Dopo due anni e mezzo il legno australiano può tornare in Cina. In questi giorni, infatti, è scaduto il ban posto dalla Cina alla fine del 2020, quando l’importazione di tronchi di pino da piantagioni australiane era stato bloccato a causa di una infestazione di coleotteri della corteccia.
Una decisione che aveva causato un crollo nelle esportazioni australiane di questa tipologia di legno (la Cina ne era il principale mercato di sbocco) riducendo i volumi dai 3,5 milioni di metri cubi nel periodo 2016-2020 a meno di 400mila metri cubi nel 2020.
Quando il divieto è stato implementato, i commercianti australiani di tronchi hanno iniziato a esplorare destinazioni alternative in Asia e, nel 2021, hanno spedito circa 1,2 milioni di metri cubi di tronchi verso mercati che, precedentemente, non erano stati particolarmente rilevanti, tra cui India, Corea del Sud e Vietnam (come riportato sulla nuova piattaforma WoodMarket Prices, realizzata da Wood Resources International). Il balzo delle spedizioni verso questi mercati è stato di breve durata e nel 2022 si è verificato un brusco calo, in parte a causa dell’aumento della concorrenza da parte degli esportatori di tronchi statunitensi. Il calo è continuato all’inizio del 2023, con solo 27mila metri cubi spediti nei primi tre mesi dell’anno, rispetto ai 112mila metri cubi dello stesso periodo del 2022. L’Australia avrà probabilmente la possibilità di ristabilire il commercio con la Cina ora che il divieto è stato revocato, ma le spedizioni non raggiungeranno probabilmente i livelli del passato.
In precedenza, gran parte dei tronchi di pino che l’Australia spediva in Cina era di qualità inferiore, vicina al legno di tipo “pulplog“, meno appetibile per le segherie australiane. Tuttavia, l’industria nazionale australiana sarà sempre più in competizione con il mercato d’esportazione per i tronchi di piccolo diametro, dato che l’offerta di tronchi si restringe in tutto il Paese. Con la limitata espansione delle piantagioni di pino negli ultimi 30 anni (0,3 per cento annuo), è improbabile che l’offerta di legname nazionale aumenti nei prossimi decenni. Inoltre, molte grandi piantagioni di pino sono state distrutte dagli incendi nel 2019 e nel 2020 (circa il 6 per cento dell’area delle piantagioni), il che limiterà ulteriormente la disponibilità di legname per le segherie nazionali nel breve e medio termine.
WOOD RESOURCE QUARTERLY
Wood Resource Quarterly è ora disponibile come piattaforma interattiva di business intelligence online, WoodMarket Prices (WMP). Il WMP tiene traccia dei prezzi dei segati, della pasta di legno, del legname e dei pellet e riporta gli sviluppi del commercio e del mercato del legno nella maggior parte delle regioni chiave del mondo. Per maggiori informazioni sulla piattaforma WMP visitate il sito Global Wood Prices.