Se ci fermassimo a una mera definizione “wikipedistica” potremmo dire che Skellefteå è una cittadina svedese abitata da poco più di 70mila persone nel nord della Svezia. Eppure questa ridente località svedese in questi ultimi anni sta diventando sempre più un paradigma di sostenibilità, di attenzione alle esigenze non solo degli abitanti, ma anche del pianeta. E se è vero che i Paesi scandinavi ci hanno spesso dimostrato come qualità della vita e sostenibilità riescano ad andare di pari passo, Skellefteå non ne è un’ulteriore prova, ma una vera e propria avanguardia tra le avanguardie.
Dalle case ai parcheggi, dai ponti alle scuole, questa città poco a sud del Polo Nord (scusateci il gioco di parole) aggiunge alla sua lunga collezione di costruzioni in legno anche grattacielo. Alto 75 metri, è stato progettato dallo studio di architettura White Arkitekter, che da anni si occupa di architettura sostenibile. Nei suoi oltre venti piani ci sono una galleria d’arte, un museo, una biblioteca, bar, ristoranti e un hotel.
Insomma, un centro attrattivo in piena regola ecosostenibili e a bassa emissione. La scelta del legno e del vetro come materiali principali, infatti, permette di contenere e ridurre le emissioni, mentre grazie ai pannelli solari aumenta l’efficienza energetica.
La costruzione ricalca la scelta di puntare sull’ecosostenibilità e sulla semplicità. La struttura è costituita da una serie di moduli prefabbricati in legno lamellare a strati incrociati, impilato attorno ai due vani degli ascensori, il tutto senza calcestruzzo, senza acciaio o cemento. Sostenibile, perchè vengono ridotte le emissioni, semplice e veloce, perchè i tempi di produzione sono stati drasticamente ridotti (i costruttori hanno segnalato come la tabella di marcia si sia accorciata di un anno e un piano venisse completato ogni due giorni) e i rifiuti edili praticamente non prodotti.
Ecosostenibile e a chilometro (quasi) zero: il legno utilizzato, infatti, proviene da alberi cresciuti a non più di 60 chilometri.
Insomma, un esempio da seguire.