“Se l’Europa e/o il Governo italiano non mettono in campo a strettissimo giro misure volte a bloccare gli aumenti ormai insostenibili di gas ed energia, devono essere consapevoli che tireranno il freno a mano a intere filiere produttive, fra cui quella del legno-arredo, che saranno costrette a fermare la produzione, a mettere i lavoratori in cassa integrazione e a perdere competitività sui mercati“. Non usa mezze parole Claudio Feltrin, il presidente di FederlegnoArredo, a proposito del recente (e insostenibile) aumenti dei costi, con i rincari che in questi giorni hanno toccato il 300 per cento, e il futuro delle aziende del legno-arredo.
Un futuro che, dopo l’ottimo 2021, sembra sempre più complicato e che rischia di trasformare un periodo di crescita in un “black out” già dal prossimo mese. “Purtroppo – spiega Feltrin – nel giro di pochi giorni la situazione è precipitata, i costi per le nostre aziende energivore, ovvero quelle di pannelli che rappresentano il primo anello della filiera, sono ormai fuori controllo ed escludendo di far ricadere tali aumenti sul consumatore finale, i nostri imprenditori non hanno altra scelta se non interrompere le produzioni già dalle prossime settimane e chiedere la cassa integrazione per i propri dipendenti. Uno scenario davvero fosco che in tempi celeri coinvolgerà l’intera filiera del legno-arredo che riuscirà ad evadere gli ordini solo in base alle scorte di magazzino che, a voler essere ottimisti, possono durare al massimo un mese e mezzo. Tradotto già ad ottobre ci sarà il black out della nostra filiera”.
“Credo sia nell’interesse di tutta la classe politica evitare che le tante filiere su cui si poggia il Pil italiano si fermino, altrimenti il futuro Governo dovrà occuparsi, per prima cosa, di rianimare un Paese con i battiti a zero. Per questo – conclude Feltrin – chiediamo oltre a un tetto europeo e/o italiano al prezzo del gas, il raddoppio del credito d’imposta per le aziende che hanno perso marginalità e fatturato e la salvaguardia dell’uso a cascata del legno, onde evitare che sia più conveniente bruciarlo anziché lavorarlo e produrre valore aggiunto. Le recenti aperture che sembrano giungere dalla Germania a un tetto europeo sono un segnale importante, uno spiraglio affinché si possa agire velocemente e in maniera determinata. Le imprese non possono più aspettare”.