Era da tempo che volevamo andare a visitare la sede produttiva di Leitz Italia a Lana, a pochi chilometri da Bolzano. A fare gli onori di casa abbiamo trovato l’amministratore delegato Günther Casagrande e il responsabile vendite OEM Christian Terfrüchte.
Dobbiamo ammetterlo: la nostra frequentazione con Leitz Italia si è sempre concentrata sugli uffici di Mariano Comense, nel cuore della Brianza, facendoci prendere la mano dal fatto che la distanza dalla sede di Xylon è decisamente più contenuta. Ma abbiamo deciso che era venuto il momento di conoscere ancora meglio questo colosso della produzione di utensili e ci siamo recati a Lana (Bolzano), per visitare il quartier generale, una realtà, come ci hanno spiegato, che oggi conta su una settantina di dipendenti, per un fatturato di oltre 11 milioni di euro.
Una struttura importante, che conta – oltre agli uffici di Mariano Comense, da dove si coordina l’intensa attività commerciale per i clienti direzionali e costruttori di macchine – il già ricordato quartiere generale di Lana, che è anche il cuore del sistema nel nostro Paese con 2mila metri quadrati di spazi produttivi che si aggiungono ai 2.500 dell’altra unità produttiva di Navazzo di Gargnano, in provincia di Brescia.
Günther Casagrande conosce a menadito Leitz Italia. Arrivato nel 1995, in officina, è passato poi all’ufficio tecnico per diventare – nel 2004 – responsabile della produzione di Lana e Navazzo; nel 2010 è procuratore con ampie deleghe e dal 2021 ricopre la carica di amministratore delegato.
“Leitz Italia è una esperienza assolutamente unica nel nostro gruppo”, ci racconta. “Lavoriamo in un mercato che definirei “speciale” rispetto ai tanti altri Paesi del mondo dove siamo presenti, perché qui la qualità della domanda e le esigenze sono di livello altissimo. L’Italia è la patria del design e molta dell’innovazione che si fa nel mondo della lavorazione del legno e soprattutto del mobile nasce qui. A ciò dobbiamo aggiungere che i nostri clienti italiani sono sempre pronti a rispondere a qualsiasi richiesta della loro committenza e questo implica che anche noi fornitori dobbiamo essere assolutamente flessibili e veloci nella risposta: offerta, trattativa, conferma, produzione e consegna si susseguono a ritmi incalzanti, una situazione che sarebbe ingestibile se non potessimo contare su una filiale che provvede alla gestione dei rapporti, alla assistenza, alla manutenzione, alla produzione…
Nel quartier generale di Lana ci occupiamo dunque dell’assistenza e della produzione degli utensili per il massello e per il mobile per il mercato italiano, mentre la produzione di utensili saldo-brasati viene commercializzata anche in Austria e Germania, dove questo prodotto arriva anche da altre sedi del gruppo. A Navazzo, invece, nascono tutti i coltelli da pialla prodotti da Leitz venduti nel mondo.
Non dimentichiamo che nel catalogo Leitz – oltre mille pagine di proposte per il pannello e il massello, per l’alluminio o il poliuretano e i materiali composti – ci sono però decine di migliaia di prodotti che vengono importati in Italia dalle nostre sedi produttive estere, una capacità di risposta che, soprattutto per i prodotti standard, impone una logistica e una organizzazione di altissimo livello, visti i numeri che trattiamo. E l’Italia fa la propria parte anche su questo fronte, spesso intervenendo per dare al cliente italiano quella personalizzazione, garantendogli quella peculiarità che ci ha richiesto.
Peculiarità che nel nostro quartiere generale in Germania non solo comprendono, ma apprezzano, perché sono spesso di stimolo al miglioramento continuo dei nostri utensili o alla creazione di nuovi”.
“Dal punto di vista commerciale – interviene Christian Terfrüchte – lavoriamo su tre livelli: innanzitutto le vendite “OEM”, ovvero la fornitura dei primi attrezzaggi ai costruttori di macchine, l’area di cui sono direttamente responsabile e dove di fatto si concentrano le fasi di sviluppo e la ricerca di nuove soluzioni per il futuro, una parte del nostro lavoro a cui Leitz dedica molte delle sue energie a livello planetario.
Una seconda struttura si occupa della gestione della nostra rete di rivenditori in tutta Italia, una cinquantina di realtà che ci rappresentano sul territorio nazionale, mentre la terza segue le forniture per quelli che definiamo “clienti direzionali”, clienti importanti per le quantità e la qualità delle loro richieste, con i quali è fondamentale stabilire una forte partnership legata a temi tecnologici all’avanguardia. Tre strutture che ci permettono di seguire dal più piccolo laboratorio specializzato alla grande industria del legno e del mobile dove ogni giorno devono essere processati centinaia di migliaia di metri lineari di prodotto”.
