Ci ha sempre colpito l’impegno di Albricci nel proporre al mercato italiano le macchine che fanno parte del suo catalogo. Una intermediazione forte, concreta, capace di essere proattiva e di stimolare il mercato con strumenti nuovi.
Era da tempo che volevamo approfondire la nostra conoscenza con Albricci, la realtà di Cesano Maderno, a metà strada fra Como e Milano, che nella home page del proprio sito si definisce “fornitore di macchine per la lavorazione del legno”. E ci toglie dall’imbarazzo, perché stiamo parlando di un rivenditore/importatore che molto spesso agisce come se fosse un vero e proprio produttore, attivando modalità e iniziative che clienti vecchi e nuovi non mancano di apprezzare.
La loro adesione a questo Focus Finitura da un lato ci ha sorpreso (“… che ci fa un rivenditore in questo contesto?”, ci siamo chiesti), ma ci abbiamo messo poco a capire che eravamo proprio fuori strada. In questo ci è stato di grande aiuto Stefano Zaniboni, arrivato in azienda ventidue anni fa per coordinare l’assistenza post vendita con un nuovo software “ad hoc” e che a poco a poco ha saputo meritarsi la fiducia e la stima della proprietà arrivando a ricoprire il ruolo di direttore generale.
Oggi Albricci conta sul lavoro di una quarantina di addetti, per un fatturato attorno ai 13 milioni di euro, e si appresta a festeggiare il quarantesimo anniversario da quell’oramai lontano 1984 in cui Mario Albricci, ancora alla guida, decise di fondarla.
Una storia di successi strettamente connessa alle vicende della Brianza del mobile, iniziata quando l’appena citato Mario Albricci decise di diventare importatore per l’Italia della Altendorf Maschinenbau, noto produttore tedesco di sezionatrici austriaco, decidendo di rivolgersi a un potenziale bacino di utenti decisamente più grande.
E con il cuore in Brianza ma la testa nell’intero Belpaese la storia di Albricci vede aggiungersi marchio dopo marchio, accordi di importazioni o di rappresentanza, dalle macchine agli utensili, dalle attrezzature ai materiali di consumo.
Ci vuole poco perché al “pacchetto importazione” si aggiungano le sezionatrici verticali della svizzera Striebig e poi le bordatrici Ott Paul (Germania), le soluzioni per la foratura, assemblaggio e l’inserimento di colla e spine firmate Gannomat (Austria) e, in tempi più recenti, la collaborazione con il produttore di levigatrici tedesco Weber, la ragione della presenza di Albricci in queste pagine.
“Siamo sempre stati fedeli alla nostra storia – ci racconta Stefano Zaniboni – e abbiamo privilegiato costruttori monoprodotto, fortemente specializzati, tedeschi, austriaci o svizzeri. Siamo indubbiamente degli “intermediari” atipici se guardiamo allo scenario del mondo del legno: mettiamo al centro del nostro lavoro il rapporto che abbiamo con i nostri clienti, la volontà di comprendere in quale direzione stanno andando e come possiamo supportarli nel miglior modo possibile. E se questo significa proporci come rivenditori o come importatori non è certo un problema.
Abbiamo imparato a fare i conti con la responsabilità di dover rispettare i budget definiti con le realtà che importiamo, a muoverci in un contesto nazionale da cui abbiamo imparato molto, a partecipare a fiere come Xylexpo con un nostro stand, a essere fortemente attivi in termini di comunicazione e di marketing. Sappiamo occuparci di tutto ciò che ci è necessario per lavorare in un mercato esigente come la Brianza, che rimane certamente il nostro territorio d’elezione per quanto, considerando solo Striebig e Altendorf possiamo contare poco meno di 4mila installazioni in tutta Italia: affianchiamo chi si rivolge a noi per comprendere quale problema deve risolvere, gli proponiamo una soluzione e se tutto va nella giusta direzione gli forniamola macchina, curiamo l’installazione e ci occupiamo del post vendita, della assistenza, della ricambistica grazie a un magazzino che teniamo costantemente rifornito”.
“Non solo: crediamo moltissimo che una azienda come la nostra, fortemente radicata nel proprio territorio per quanto impegnata a livello nazionale, debba porsi l’obbiettivo di fare cultura: senza arroganza, ma offrendo il proprio contributo a una riflessione sulla quotidianità di chi lavora il legno e i suoi derivati secondo certe “tradizioni” e su cosa sia necessario fare per andare oltre… sono temi che portiamo avanti da sempre, collaborando con enti di formazione attivi sul territorio, invitando esperti ai tanti eventi che organizziamo nella nostra sede”.
E in termini più generali?
“Oggi non basta mettere in fila buone macchine per essere competitivi: è indispensabile ottimizzare ogni fase, ogni passaggio, da qui la crescente richiesta di software cad-cam che accorciano la distanza fra progetto e prodotto, piuttosto che tecnologie di fora-inserimento o una movimentazione che sia veramente efficace. Non solo: il lavoro va cercato, trovato e ciò comporta accrescere le proprie capacità commerciali e di marketing per farsi conoscere. Bisogna essere proattivi, mantenere relazioni, creare sinergie: solo in questo modo realtà di piccole e medie dimensioni possono affrontare commesse importanti e tempistiche scambiando competenze e tecnologie.
