Affidabilità, efficienza, innovazione, ricerca e sostenibilità sono da sempre al centro del progetto di Nastroflex, l’azienda di Ponte di Piave (Treviso) specializzata nella realizzazione di abrasivi. Una storia e un futuro che abbiamo percorso (e ripercorso) con Vincenzo Rivizzigno, amministratore delegato, e Italo Rossetto, direttore commerciale…
Affidabilità, efficienza, innovazione e ricerca. Le parole chiave di Nastroflex sono chiare, decise e accompagnano l’azienda dal Triveneto ai mercati europei. Una visione realistica del presente e del futuro che parte proprio da un principio semplice, quanto complesso, ottimizzare la produzione migliorando l’efficienza, e che fa delle proprie radici un punto di partenza, una filosofia che diventa una linea guida per i futuri piani industriali.
“L’essere triveneti, l’affondare le nostre radici in un territorio tanto florido e ricco dal punto di vista industriale ha avuto una forte influenza sul successo di Nastroflex, soprattutto nella prima fase di sviluppo”, ci spiega Vincenzo Rivizzigno, amministratore delegato di Nastroflex.
“In veneto i settori della meccanica e della lavorazione del legno sono sempre stati particolarmente rilevanti e trainanti non solo per il distretto, ma anche a livello nazionale. Un modo di intendere il lavoro e l’industria che si sono sempre riflettute anche sulle scelte portate avanti dall’azienda, anche in anni sicuramente complessi in cui non era semplice programmare le scelte, gli investimenti, le partnership. Essere triveneti è stato un vantaggio, l’avere un tessuto tanto industrializzato un forte stimolo, e la reazione è stata forte, decisa e figlia un’impronta culturale, prima ancora che industriale.
Questo distretto – continua – è cresciuto insieme, si è sviluppato insieme e oggi è particolarmente amalgamato. Aziende che si conoscono e possono trovare soluzioni e tecnologie a distanza di pochi chilometri”.
Un’impronta culturale profonda, radicata negli oltre cinquant’anni di storia di Nastroflex. Una storia – che ha ripercorso per noi Italo Rossetto, direttore commerciale dell’azienda trevigiana – che parte dagli anni 70’…
“Nastroflex nasce ufficialmente nel 1970, ma la nostra avventura era iniziata già prima, quando Antonio Palù, il fondatore e padre dell’attuale titolare Carlo, aveva deciso di importare abrasivi per le aziende della zona”, ci racconta Italo Rossetto. “Una mossa lungimirante e di grande perspicacia, dato che è nata dal bisogno di un intero distretto di riuscire a trovare dei prodotti abrasivi. Inizialmente si importava da Stati Uniti e Germania, poi sono arrivate le prime macchina per la conversione, per poter offrire ai clienti un servizio diverso, più efficiente. E dal 1976, quando Nastroflex divenne una società per azione, un punto di riferimento”.
Com’è andato questo biennio – concedeteci il termine volutamente in “vox media” – particolare?
“Il quadro economico dell’ultimo biennio è decisamente positivo”, ci spiega Vincenzo Rivizzigno. “Il 2021 è stato un anno decisamente interessante, non solo dal punto di vista di ordine e fatturato, che ci ha visti registrare un netto incremento e un fatturato intorno ai 18 milioni di euro, ma anche dal punto di vista degli investimenti aziendali.
Siamo stati una volta di più lungimiranti, abbiamo compreso che il 2022 sarebbe stato un anno altrettanto positivo e abbiamo investito in macchinari, in ammodernamento, in modo tale da farci trovare sempre pronti. Non solo, abbiamo anche investito in ricerca, realizzando un laboratorio che sarà pronto a breve dove potremo lavorare per migliorare ulteriormente gli standard qualitativi.
Scelte assennate che abbiamo portato avanti anche nel 2022, un anno in cui le nostre parole chiavi sono diventate ancor di più efficientamento e redditività”.
“Siamo riusciti – prosegue l’amministratore delegato di Nastroflex – a sopperire alle difficoltà a cui sono andate incontro tutte le aziende, come i rallentamenti nell’approvvigionamento delle materie prime, migliorando la redditività, l’efficienza, dialogando con i fornitori, condividendo conoscenza e creando così un cuscinetto che ci è servito come ammortizzatore i rallentamenti. La strada è tracciata: crescere come azienda vorrà dire riuscire una volta di più a ottimizzare le risorse in nostro possesso.
Avremmo potuto espanderci ulteriormente? Certamente, ma la nostra filosofia è quello di lavorare step by step, facendo passi e scelte ponderate. Aumentare il fatturato senza una struttura in grado di mantenere negli anni successivi questi sforzi è controproducente, meglio crescere con costanza”.
E nei prossimi anni?
“Come accennato, sicuramente l’intenzione è quella di continuare a crescere. Ci aspettiamo un incremento a due cifre per il prossimo biennio. Certo, l’attenzione e la prudenza dovranno essere un mantra in grado di guidarci, sia sul fronte interno, sia all’estero, dove esportiamo circa il 50 per cento del nostro fatturato.