Insomma, tocca a voi avere a che fare con questa complicata domanda italiana…
“È proprio così”, ci risponde Günther Casagrande sorridendo. “Le imprese italiane, di qualsiasi ordine di grandezza siano, rappresentano una sfida che ci impone altissimi livelli di flessibilità, la capacità di fare ricerca e innovazione, l’impegno a rispondere con utensili sempre diversi. Devo dire che essere una multinazionale nella quale lavorano oltre tremila persone in tutto il mondo ci permette di poter contare su una mole enorme di esperienze dalle quali attingere per dare risposte in tempi brevi, una possibilità che produttori di dimensioni minori certamente non hanno e sono costretti a procedere per tentativi. Non solo: possiamo anche unire le forze, quando necessario, e coordinarci con le nostre altre sedi produttive in Europa e nel mondo per rispondere a commesse particolarmente impegnative ancora più velocemente con la miglior tecnologia D’altra parte chi si rivolge a Leitz si aspetta una qualità assoluta in un contesto nel quale la variante “prezzo” passa immediatamente in secondo piano. Essere il più importante costruttore di utensili per il legno e derivati al mondo è motivo di orgoglio ma comporta anche l’essere sempre sul filo del rasoio, pronti a esprimere i valori Leitz in mercati che hanno caratteristiche molto diverse fra loro e a confrontarci con quelli emergenti – per esempio in Asia – dove la tecnologia, spesso italiana e tedesca, corre molto veloce. Come le dicevo la collaborazione con i costruttori di macchine per noi è vitale e il rapporto fra la casamadre e i più importanti marchi italiani è costante e diretto per poter essere costantemente allineati su ogni situazione, per quanto possa essere specifica, o sui nuovi sviluppi di tecnologie consolidate, a cui si aggiungono le forniture relative a macchine e impianti legati all’esportazione.
Un aspetto premiante per una realtà come Leitz, perché la presenza di nostri tecnici in tutti i Paesi dove si lavorano il legno e i suoi derivati ci permetto di essere vicini al cliente anche del costruttore italiano di macchine e linee in modo rapido e diretto. Ciò significa che Leitz può garantire sempre la migliore disponibilità e assistenza per un utensile messo a punto con un costruttore italiano in qualsiasi parte del mondo.
E questo vale per i ricambi: tutti i nostri utensili e gli elementi da cui sono costituiti sono codificati, catalogati e ci basta un codice, spesso anche solo una fotografia, per risolvere il problema parlando anche la lingua del posto. Possiamo risalire a informazioni di forniture fatte anche più di trent’anni fa e questo è molto apprezzato dai nostri clienti”.
Possiamo parlare di “tendenze” anche nel mondo dell’utensile?
“Diciamo che si sono temi ricorrenti ma che devono fare i conti con l’evoluzione dei materiali. Pensi a cosa ha significato il pannello da legno riciclato, nel quale gli italiani sono assolutamente maestri, a quali nuovi limiti, quali sfide ha posto anche a noi utensilieri”, ci dice Christian Terfrüchte “Il diamante è sempre un punto di riferimento, soprattutto nel pannello, ma impone determinate scelte. Il confronto è con materiali in continua e rapida evoluzione, spesso combinati, compositi, stratificati che richiedono scelte tecniche estremamente specifiche. Penso alle porte in legno che sempre più spesso sono rivestite con materiali diversi che ci impongono di fornire utensili speciali, composti, ad esempio con i taglienti principali in metallo duro e inserti in diamante collocati in precisi punti della struttura per agire su queste “specificità”.
Indubbiamente il voler sempre arrivare il più vicino possibile alla “fabbrica automatica” ha complicato le cose e da un lato dobbiamo confrontarci anche noi con impianti dove la competenza dell’utilizzatore è meno richiesta e dall’altro con velocità sempre più elevate, scaricando dalla macchina pezzi da avviare direttamente al montaggio: a noi il compito di progettare e costruire utensili che tengano il passo.
Non basta: si spinge l’acceleratore anche nella direzione di una gestione sempre più digitale dell’utensile, dalla sua disponibilità in macchina alla sua affilatura e manutenzione, con un dialogo continuo fra utensile e tecnologia circa i giri al minuto, i dati di impiego, la manutenzione programmata, il dialogo con i lettori di codici a barre e piena sintonia con le diverse piattaforme software che oggi sono il vero cuore del sistema e vogliono l’utensile come elemento di questa rivoluzione digitale”.
“Sono queste le vere sfide nelle quali saremo chiamati a dire la nostra”, aggiunge Günther Casagrande. “Oggi progettiamo utensili pensando alle macchine nelle quali dovranno operare, alle loro caratteristiche, ai risultati attesi: i nostri uffici tecnici si sono trasformati e le competenze richieste sono decuplicate.
Dobbiamo aggiungere valore al nostro prodotto, in uno scenario – come giustamente sottolineava Christian – in cui c’è meno competenza e necessità sempre più impegnative, non ultima la “tracciabilità” dei dati di produzione. Si parla sempre più spesso di robot, di tecnologia come servizio, della necessità di poter gestire tutti i passaggi per avere una idea di come sarà il prodotto ancora prima che venga realizzato.
E poi dovremo anche chiederci cosa comporterà lo sviluppo delle stampanti 3d, della produzione additiva, che potrebbe rappresentare una nuova rivoluzione con cui il mondo dell’utensile dovrà prima o poi misurarsi. Lo stesso discorso potrebbe valere per la sagomatura con sistemi laser…
Fortunatamente, come le abbiamo raccontato, Leitz è una grande azienda fatta da tante persone che possiedono enormi competenze e questo ci fa sentire pronti ad affrontare qualsiasi futuro ci si possa prospettare.
Continueremo a fare la nostra parte, a essere al fianco di chi ci sceglie con la nostra qualità, la nostra esperienza e una rete mondiale tecnico-commerciale capillare, grazie alla quale rispondere sia al piccolo serramentista alla ricerca di strumenti per mantenere alta la sua qualità che al grande gruppo industriale che deve garantire la massima disponibilità e produttività dei propri impianti”.