Comincia da questo assunto la nostra conversazione con Marco Morselli e Andrea Scacchetti della Delta di Crevalcore (Bologna), un tema apparentemente scontato ma che nel mondo della produzione di pallet assume un particolare valore…
A dire il vero la nostra chiacchierata inizia, come doveroso, da una occhiata alla stagione che stiamo vivendo: “Il 2021 e il 2022 sono stati anni di ripresa, con un trend molto positivo che ci fa guardare con ottimismo anche al 2023, per quanto dubbi e interrogativi non manchino”, esordisce Marco Morselli, titolare dell’azienda bolognese specializzata nelle tecnologie per la produzione di pallet. “Abbiamo attraversato indenni la bufera della emergenza sanitaria, senza mai smettere di lavorare, vista l’importanza del nostro prodotto per la circolazione anche di generi alimentari.
Questo ci ha permesso di vivere da protagonisti la stagione di grande trasformazione che ha attraversato e attraversa il mondo del pallet e dell’imballaggio: è sotto gli occhi di tutti quanto la logistica sia diventata fondamentale nella vita di tutti i giorni, come il movimento di beni e merci si sia evoluto, con tutto ciò che questo significa anche per il pallet.
Parallelamente vediamo la volontà di tutte le imprese, indipendentemente da ciò che producono, di poter disporre di una automazione sempre più spinta, di organizzare la produzione in flussi di lavoro nei quali il pallet diventa fondamentale, in quanto è la base – in misure e “modelli” diversi – su cui poggiano i beni che attraversano le varie linee fino a diventare prodotti finiti. E anche questo tipo di applicazione ci ha dato una grossa mano a crescere, a definire nuovi prodotti, a comprendere che avevamo nuove opportunità.
Un settore, quello dei supporti industriali, di una produzione sempre più organizzate in linee nelle quali il prodotto viene trasferito da una postazione alla successiva. Su pallet, ovviamente”.
Incredibile come una autentica trasformazione abbia effetti e in qualche modo dipenda da un prodotto così povero, se possiamo permetterci…
“È proprio così: non si lavora più sui banchi, ma lungo catene di produzione che hanno bisogno di un supporto configurato per garantire il movimento e le condizioni necessarie per gli operatori o i robot che dovranno intervenire. Il pallet rende più semplice la gestione dei magazzini, il trasporto o qualsiasi altra fase del processo. Siamo di fronte a un prodotto banale, semplice, eppure la richiesta è in continua crescita in un mondo che ha bisogno di supporti industriali o per il trasporto che sono di mille fogge e dimensioni diverse. Dunque una domanda che sembra possa crescere all’infinito e una sempre più ampia varietà di necessità a cui rispondere con pallet “su misura”, al di la dei classici “europallet” che devono rispondere a precisi protocolli. Ogni industria ha le proprie necessità, vuole un pallet adeguato ai propri prodotti, per cui noi dobbiamo progettare e costruire tecnologie che permettano a i nostri clienti di costruire pallet per il mondo della ceramica, delle piastrelle, un comparto che usa supporti ben diversi da quelli richiesti dall’ortofrutta o per il marmo e materiali lapidei, piuttosto che dai produttori di vino!
Questo confronto continuo con una domanda così articolata ci ha portato a un catalogo di macchine in grado di costruire qualsiasi tipo di pallet: è davvero difficile che ci sia qualcosa in questo settore che non possiamo fare”.
Una sfida che immaginiamo non si possa fermare solo alla flessibilità…
“Stiamo parlando di prodotti “poveri”, dove i margini sono ridotti e questo impone la massima attenzione a ogni fase del processo produttivo. A partire, ad esempio, da una progettazione dei nostri sistemi di chiodatura che oggi sono meno energivori, permettendo di arrivare a risparmiare fino al 70 per cento della energia elettrica necessaria, utilizzando motori “brushless”, sistemi di “start e stop” automatici, una più efficace integrazione fra meccanica e pneumatica. Stiamo parlando di macchine, di linee nelle quali il tempo di chiodatura richiede una manciata di secondi: l’80 per cento del tempo di ogni ciclo serve per il carico, la movimentazione e lo scarico. Una macchina che automaticamente “spegne” le funzioni, gli aggregati che in quel momento non servono permette un notevole risparmio, che potrebbe arrivare anche attorno al centinaio di chilowatt al giorno in una linea che arrivi a produrre 800 pallet per turno. E più si produce, più si risparmia! Una innovazione che offre risultati immediati e verificabili, specialmente di questi tempi in cui l’energia è sempre più preziosa…”.
“La flessibilità è comunque il tema dominante – prosegue Morselli – in un mercato che è passato da altissimi volumi di pallet tutti uguali, prodotti in serie, alla esigenza del piccolo lotto da produrre in quantità diverse, magari più volte nel corso della stessa giornata, per far fronte a un mercato che risponde a regole sempre più fluide, in continua evoluzione.
La storia di Delta – più attenta a una produzione che mi permetto di definire più “sartoriale” che per grossissime produzioni – ci ha avvantaggiato, permettendoci di avere una esperienza importante da offrire ai nostri clienti, ai quali sappiamo proporre soluzioni “ad hoc”. Una predisposizione che ci ha permesso di ritrovarci in cima all’onda della domanda, potendo dimostrare l’accuratezza, la qualità di ogni particolare, la conoscenza che ogni nostra macchina contiene e che non è così facile trovare. Noi siamo convinti, così come moltissimi nostri clienti, che questo tipo di tecnologie debba per sua natura avere una importante quota di artigianalità al proprio interno, nascere in imprese che abbiano un’anima tecnica molto creativa e competente, capace di proporre senza sosta nuove soluzioni non solo sulla parte di chiodatura, ma anche nelle fasi di preparazione dei listelli o dei quadrotti, per le quali abbiamo in catalogo diverse soluzioni efficaci e molto apprezzate. Delta, in estrema sintesi, continua a offrire tutte le macchine necessarie per passare dal legno grezzo al pallet finito, di qualsiasi dimensione o struttura si parli”.