Il 2023 e gli anni successivi saranno ricchi di progetti sfidanti. Abbiamo un piano industriale chiaro, non a cinque anni, dato che in questo momento, dato che l’ultimo biennio ci ha insegnato che è meglio “navigare a vista”, siamo certi che ci toglieremo importanti soddisfazioni”.
Una delle parole chiavi sarà quindi innovazione…
“Esattamente. La lavorazione del legno e del metallo sono due settori continuamente alla ricerca di tecnologie all’avanguardia. Le tendenze in questo momento sono dettate dalle richieste dei clienti, che vogliono ridurre i tempi, gli sprechi. Il nostro è un mondo molto pratico, vuole soluzioni efficaci, un accorciamento della filiera di produzione. Noi dobbiamo essere reattivi nel comprendere e recepire i bisogni per offrire soluzioni nel minore tempo possibile”.
“Concordo”, aggiunge Italo Rossetto. “Cooperare con aziende di varie dimensioni, in Italia come all’estro, ci ha consentito di comprendere quali siano le necessità delle aziende, che vanno sempre più verso la ricerca di lavorazioni standard, in grado di ottimizzare i tempi. In questo contesto le innovazioni non vengono introdotte tanto sui materiali, sui grandi degli abrasivi, quando sull’evoluzione dei prodotti, sulla possibilità di offrire lavorazioni più rapide, ridurre i tempi morti, creare prodotti sempre più resistenti che consentano lavorazioni intense.
Difficilmente si parla di rivoluzioni nel mondo degli abrasivi, diciamo che il nostro settore è figlio di una evoluzione costante, continua. L’utilizzo di supporti di carta certificati Fsc, per esempio, rappresenterà un passo in avanti nei prossimi anni.
Noi stiamo lavorando molto sulla possibilità di offrire ai nostri clienti una finitura sempre più uniforme, che permetta di realizzare pezzi della stessa qualità, senza dover arrivare alla fine del processo produttivo con – per esempio – pannelli di qualità differente.
Quello che farà la differenza nei prossimi anni – spiega – sarà la nostra capacità di non fermarci unicamente a fornire un prodotto, ma la nostra competenza nei servizi pre e post vendita nei confronti dei nostri clienti. La capacità di consigliarli, di trasferire il nostro know-how e di aiutarli anche a trovare la soluzione migliore, per esempio, a livello di levigatrici o di lavorazioni”.
“Le tendenze della finitura stanno cambiando”, prosegue Italo Rossetto. “Dopo un ciclo insolitamente lungo in cui abbiamo registrato una forte richiesti di superficie lucide, adesso la richiesti si sta spostando sull’opaco. Le richieste stanno migrando verso prodotti a grane meno fini, ma in grado di offrire performance durevoli e un’alta qualità di lavorazioni.
Stiamo riscontrando un forte interesse per i nostri trattamenti antistatici, che migliorano la finitura del pannello, specialmente nelle lavorazioni più complesse sul grezzo.
Trattamenti che migliorano anche l’ambiente, perché riducono l’emissione e la dispersione delle polveri, lasciando un ambienti di lavoro più salubre e pulito”.
Abbiamo introdotto una nuova parola chiave quindi…
“Sostenibilità – ci risponde Rivizzigno – che per noi non vuol dire “solamente” ridurre l’impatto ambientale della lavorazione, ma vuol dire offrire condizioni migliori ai nostri dipendenti, creare un ambiente di lavoro dove poter operare in serenità. Questo crea una forte identità all’azienda, permette di camminare tutti in un’unica direzione, di sentirsi parte di un progetto, di perseguire obiettivi comuni insomma. L’azienda in questa ottica deve diventare un porto sicuro, un luogo in cui impegnarsi, crescere. Mettere le persone al centro dell’azienda ci ha permesso di affrontare questi momenti incerti con maggiore sicurezza. Certo, l’attenzione all’ambiente non manca. Come ha accennato il signor Rossetto il prossimo passo sarà ottenere la certificazione Fsc per esempio. Sostenibili, ma anche affidabili. Per i nostri dipendenti, per i nostri clienti.
L’affidabilità è un’altra delle parole chiave di Nastroflex. Siamo un’azienda affidabile e lo dimostriamo sia con la qualità dei nostri prodotti, sia con la nostra costante presenza. I nostri servizi, le nostre consulenze sono un fiore all’occhiello della nostra attività.
Lo ammetto, possono sembrare delle frasi di circostanza, ma noi ci crediamo davvero”.
a cura di Francesco Inverso
nastroflex.it
LA CERTIFICAZIONE FSC
La certificazione Fsc è una certificazione internazionale, indipendente e di parte terza, specifica per il settore forestale e i prodotti – legnosi e non legnosi – derivati dalle foreste. Esistono due tipi di certificazione Fsc: la certificazione di gestione forestale e la certificazione di catena di custodia.