Trova subito la definizione giusta Ettore Vichi, Sales director della divisione legno di Biesse: E ci ha fatto molto piacere che il nostro interlocutore fosse lui, per diverse ragioni…
Prima fra tutto il fatto che ha imparato a conoscere Biesse dall’interno, dimostrando anno dopo anno di meritare responsabilità crescenti. E poi perchè il cognome che porta ne fa certamente un testimone affidabile del profondo legame fra Pesaro, mobili e tecnologie. Senza tralasciare che è un “giovane maturo”, perfettamente in grado di rispondere alle nostre domande con un occhio alla storia che ha vissuto, a ciò che ha sperimentato da pesarese, ma con la visione di chi ha avuto modo di guardare lontano, molto lontano.
Da quando è entrato in Biesse è stato direttore industriale e commerciale della VIET e contemporaneamente si è occupato delle filiali in Australia, Nuova Zelanda e Cina, incarichi ai quali nel 2019 si è aggiunta la direzione della Divisione System, la “parte” di Biesse che cura la realizzazione dei grandi impianti.
Oggi, nell’ambito della riorganizzazione di Biesse in “one company” che prevede il “corpo aziendale” organizzato in tre grandi macro aree (legno, macchine per altri materiali e System, il “vecchio” engineering) a lui viene affidata la divisione macchine per il legno che, sia detto per inciso, rappresenta circa il 75 per cento del fatturato Biesse.
“Una sfida importante, anni molto intensi di cui devo ringraziare la proprietà e i vertici di Biesse, una fiducia che mi coinvolge, mi impegna ma non mi spaventa, perchè ho radici in questo mondo, radici che partono da molto lontano, da quando mio nonno, da cui ho preso il nome, fondò la Viet nel 1953”, ci racconta orgoglioso Ettore Vichi. “E pensi che già negli anni Settanta ci fu una collaborazione molto stretta con Giancarlo Selci, il fondatore di Biesse… un segno del destino?”.
“Da quando sono nato sento parlare delle “cinque emme” delle Marche: motori, macchine, mare, monti e mobili. Tessuti imprenditoriali diversi che hanno fatto diventare ricca quest’area, un network imprenditoriale che ha creato benessere e competenza, dove realtà di primissimo piano come Biesse diventano il punto focale di veri e propri distretti industriali che a loro volta stimolano la nascita di altre eccellenze.
Con questa storia, questo “motore” alle spalle Biesse non poteva che guardare al mondo: dalle prime intuizioni di Roberto Selci (figlio di Giancarlo e oggi amministratore delegato di Biesse, ndr.) che negli anni Ottanta aprì le prime filiali all’estero fino alla esplosione che quelle prime scelte hanno reso poi possibile, una forte e diffusa presenza in un numero sempre più grande di mercati che ci hanno permesso di dare una forte accelerazione al nostro business.
Biesse ha di fatto anticipato quella dinamica della internazionalizzazione che nei recenti, difficili tempi ci ha permesso di mantenere e di accrescere le nostre quote di mercato, grazie a quella vicinanza al cliente che anche nel prossimo futuro sarà uno dei pilastri della nostra strategia”.
E oggi non c’è più solo il legno…
“È vero, ma ciò non significa che si stia facendo un passo indietro su quel versante, ma che – al contrario – si lavora per ottenere lo stesso successo anche in ambiti che coinvolgono altri materiali.
Mi permetta di aprire una parentesi: il legno e i suoi derivati saranno sempre molto importanti nelle nostre vite. Penso all’arredo, ovviamente, a quanto il design stia nuovamente aprendo le porte al legno massiccio, a quanto siamo cresciuti nella consapevolezza della necessità di gestire in modo sempre più sostenibile e attenta questa risorsa naturale, ma anche allo sviluppo delle performance del legno nelle costruzioni, in una edilizia che risponde a principi e valori nuovi e sempre più coinvolgenti e condivisi.
Mondi nei quali Biesse è fortemente attiva per cogliere ogni opportunità, ma senza sottovalutare quanto si stia facendo su un altro versante, quello dei materiali avanzati, tecnologici, evoluti che possono tranquillamente anche convivere con il legno – se parliamo di arredo o di comfort – ma che sono alla base di settori industriali di grandissima rilevanza.
Siamo stati fra i primi a essere vicini, in modo coerente, al mondo del design. Uno stimolo forte, che ci ha fatto alzare l’asticella portandoci a pensare alle nostre tecnologie non solo come “strumento del fare” ma anche del progettare, del creare, dell’inventare… vede, la sfida che ci aspetta ogni giorno è risolvere i limiti della singolarità per portare il bello delle realizzaizoni non di serie, alla produzione industriale. È in questo territorio in cui dobbiamo essere molto bravi per rendere la genialità e producibile e riproducibile!
Nell’industria del legno si è aperta una forbice che vede da una parte la produzione efficiente di alti volumi, nella quale coesiste anche comunque la ricerca della massima flessibilità, della produzione “lotto uno” che insegue il “just in time”; dall’altra, aziende che scelgono una organizzazione della produzione e tecnologie customizzate per dare soluzioni specifiche a clienti di fascia alta o altissima.
In Biesse lavoriamo per far si che la tecnologia possa sposare entrambe le aspirazioni: forniamo sistemi intelligenti, automazioni ad alta affidabilità, macchine che lavorano 24 ore al giorno e sette giorni su sette capaci non solo di produrre molto e bene, ma anche di contribuire alla ottimizzazione di consumi, integrate in processi per ridurre al minimo i “fermi macchina” per manutenzione e l’utilizzo di energia e materiali.