E i mercati?
“Negli ultimi anni abbiamo deciso di essere più attivi in alcuni mercati esteri, soprattutto Francia, Spagna ed Est Europa”, interviene Alessandro Scacchetti, Business developer da qualche anno in Delta e con una lunga esperienza nel settore delle macchine per il legno. “Sappiamo di avere ottime carte da giocare fuori dai confini del nostro Paese, in quei mercati maturi dove tecnologie evolute e affidabili sono molto richieste.
Siamo in una fase nuova della nostra storia, una sorta di nuova giovinezza che il successo degli ultimi anni ci ha portato a considerare come un passaggio fondamentale per continuare a guardare avanti. E non è un caso che Delta abbia investito in un rinnovamento sostanziale di tutti i propri strumenti di comunicazione e di marketing, a partire dai cataloghi fino agli stand nelle fiere a cui partecipiamo, Xylexpo in primis, passando dal nuovo sito aziendale che sarà pronto a breve. Interventi che non solo solo di facciata, ma dietro ai quali ci sono nuove assunzioni nell’ufficio tecnico e nell’ufficio acquisti.
Un fermento, come accennavo, dovuto al particolare successo che abbiamo avuto negli ultimi anni, all’aver saputo ricavarci una nostra nicchia di qualità da cui arrivano molte richieste che ci impongono di essere sempre sulla cresta di quell’onda a cui prima faceva riferimento Morselli.
I diversi mercati in cui operiamo stanno mantenendo le promesse e questo ci impone di guardare al nostro lavoro, al nostro ruolo per fare in modo di posizionarci su un gradino un poco più alto, ma senza mai dimenticare la nostra natura, chi siamo, quello che sappiamo fare e – soprattutto – senza rinnegare le nostre radici o correre troppo avanti”.
“Alessandro ha raccontato perfettamente la nuova strategia di Delta”, interviene Marco Morselli: “Vogliamo consolidare quella fascia di clienti più vicini al nostro modo di concepire la tecnologia per il pallet, che apprezza la nostra storia, la nostra serietà, la qualità delle nostre macchine. Possiamo dire che abbiamo deciso di mostrare tutta la fiducia che abbiamo in noi stessi, che non ci limitiamo più a pensare solo a costruire bene, ma dedichiamo tempo ed energie a tutto ciò che c’è attorno al prodotto e che ci permette di presentare Delta per ciò che oggi è, con quel bagaglio di esperienza e di competenza che non sono molti a poter vantare.
La trasformazione a cui abbiamo assistito e di cui siamo stati protagonisti ci ha spinto a metterci in gioco in modo più forte, in qualche modo a farci rispettare mostrando i valori che possiamo esprimere”.
“Possiamo davvero parlare di una “seconda giovinezza” di Delta”, prosegue Alessandro Scacchetti. “Sappiamo di avere ottime macchine e di poter essere dei partner di riferimento per chi opera in questo settore. Il nostro catalogo comprende soluzioni per costruire un pallet da zero e abbiamo tecnici preparati per garantire un servizio e una assistenza di primo livello. Tutto questo dobbiamo farlo conoscere al maggior numero possibile di potenziali clienti, lavorando ancora più intensamente non solo sul mercato italiano – da sempre il nostro riferimento assoluto – ma anche in quei mercati dove siamo giù presenti ma nei quali potremmo raccogliere maggiori soddisfazioni”.
Dunque vi aspetta un futuro “importante”….
“Stiamo lavorando perché continui a essere così!”, conclude Marco Morselli. “Abbiamo visto una stagione di forti investimenti, in modo particolare nel nostro Paese, anche sull’onda dei vari provvedimenti a sostegno di “Industria 4.0”. A mio avviso c’erano e ci sono ancora ottime condizioni per scegliere di portare le imprese a un livello tecnologico diverso, grazie all’acquisto di nuovi strumenti, ma sono convinto che il futuro di tutti dipenderà dalla capacità di affrontare una competitività sempre più evidente grazie anche a tecnologie veloci e in grado di produrre qualità.
Sappiamo bene che nei prossimi mesi potremmo trovarci a vivere in una situazione diversa, meno “entusiasmante”, ma il pallet – per le ragioni che abbiamo raccontato – continuerà a essere protagonista di questa fase economica a livello mondiale.
E allora dovremo tutti saper guardare più lontano, cercare nuovi punti di riferimento, altri mercati di sbocco nei quali presentarci per ciò che siamo e che sappiamo fare.
Siamo ottimisti, come sempre: d’altra parte se siamo riusciti a fare ciò che abbiamo fatto in tempo di pandemia, senza poter contare sulle fiere di settore e con le limitazioni con cui tutti abbiamo fatto i conti, ora la strada è in discesa! Battute a parte, sono convinto che tornare a incontrarci in fiera e ristabilire una certa “normalità” ci permetterà di affrontare gli scenari che ci attendono senza eccessive preoccupazioni e con la voglia di fare tutto ciò che sappiamo perché le nostre macchine siano apprezzate in un numero sempre più grande di imprese”.
A cura di Luca Rossetti
Padiglione 24, stand D01