Presentato a fine 2020 un illuminante studio che offre importanti indicazioni sulla situazione del comparto arredo-illuminazione, nato dalla collaborazione di 24 Ore Ricerche e studi con Area Studi Mediobanca.
Dati “stimolanti” quelli emersi dal rapporto presentato a fine 2020, di cui abbiamo già avuto modo di scrivere sulle nostre pagine on line, e che vogliamo qui riproporre per in nostri lettori più analogici. Come tradizione apriamo il nuovo anno con articoli che permettano di fare il punto sulla situazione, di avere qualche elemento in più “a riassunto” di ciò che è accaduto e della situazione in cui ci troviamo a operare e che ci permettano di leggere nei fondi del te nella tazza come potremmo muoverci nel breve termine.
Cominciamo dalla produzione mondiale di arredi (legno-arredo-illuminazione), che il rapporto stima in 481 miliardi di euro. L’Italia condivide con la Germania la posizione di quarto produttore mondiale con vendite per 22,8 miliardi, preceduta da Cina, Stati Uniti e India. Sempre a livello mondiale, l’Italia figura come terzo esportatore mondiale nel mobilio e illuminazione, con una market share del 6,2% per cento dietro a Cina (36,4 per cento) e Germania (7,5 per cento).
Sommando tutti gli anelli della filiera del legno-arredo-illuminazione – dalla lavorazione della materia prima fino al retailer che vende al consumatore – la graduatoria dei cinque maggiori produttori europei vede in testa la Germania (73,8 miliardi di euro), davanti all’Italia ( 42 miliardi) e alla Francia (33,5 miliardi). L’Italia occupa la seconda posizione in Europa per volume delle esportazioni di mobili e illuminazione, con una quota del 16,5 per cento (11,3 miliardi di euro) sul totale esportato dall’Unione (68,4 miliardi), preceduta dalla Germania con il 19 per cento, pari a circa 13 miliardi di euro, e davanti alla Polonia con il 15,7 per cento, pari a 10,7 miliardi. L’Italia è il primo esportatore europeo verso Paesi extra Ue con il 27,9 per cento del totale, davanti alla Germania al 21,5 per cento.
Nei segmenti produttivi di illuminazione e arredamento l’Italia conta 428 imprese con fatturato superiore a 10 milioni di euro, che hanno sviluppato vendite pari a 18,6 miliardi di euro impiegando poco meno di 73mila dipendenti. Sotto il profilo dimensionale, prevalgono le medie imprese a controllo italiano, con vendite per 7,3 miliardi (39,1 per cento) e quelle medio-grandi, sempre a controllo italiano, che fatturano ulteriori 7,4 miliardi (39,8 per cento). Le produzioni riferibili alla “alta gamma” hanno realizzato vendite per 3,8 miliardi (20,4% per cento del totale). Alle piccole imprese, sempre a controllo italiano, toccano 2,7 miliardi di vendite, pari al 14,6 per cento del totale.
In termini di specializzazione, la lavorazione del prodotto grezzo e la produzione dei semilavorati generano vendite per 3,9 miliardi. Tra le produzioni di mobili l’area più rappresentativa è quella che comprende sedie, tavoli e accessori, con 3,7 miliardi. Seguono i contractor (2,8 miliardi), i produttori di illuminazione (2,1 miliardi) e le cucine e gli imbottiti, entrambi a due miliardi. L’insieme dei prodotti da soggiorno e notte, comprese le camere per adolescenti, è appena sotto con 1,9 miliardi, mentre appare più contenuto il giro d’affari riferibile ai puri produttori di arredo bagno limitato a 256 milioni.
Il rapporto riporta alcuni dati a preconsuntivo per il 2020, non senza uno sguardo al futuro su sc ala globale: “Ipotizzando che a livello mondiale la filiera del legno-arredo-illuminazione vada incontro nel 2020 a una contrazione del 10 per cento, essa si assesterebbe su un giro d’affari pari a circa 430 miliardi di euro, grossomodo la dimensione del settore a cavallo del biennio 2015-2016. La successiva ripresa nel 2021 e il riallineamento ai tassi di lungo periodo per gli anni a seguire porterebbero il fatturato a 485 miliardi nel 2022 (all’incirca il livello del 2019) e a 555 miliardi nel 2026, quasi sessanta miliardi sotto il livello atteso prima della pandemia. In uno scenario meno pessimistico, con caduta della produzione mondiale di mobili nel 2020 nell’ordine del 5 per cento, il valore terminale al 2026 sarebbe attorno ai 570 miliardi di euro, 15 miliardi sopra l’ipotesi peggiorativa, ma sempre 40 miliardi sotto il livello atteso ante Covid-19”.
Estremamente chiare anche le indicazioni per l’Italia: “Circa lo scenario italiano, per il 2020 è attesa una riduzione della produzione del comparto del 9,4 per cento, influenzata principalmente (per il 60 per cento del totale) dal calo delle esportazioni. Per guidare il rilancio, le aziende del settore hanno posto in essere una serie di iniziative legate a innovazione, sostenibilità ambientale, rinnovamento dell’immagine aziendale e piani per affrontare nuovi mercati e settori. Con gli strumenti adeguati e con le giuste priorità, l’industria del legno-arredo-illuminazione riuscirà a superare anche questa crisi, confermando la propria competitività internazionale. Le previsioni di ripresa del mercato per il 2021 potrebbero infatti essere proprio trainate dalle vendite estere e ragguagliarsi a un +5,3 per cento”.
REPORT LEGNO ARREDO/ILLUMINAZIONE
Lo studio si concentra sui bilanci degli ultimi cinque anni delle società quotate e non quotate: dati e tabelle sono commentati dagli analisti dell’Area Studi di Mediobanca e integrati da una parte qualitativa realizzata dal Sole 24 Ore, grazie a un confronto con alcuni tra i protagonisti del settore. Viene inoltre proposto un Outlook di settore, realizzato da Strategic Management Partners, corredato da una Ceo’S Agenda. Il report, che parte da una visione sintetica del business a livello mondiale, individuando i maggiori Paesi produttori, inquadra il ruolo delle imprese italiane sui mercati internazionali e ne analizza le performance. Particolare attenzione viene posta a temi quali import/export, governance, operazioni di M&A, delocalizzazioni, dinamiche commerciali e affidabilità creditizia. Sono inoltre esaminati i principali parametri di valutazione: marginalità, generazione o distruzione di valore, redditività del capitale, investimenti, produttività, costo del lavoro.