Nerli: una questione di famiglia

Il nostro viaggio in Toscana ci ha portato a Ponsacco, a pochi chilometri da Pisa, per vedere dall’interno la nuova Nerli, che dal 2020 è guidata da Ciro Nerli, la nuova generazione…

Lo ammettiamo: quando abbiamo deciso di intraprendere un viaggio in Toscana per raccontarvi lo stato dell’arte del settore abbiamo pensato subito a Nerli: una realtà storica, profondamente radicata sul territorio e con una fama che da sempre la precede. Le levigatrici Nerli, in fondo, sono sempre state considerate le “Rolls Royce” di questo segmento tecnologico, macchine realizzate con una cura quasi maniacale di ogni dettaglio, un punto di arrivo e una fonte di ispirazione per tanti, ovviamente progettate e realizzate per una certa fascia di mercato.

Ciro Nerli.

Una piccola azienda che negli anni ha sempre mantenuto fede ai propri principi, un’eredità che la famiglia Nerli si tramanda di generazione in generazione e che in tempi recenti ha visto l’avvio di una nuova pagina della propria storia.
Oggi in Nerli, infatti, c’è “un uomo solo al comando” (ci perdonerete la citazione sportiva, ma la Toscana è sempre stata terra, oltre che di lavorazione del legno, anche di ciclismo e siamo certi che sarà apprezzata). Stiamo parlando di Ciro Nerli, classe 1976, figlio di Giampaolo, nipote di Francesco e cugino di Giorgio, che da qualche tempo ha preso nelle sue mani i destini dell’azienda toscana.

Entrare in azienda è stato qualcosa di naturale, una promessa da mantenere anche se non era mai stata pronunciata; e lo stesso è stato in tempi più recenti, quando è venuto il mio turno alla guida dell’impresa di famiglia. È successo tutto molto in fretta in realtà, una serie di eventi che si sono verificati in rapida successione dal 2020, quando è venuto a mancare mio zio Francesco. Sono consapevole di avere una grande responsabilità: questa azienda è innanzitutto un impegno della nostra famiglia, che ci tramandiamo generazione dopo generazione. Abbiamo lavorato tanto per guadagnarci la reputazione di cui godiamo e quella definizione di “Rolls Royce delle levigatrici” che ci onora e che ancora oggi molti clienti ci riconoscono. Che dire? Non potrò fare altro che lavorare ancora con maggiore impegno per mantenerla”.

Come si sente in questi nuovi panni?
Non mi sento ancora a mio agio, per quanto ci siano talmente tante cose da fare che il tempo per pensare a questi aspetti proprio non c’è. Posso dirle che mi sono posto l’obbiettivo, condiviso dalle persone che lavorano in Nerli, di spingere di più sul pedale dell’innovazione, trovando il “nostro modo” di intendere il patrimonio di questa azienda. Non tanto sul prodotto, ma sui progetti a lungo termine, sulla quotidianità del lavoro, sulla progettazione. Tanti piccoli aspetti che – sommati – sono sicuro possano darci una spinta ulteriore anche se è la qualità delle nostre macchine, la loro resistenza, le loro funzionalità a fare la differenza, a permetterci di vedere ancora oggi in funzione prototipi realizzati prima che io nascessi, ma senza un progetto di più ampio respiro oggi non è più possibile crescere.
Aggiungo che il passaggio di consegne è stato certamente impegnativo, perché ho dovuto conoscere i nostri clienti, presentarmi, propormi: lavoro in Nerli fin da quando posso ricordare, ma mi sono sempre dedicato alla parte meccanica, sono sempre rimasto dietro le quinte. Per ruolo e carattere sono sempre stato piuttosto defilato e anche in occasione della prima assemblea di Acimall a cui ho partecipato non erano in molti a sapere chi fossi!
Le cose sono cambiate ed è giusto che questa impresa di famiglia abbia un volto con cui essere riconosciuta da clienti e addetti ai lavori, un volto che testimoni che ci stiamo evolvendo, ma che i presupposti e i valori fondanti del nostro successo, della nostra storia sono e saranno sempre gli stessi e che siamo ancora qui, pronti a rispondere a ogni richiesta con la stessa, immutata qualità!”.

Una storia lunga più di settant’anni, fatta in progetti, buona meccanica, idee, tante macchine…
“… così tante che non saprei nemmeno dirle con certezza quante potremmo averne installate in tanti anni di onorata carriera! Non abbiamo mai fatto un vero e proprio “censimento” delle nostre installazioni, ma credo di poter dire che non siamo lontani dalle 700 macchine solo nel nostro Paese. Se poi mi chiede quante potrebbero essere a livello planetario devo ammettere che non ne ho la più pallida idea, anche se devo dire che non abbiamo mai spinto molto sulla esportazione: solo negli ultimi anni abbiamo cominciato a guardare oltre confine, ad allargare i nostri orizzonti. Attualmente ci stiamo muovendo piuttosto bene in Brasile, dove abbiamo un valido agente, e in Polonia, che – per quanto in questo momento sia un mercato in contrazione – riteniamo possa diventare un ottimo punto di ingresso per operare in tutta l’area dell’est Europa”.

