Stufe a pellet: emissioni meno 40 per cento

Progressi tecnologici, nuovi sistemi automatici più efficienti, calo dei consumi: tra 2010 e 2022 le emissioni di Pm10 (il PM10 è la frazione di particelle raccolte con un sistema di selezione avente efficienza stabilita dalla norma Uni En12341/2001 e pari al 50 per cento per il diametro aerodinamico di 10 µm, ndr.) causate dagli apparecchi a legna e pellet in Italia sono diminuite del 40 per cento, al netto di una sostanziale stabilità del parco installato. Il turnover tecnologico ha interessato in particolare i dispositivi “tradizionali” come i camini aperti, che sono passati dal 42 per cento del parco installato nel 2010 al 34 per cento nel 2022. Mentre le stufe a pellet, negli stessi anni, sono passate dal 6 per cento al 21 per cento del totale installato. Resiste tuttavia nel nostro Paese un parco vetusto, visto che il 66 per cento degli apparecchi ha un’età superiore ai 10 anni.

Il quadro emerge dai dati presenti nel rapporto statistico 2023 “Il legno nel riscaldamento residenziale e domestico” curato da Aiel – Associazione italiana energie agroforestali, che fotografa lo stato del riscaldamento domestico a biomasse al 2022 e, in particolare, l’evoluzione del parco tecnologico e i suoi effetti in termini di efficienza energetica e di riduzione delle emissioni atmosferiche.

Un contributo determinante al miglioramento della qualità dell’aria è arrivato dal conto termico che, insieme a bandi di finanziamento locali e regionali, ha fatto da volano alla riqualificazione energetico-ambientale del parco generatori a biomassa – spiega Annalisa Paniz, direttrice generale di Aiel – Tuttavia, in Italia è ancora attivo un imponente parco di generatori vetusti che ostacola un’ulteriore accelerazione del processo di miglioramento della qualità dell’aria. Per questo è necessario rafforzare l’impegno in questa direzione, a partire da una semplificazione, revisione e potenziamento dell’incentivo conto termico“.

IL RAPPORTO AIEL
Dai dati del Rapporto Aiel emerge che il parco installato nel settore residenziale ha subito tra il 2010 ed il 2022 una profonda evoluzione rispetto alla tipologia degli apparecchi installati e del biocombustibile utilizzato. I dispositivi “tradizionali”, come i camini aperti, sono passati dal 42 per cento del parco installato al 34 per cento. Mentre le stufe a pellet, ovvero apparecchi automatici con tecnica di combustione evoluta, sono passate dal 6 per cento al 21 per cento del totale installato in 12 anni segnando un incremento di 16 punti percentuali. Gli apparecchi a legna, che nel 2010 rappresentavano il 92 per cento del parco installato, corrispondono oggi al 75 per cento, mentre le tecnologie alimentate a pellet sono cresciute dall’8 per cento al 25 per cento.

Il turnover tecnologico deve però ancora interessare oltre la metà degli apparecchi installati: infatti, circa il 66 per cento ha un’età superiore ai 10 anni. Negli ultimi 5 anni si nota però un forte calo degli apparecchi a legna basati su tecniche di combustione “tradizionale”: il camino aperto, ad esempio, rappresenta solo lo 0,4 per cento dei dispositivi di installazione recente. Tuttavia, rimangono in esercizio ancora oltre tre milioni di questi generatori, a causa di una vita utile molto lunga.

Le vendite restano dominate dagli apparecchi alimentati a pellet ed in particolare dalle stufe a pellet: il 59 per cento delle vendite tra il 2010 ed il 2022. Seguono le stufe alimentate a legna, che rappresentano il 13 per cento delle vendite nel periodo di riferimento. Anche il consumo dei biocombustibili legnosi è cambiato: tra il 2010 ed il 2022 il consumo di legna da ardere si è ridotto dall’85 per cento dei consumi complessivi al 70 per cento, per effetto dell’aumento dell’uso di pellet che nello stesso periodo è passato dal 6 al 21 per cento e per un incremento significativo dell’efficienze energetica dei nuovi generatori a legna; si consuma meno e meglio. Il cippato rappresenta stabilmente circa l’8 per cento dei consumi totali.

PROGETTO FUOCO 2024
E proprio le innovazioni tecnologiche e la spinta verso l’efficienza energetica del settore sono al centro di Progetto Fuoco, il trade-show dedicato al riscaldamento a biomassa, in programma a Veronafiere dal 28 febbraio al 2 marzo 2024. “A Progetto Fuoco il tema della sostenibilità ambientale è al centro” ha spiegato Raul Barbieri, direttore commerciale di Veronafiere. “I dati del rapporto Aiel dimostrano che la sostituzione dei generatori più datati in favore dell’acquisto di quelli di nuova generazione è fondamentale per compiere un vero passo avanti verso l’abbassamento delle immissioni di particolato nocivo in atmosfera”.

Dalle stufe ai caminetti passando per caldaie, barbecue e cucine a legna e pellet: Progetto Fuoco, la manifestazione di riferimento per il settore, ha i motori accesi a pieno regime e si conferma come momento di riferimento a livello internazionale per la presentazione delle novità. Oltre alle esposizioni convegni, workshop, pitch di startup, dimostrazioni pratiche e occasioni di formazione. Proprio l’innovazione, grande protagonista della manifestazione, sarà declinata in due iniziative: l’Innovation Village, che racchiuderà le migliori startup italiane ed europee, e la terza edizione di “Give Me Fire – Progetto Fuoco Startup Award”, il premio per la migliore tecnologia del settore. È ancora aperta la call rivolta alle startup

Stufe a pellet: emissioni meno 40 per cento ultima modifica: 2023-10-23T12:40:47+00:00 da Francesco Inverso