bene e che abbiamo sperimentato in collaborazione con alcuni clienti e oggi siamo pronti a lanciarlo ufficialmente. Stiamo parlando di una “plastica” che ha caratteristiche analoghe all’Abs, il miglior “materiale per bordi”, ma con un ciclo di vita assolutamente meno energivoro e con ampie possibilità di essere riciclato con sistemi collaudati e sicuri”.

E sul fronte della stampa digitale?
“Oramai da qualche tempo possiamo fornire ai nostri clienti un prodotto esclusivo, nato dalla collaborazione che abbiamo definito con una azienda di primo piano nella stampa digitale. Nelle prossime settimane entreranno a pieno regime le prime macchine che abbiamo messo a punto con il loro aiuto, riuscendo ad “adattare” questa tecnologia ai nostri impianti ed essere così perfettamente integrati; un progetto di grande importanza di cui vorremmo presentare ufficialmente alla prossima Interzum”. 

A proposito: come vi trovate a dove vivere senza fiere?
“Abbiamo utilizzato, come tutti, nuovi strumenti di comunicazione e di marketing. Possiamo dire che ci siamo digitalizzati, arrivando a parlare con clienti e fornitori in modo diverso ma con la stessa efficacia di sempre. Certo, la perdita del contatto umano è stata ed è una mancanza che sentiamo tutti, ma dal punto di vista del lavoro, della operatività abbiamo riscontrato una buona efficacia nel mantenimento dei rapporti, per quanto sia innegabilmente più difficile aprirne di nuovi, una funzione nella quale le fiere svolgevano e svolgeranno un ruolo a mio avviso insostituibile. Fortunatamente, dopo quarant’anni che Giplast si muove in tutto il mondo, di “clienti sconosciuti” non ne rimangono tantissimi!”.

Parlando di finiture: nella nostra ultima intervista avevamo affrontato il tema dei “super-matte”…
“Lo ricordo molto bene: l’essiccazione delle finiture con lampade agli eccimeri sono una tecnologia che siamo stati in grado di intercettare agli esordi, insieme a due nostri concorrenti tedeschi. Questo ci ha avvantaggiato, permettendoci di farci conoscere in certi ambiti e di sviluppare ulteriormente questa applicazione. Oggi siamo al “Super-matte 2.0”,  dove ormai il prodotto ha un touch morbidissimo e una resistenza agli agenti chimici e al graffio elevatissima, caratteristiche che una buona parte del mercato sta dimostrando di apprezzare. D’altra parte stiamo parlando di un trend che sarà ancora molto forte nel 2021, tanto è vero che stiamo per installare un secondo impianto con cui realizzare questa particolare finitura che ha rubato non pochi spazi alle finiture standard e all’extra lucido…”.

… in una stagione che vede un buon livello della domanda di mobili e arredi…
“È verissimo: l’esperienza della pandemia ha convinto tutti del valore della propria casa, di quanto sia piacevole vivere in un ambiente comodo e bello. Il mobile vive certamente un momento positivo negli ultimi mesi… posso dirle che il nostro 2020 era cominciato molto bene, con un rotondo più sette per cento rispetto al 2019. Il coronavirus ha poi creato una sorta di frattura che ha indubbiamente penalizzato tutti, ma passati i mesi più difficili e tronati ai livelli produttivi pre-crisi ha significato recuperare stabilità e dobbiamo correre per far fronte ai tanti impegni assunti.
Dobbiamo anche dire che l’annullamento delle date del Salone del mobile di Milano hanno creato una sorta di “stop” nella proposta di nuovi decori, di nuovi colori, di nuove forme di arredo e noi stiamo sostanzialmente lavorando ancora con i colori della passata stagione.
In queste settimane vediamo un certo fermento e riteniamo che presto vedremo il lancio di nuove idee, realtà che non mancheranno di sottolineare nuovi decori, nuovi “sapori” del vivere e questo per noi sarà il segno di un ulteriore passo verso la normalità, fermo restando che abbiamo avuto un luglio, un agosto e un settembre davvero ottimi.
L’aumento della domanda di arredi ha diretti riflessi sulla crescita della produzione di bordi, ovviamente, anche se da qualche anno si assiste alla tendenza che predilige bordi di spessore inferiore rispetto al passato, il che significa che a parità di fatturato bisogna produrre volumi più importanti. Questa progressiva diminuzione dello spessore è sempre più evidente sia in Italia che in Europa, fortunatamente a fronte di un mantenimento o di un aumento delle quantità”.

Ottimista, dunque…
“Certamente, per quanto i punti interrogativi siano sempre molti, troppi. Abbiamo vissuto mesi drammatici, con effetti pesantissimi sull’economia, sulle famiglie, sugli affetti. Non è ancora finita e dovremo tutti fare del nostro meglio perchè non ci si debba misurare con anni di grandi e diffuse difficoltà. Dovremo correre ancora più forte, essere più veloci e bravi nel dimostrare la nostra creatività, la nostra competenza: ci sono mercati che hanno perso parte della loro importanza – mi riferisco a Spagna, Francia o Regno Unito – ma l’Est Europa mostra una buona vitalità, così come mercati nei quali stiamo lavorando di più e con migliori esiti, come Stati Uniti e Canada.
E poi dovremo fare tutti i conti con il grande tema del “riuso”: che si parli di mobili, di componenti, di materiali dovremo fare i conti con questa doverosa attenzione all’ambiente, alle risorse, all’energia necessaria per l’intero ciclo di vita di un bene. Vedremo tanti materiali di recupero, fibre vegetali. Ecco dove sarà il futuro, nella capacità di tutti noi di rendere più sostenibile i nostri prodotti, il nostro stile di vita, ogni nostro desiderio…
Noi ci siamo attrezzati per tempo. E vorrei concludere, se me lo concede, con un pensiero per Giuseppe Ferrante, il nostro amministratore delegato venuto a mancare proprio a causa del “Covid-19”. Una grandissima persona che ci mancherà molto. Al suo posto siede oggi Giovanni Gioli, un uomo dalla enorme esperienza nel mondo del semilavorato che, ne siamo tutti sicuri, ci sarà di grande aiuto per definire insieme quelle che saranno le nuove rotte di Giplast”.

A cura di Luca Rossetti

 

 

“Essere impresa”: prodotto, qualità, sicurezza ultima modifica: 2020-11-12T08:00:15+00:00 da Francesco Inverso