E come è stato il primo approccio fuori dall’azienda?
Direi che i primi riscontri sono molto positivi: i clienti continuano a mostrare un forte interesse per le nostre macchine, per il nostro modo di intendere il lavoro… vedremo come le cose evolveranno… posso però dire che tutti hanno avvertito il cambio di rotta, per quanto stiamo parlando di cambiamenti che vogliamo realizzare con il tempo necessario, passo dopo passo. In questo momento la nostra produzione si attesta sulle venti macchine all’anno e, detto in tutta onestà, non saremmo in grado di gestire un aumento troppo repentino.
Vogliamo farlo, vogliamo crescere, ma siamo consapevoli che non sia una questione di un momento, ma occorra una programmazione, un modello di business. Stiamo lavorando proprio per questo, per costruire – mattone su mattone – le Officine meccaniche Nerli del futuro.
Vuole un esempio? Fino ad oggi abbiamo sempre fatto tutto internamente; negli ultimi mesi stiamo lavorando per costruire una rete di collaborazioni e relazioni che ci siano d’aiuto in questo percorso di rinnovamento. Stiamo anche rivedendo il nostro parco macchine, il nostro metodo di progettazione senza dimenticare la nostra storia, anzi. Vogliamo crescere proprio partendo dalla tradizione
…”.

Dobbiamo essere onesti”, prosegue Ciro Nerli. “Ci hanno sempre visto tutti come una realtà “antica”, un’azienda storica con preziose, profonde radici. Una realtà che pochi pensavano in grado di evolversi e invece stiamo dimostrando che sappiamo di doverci adeguare a una nuova realtà, ma con il privilegio di essere ciò che siamo stati e continueremo a essere: la nostra reputazione, la qualità dei nostri prodotti, la cura che mettiamo nei dettagli, quel lavorare “come si faceva una volta” parla per noi.
Ci capita spesso di ricevere richieste che nascono dal “passaparola”, da chi vede le nostre macchine all’opera e ci contatta. Non abbiamo uno showroom, per quanto sia nei nostri programmi, tuttavia siamo convinti che vedere all’opera le nostre macchine in una produzione “reale” possa essere una buona pubblicità… vale per quello che è sempre stato il nostro fiore all’occhiello, la levigatrice trasversale automatica a doppio nastro “PN 30”, un esempio del nostro essere focalizzati sulla realizzazioni di levigatrici trasversali e, in verità, sono molti i clienti che si stupiscono quando vengono a conoscenza che nel nostro catalogo ci sono anche le longitudinali. E anche questo è un aspetto sul quale dobbiamo migliorare la nostra comunicazione”.

C’è qualcosa che la preoccupa, che la spaventa?
“Il non riuscire a rispettare gli impegni presi: non le nascondo che ritrovarsi in questo ruolo non è semplice, perchè Nerli – come le dicevo – non è “solo” un’azienda, ma la storia della nostra famiglia, la nostra passione, un modo di intendere il lavoro che viene tramandato da più di settant’anni.
Ma non corriamo questo rischio. Sono felice e sereno, lo ammetto. Fino a pochi anni fa eravamo in quattro a decidere, oggi ci sono solo io e creare una struttura decisionale e organizzativa adeguata sarà un passaggio fondamentale. Abbiamo già fatto molto per costruire un assetto più industriale, che possa contare su professionalità oggi indispensabili, e il focus sulla qualità delle macchine rimarrà invariato. Continueremo a puntare sulla qualità, sulla affidabilità, sulla robustezza e la stabilità delle nostre carpenterie, lavorando con quei clienti che non guardano solo al prezzo”.

Se dovessi descrivere il futuro ideale immagino una un’azienda più grande e moderna, uno stabilimento-boutique come quelli che si vedono in certe trasmissioni dedicate al mondo dell’automotive, ma senza mai abbandonare la capacità di lavorare i metalli, di tagliare, molare, tornire, saldare… ci arriveremo, un passo dopo l’altro.
Fare l’imprenditore e dirigere un’azienda è qualcosa di nuovo per me: mi piace definirmi un “manager per caso” con tante idee e altrettanto da imparare, con umiltà ma anche con lungimiranza e la certezza di avere attorno a me persone che possono aiutarmi a mantenere Nerli nel ruolo che ci compete”.

In un settore che negli ultimi vent’anni è molto cambiato…
Sono cambiate le macchine, sono cambiate le aziende e siamo sempre più fortemente impegnati nella ricerca non solo di prestazioni migliori, ma anche di una progressiva riduzione dei consumi, degli sprechi. Le faccio un esempio che ritengo illuminante su molti aspetti del nostro lavoro: oggi si vernicia utilizzando quantità sempre più ridotte di prodotti vernicianti, una scelta che si riflette in modo importante sulle nostre macchine, che devono essere sempre più precise, potendo contare su uno strato di vernice in molti casi ridotto al minimo indispensabile.
Il mercato cambia, cambiano le necessità che esprime ed è indispensabile mantenere altissima la capacità di una azienda di innovare e di rinnovarsi. Anche per questo da tempo portiamo avanti una prestigiosa collaborazione con l’Università di Pisa, per sviluppare al meglio ogni soluzione per dare risultati sempre più performanti.
La nostra è una autentica passione per la levigatura, ma soprattutto per la meccanica, per ogni fase del processo di costruzione di una macchina, dalla lastra di metallo alla doppia riequilibratura delle pulegge, per dirle una delle “attenzioni” che poniamo nelle nostre macchine. Siamo consapevoli che qualche volta arriviamo addirittura ad eccedere nel nostro zelo, ma Nerli è sempre stato questo e – come ho detto – non scenderemo mai a patti sulla qualità”.

A cura di Luca Rossetti

nerli.it

Nerli: una questione di famiglia ultima modifica: 2024-01-10T12:05:17+00:00 da Francesco Inverso