La stessa tecnologia viene utilizzata per dare risposte innovative anche a quelle realtà che cercano nella nostra collaborazione soluzioni che consentano qualitatà ed affidabilità anche per produzioni di pezzi singoli. Arrivo a dirle che questi due mondi, apparentemente distanti tra loro, sono sempre più vicini e integrati, perchè sono sempre più numerose le imprese che indipendentemente dalle proprie dimensioni si attrezzano per disporre di entrambe le tecnologie, così da poter gestire sia la produzione più seriale che il “fuori misura”. In questo, forti della nostra esperienza, sappiamo esprimere la migliore capacità di dare la “risposta giusta” a ognuno dei nostri clienti”.
Mastro Geppetto è un ricordo lontano….
“Certamente: oggi ovunque ci troviamo parliamo di robotica, di automazione, di “Industria 4.0”. Abbiamo il dovere di portare questi “nuovi valori” dai nostri interlocutori, proponendo tecnologia e competenza, per affiancare le aziende che vogliono superare quella che definirei la tradizione della piccola impresa artigiana con elevata presenza di lavorazioni manuali.
Possiamo testimoniare quanto i ricambi generazionali abbiano influito su ciò che pensavamo fosse il mondo dei nostri clienti, falegnami che sono assolutamente digitali, che ci chiedono controlli da remoto, gestione attraverso un semplice tablet, sincronizzazione con software di progettazione o gestione aziendale.
Non è più una questione di dimensione, ma di conoscenze e in questo siamo diventati ancora più bravi, facendo della possibilità di trasmettere le nostre competenze ai clienti un punto di forza. Un percorso lungo, nel quale camminiamo con scuole e istituti di ogni ordine e grado con le quali ci confrontiamo e collaboriamo per comprendere come sia possibile evolvere non solo in termini di utilizzo della macchina, ma di gestione di interi processi o per interfacciarsi in modo diretto con la progettazione… esperienze importanti, che si trasformano presto in nuove realtà nelle quali i giovani dimostrano tutto il loro valore, dando vita a eccellenze dove l’utilizzo dei centri di lavoro permette di sviluppare nuove idee di prodotto, dove si accoppiano materiali diversi, dove “start up” diventano imprese note e di grande successo in pochissimo tempo…”.
“Mi permetto di dire che in questo contesto Biesse ha una marcia in più, una forte capacità di attrarre persone che vogliono dare corpo a nuove idee, con le quali creare relazioni che ci fanno crescere insieme: sono e siamo convinti che chi dimostra capacità di evolvere abbia le migliori opportunità e mi pare che la pandemia, che stiamo ancora affrontando, lo dimostri ogni giorno… penso a quanto si presti più attenzione alla casa, all’ambiente in cui si vive e come questo abbia trainato la domanda di nuovi mobili, arredi, oggetti che sappiano trasmettere bellezza ed emozione, tutti scenari in cui il legno gioca ruolo da protagonista, per quanto sempre più affiancato – come dicevamo prima – da altri materiali…”, aggiunge Ettore Vichi.
E poi? Cosa ci attende quando questa emergenza sarà finita?
“Non abbiamo la sfera di cristallo, ma l’attenzione alla qualità, al comfort, all’utilità saranno all’ordine del giorno per il mobile del futuro: economia, ergonomia, multifunzionalità, connettività che si sposano a un design che tende a “pulire” le linee quasi a offrire discontinuità alla complessità del quotidiano. E poi c’è lo smart working, un altro dei temi sui quali vediamo concentrarsi le attività dei nostri clienti”.
Parlando di macchine, di tecnologia?
“Vediamo come uno dei temi dominanti, la spinta verso l’automazione, a sistemi di movimentazione o di semplice “ritorno pezzo” che sta accompagnando la crescita di fornitura delle macchine singole. Un capitolo della stessa storia che racconta investimenti nell’agevolare il lavoro dell’operatore, nel collegamento di singole macchine per creare “comode” isole di lavoro gestite da una persona sola.
Dovendo identificare un trend comune nel nostro settore, è senz’altro la considerazione che la macchina è solo uno degli elementi di una fornitura, nella quale confluiscono altri strumenti, altri valori, come assistenza post vendita e interventi programmati di manutenzione e corsi di formazione. Quindi, sia condivisione di conoscenze, che consulenza su tutti i temi del produrre ed è per questo non è un caso che noi si sia investito molto nella nostra “Biesse Academy”, dove ogni giorno, abbiamo persone che provengono da ogni dove per approfondire le proprie competenze, per fare esperienza sulle nostre macchine. Siamo consapevoli che non esiste un sapere acquisito, definitivo, e che anche per il più “classico” dei falegnami ci sarà sempre bisogno di imparare cose nuove, perchè le macchine cambiano e cambiano i software, perchè a ogni aggiornamento – esattamente come per i telefonini che abbiamo in tasca – possiamo fare di più e meglio. Fino a quando avremo macchine che ci suggeriranno quale operazione fare. Faccio una accezione legata alla mia storia, forse, la mia vita nella levigatura che mi porta a dire che più ci avviciniamo alla finitura delle superfici e quindi a cicli complessi, e più il ruolo dell’operatore, con la sua competenza, può esprimere il massimo del macchinario utilizzato.
Abbiamo fatto davvero molto e – come si usa dire – molto ci sarà da fare. In Biesse stiamo compiendo scelte importanti, proprio perchè non è possibile smettere di imparare, di comprendere, di migliorare, di condurre la propria storia…”.