Lo stesso vale per noi: è nostro dovere essere sempre attentissimi a queste evoluzioni e qualche anno fa, solo per citare un esempio, siamo stati fra i primi a proporre tecnologie laser per il taglio e la marcatura…”.
WEBER
“Una filosofia, una “curiosità” che ci ha fatto incontrare Weber, nel 2010, una azienda tedesca con cent’anni di storia dedicati alla calibratura e alla levigatura nei settori del legno e del metallo, che negli ultimi anni ha creato due nuovi rami d’azienda entrando nel mondo della estrusione di materie platiche e nella manifattura additiva, oltre che nella automazione.
Ci siamo incontrati, conosciuti, e definito un percorso comune al quale noi di Albricci abbiamo ovviamente contribuito, esplorando la possibilità di configurare una offerta che potesse essere di concreto interesse in un mercato come quello italiano, dove le proposte di soluzioni per la finitura non sono certo difficili da trovare.
Una sfida che ci ha affascinato fon dal primo momento e che negli ultimi cinque, sei anni ci ha permesso di poter contare un certo numero di installazioni sul territorio nazionale.
Weber è una realtà che vanta brevetti molto interessanti, che la ricerca e l’innovazione nel proprio dna, oltre a una grandissima cura del dettaglio. Un catalogo orientato verso la fascia alta della domanda, con una affidabilità e una produttività da grandi impianti che lavorano 24 ore su 24.
Con loro abbiamo definito quali soluzioni potessero essere le più adatte per il mercato a cui Albricci si rivolge, macchine che non necessariamente debbano lavorare su più turni ma che sappiano rispondere a quella parte dell’artigianato, della piccola impresa che cerca finiture di livello assoluto, la “fascia alta” di questo segmento.
Stiamo parlando di macchine che hanno sistemi brevettati di gestione dei tamponi, sia sui nastri trasversali che longitudinali, che permettono una planarità e una finitura di alto livello, riconosciuta da tutti. Molti apprezzamenti riceve anche il gruppo “CBF”, un nastro lamellare collocato all’interno del nastro longitudinale che permette di eliminarne ogni oscillazione, una evoluzione e un miglioramento della funzione dei cosiddetti “superfinitori”. La levigatura di Weber – che si parli di nastri trasversali o longitudinali piuttosto che di teste planetarie a spazzola o gruppi di rusticatura – ci sta dando ottime soddisfazioni e ci pone nelle condizioni ideali per risolvere qualsiasi necessità: dalla levigatura del grezzo, delle impiallacciature, fino all’impiego nelle varie fasi della verniciatura. Per noi è stato un modo per entrare anche nel mondo del terzismo, dei verniciatori conto terzi che abbiamo scoperto essere realtà molto interessanti.
Vorrei anche sottolineare che una buona levigatrice ha una vita media che può arrivare anche a vent’anni, il che significa una tendenza a una fidelizzazione forte, a tornare dal fornitore che si ha avuto modo di conoscere molto bene e per lungo tempo e questo non gioca certo a nostro favore”.
COLOMBO ARMANDO
“Devo però anche dire che dove troviamo un imprenditore curioso, disponibile al cambiamento, attento a ciò che potrebbe scoprire diventa molto più facile creare nuove relazioni. È il caso della Colombo Amando di Meda, una delle capitali storiche del mobile di qualità “made in Brianza”, una azienda che produce arredamento su misura conto terzi, per i più bei nomi del mobile di design. Da loro abbiamo installato da pochi mesi una levigatrice che è lo stato dell’arte della tecnologia di levigatura Weber, sostituendo una linea composta da due levigatrici con una sola macchina attrezzata con nove diversi gruppi – grazie ai quali effettuare la calibratura inferiore e superiore, una funzione che nella vecchia linea non era disponibile – fra i quali tre gruppi trasversali, un tampone “CBF” longitudinale, una testa planetaria a platorelli e spazzole in Tynex o acciaio per lavorazioni di apertura del poro.
Una macchina che sta dando ottime soddisfazioni sia a noi che alla Colombo Armando e che dimostra come ci sia ancora spazio per “andare oltre” anche nella levigatura: dobbiamo misurarci con prodotti vernicianti e supporti in continua evoluzione e gli utilizzatori sono sempre alla ricerca di nuove possibilità, chiedendo alle levigatrici di svolgere altre funzioni oltre a quelle “tradizionali. Da questa richiesta nasce una soluzione messa a punto da Weber grazie alla quale è possibile ottenere particolari effetti decorativi, oltre alla levigatura e alla calibratura: non stiamo parlando di scolpiture, rusticature o effetti sega, ma interventi dei nastri in punti specifici della superficie per asportare le vernici già applicate e ottenere effetti decorativi molto particolari, più o meno ripetitivi”.
“Le prospettive della partnership con Weber sono molto promettenti”, conclude Stefano Zaniboni. “Le installazioni che abbiamo già fatto in Brianza, nel Triveneto, nel Pesarese stanno dimostrando la validità di questa soluzione con i fatti e notiamo un crescente interesse anche del mondo industriale, non solo da parte del nostro bacino più tradizionale. Ci contattano anche diversi rivenditori, interessarti a una partnership sui territori nei quali operano… siamo sulla strada giusta!”.