Come da tradizione l’Ufficio Studi di Acimall ha realizzato per Xylon la classifica dei risultati economici della filiera della lavorazione del legno in Itala, ovvero “Tecnologia per la lavorazione del legno e oltre”, “Produzione di mobili in legno”, “Produzione di pannelli e semilavorati in legno”, “Produzione di serramenti in legno”, “Case ed elementi in legno per l’edilizia” e “Commercio legno e mobili”.
La classifica è stilata in base ai bilanci ad oggi disponibili, riguardanti quindi il 2022, anno in cui si è consolidato il trend positivo post-pandemia.
LE TECNOLOGIE PER LA LAVORAZIONE DEL LEGNO
Il focus si pone, secondo consuetudine e per competenza, sulle tecnologie per la lavorazione del legno evidenziandone le dinamiche rispetto agli anni precedenti, mentre le classifiche per il comparto “legno-arredo” permettono di ottenere una visione a 360 gradi della filiera.
L’analisi prende in considerazione le prime cinquanta aziende italiane (codice Ateco 2007) per ricavi delle vendite, realizzati nel 2022. All’interno della graduatoria sono presenti anche aziende caratterizzate da produzioni promiscue, di cui è purtroppo impossibile determinare la percentuale imputabile al settore “tecnologie per il legno”, considerando i soli dati di bilancio in nostro possesso.
Scm Group di Rimini, Biesse di Pesaro, e Cefla di Imola occupano le prime tre posizioni della classifica. Per correttezza d’informazione occorre evidenziare che la terza, in particolare, non ha nelle tecnologie per la lavorazione del legno la propria produzione preponderante.
Da evidenziare che le cinquanta realtà inserite nella classifica esprimono un fatturato globale di 3.415 milioni di euro, contro i 3.064 del 2021, con un valore medio per impresa di 68 milioni (era 61 nel 2021).
Come possiamo vedere dal grafico 1 (a pagina 14), assistiamo ad un ulteriore aumento del valore espresso dalla cinquantesima azienda, ovvero la prima a superare la “soglia di ingresso” nella nostra classifica. Uno degli elementi più importanti da rilevare osservando la serie storica di questa variabile, è la presenza di un valore che per la prima volta è superiore a quello del 2008, anno che ha preceduto la crisi finanziaria che ha investito i mercati economici di tutto il mondo e che di fatto ha costretto le aziende a rivoluzionare tutti i modelli organizzativi.
Ovviamente questo dato non tiene conto dell’inflazione che dal 2008 ad oggi ha inevitabilmente influito su tutti i costi di produzione e non solo. Questo ci fa capire come ancora attualmente il livello delle aziende italiane medio-piccole non sia ancora quello pre-crisi.
La mediana, corrispondente al valore della venticinquesima azienda in graduatoria (13,8 milioni di euro) è superiore a quella espressa dall’analisi dello scorso anno; la stessa dinamica si registra con il valore medio dell’Ebitda, che si attesta a 7,5 milioni di euro.
Il grafico 2 mostra una grande concentrazione di aziende che hanno avuto incrementi di fatturato, anche rilevanti.
IL 2022 E LA FASE ECONOMICA ATTUALE
L’analisi in oggetto è riferita al 2022, quindi ha inevitabilmente una caratterizzazione storica lasciando ad altri approfondimenti una valutazione prospettica.
Per meglio comprenderne le dinamiche, occorre peraltro esaminare l’andamento del settore da prima della pandemia di covid 19 e di tutto ciò che ne è conseguito. Bisogna innanzitutto osservare che l’industria delle macchine della lavorazione del legno, come peraltro altri comparti della meccanica strumentale, ha da sempre un andamento ciclico con tassi di crescita anche a due cifre seguiti da flessioni altrettanto consistenti. Ciò che è avvenuto nel triennio 2019-2021 ed anche nel 2022 è stato però qualcosa di assolutamente fuori dall’ordinario.
Guardiamo infatti all’anno antecedente la pandemia. Nel 2019 il settore aveva fatto segnare una flessione del 9,9 percento dopo che nel 2018 la crescita era stata pari al 10,6 percento in una logica di alternanza crescita-flessione come sopra menzionato.
Nel 2020, anno in cui la pandemia si è manifestata in tutta la sua pericolosità, il comparto ha avuto una brusca frenata nei primi mesi per poi manifestare una robusta ripresa e chiudere con un risultato certamente negativo, ma meno di quanto la gravità della situazione sanitaria potesse far prevedere.
A fine del 2020 il calo rispetto all’anno precedente è stato quindi pari al 18,4 percento con un valore della produzione di 1.848 milioni di euro.
L’anno successivo, e siamo quindi al 2021, l’immissione di liquidità nel sistema e i provvedimenti a sostegno dell’industria e di tutta l’economia sono andati a regime ed hanno determinato un rimbalzo positivo al quale mai prima si aveva assistito. Il 2021 si è perciò chiuso con un aumento della produzione del 36,9 percento a fronte di un totale di 2.530 milioni di euro, pari a quanto fatto segnare nel 2018. Parallelamente, come sappiamo, alla fase espansiva si è peraltro affiancato l’aumento dell’inflazione anche settoriale.
Nel 2022, anno in cui si collocano i risultati economici oggetto di questo lavoro, la crescita è proseguita ulteriormente anche se ad un tasso decisamente attenuato, nello specifico pari al 4,6 percento. Il valore della produzione, al lordo dell’inflazione, ha raggiunto il risultato storico di 2.646 milioni di euro, con un export di 1.808 e vendite record sul mercato interno pari a 838 milioni di euro.
A fronte di quanto sopra e tenuto conto delle importazioni, il consumo apparente dell’Italia si è quindi attestato ben oltre i 1.100 milioni di euro, confermando il Paese come il quarto mercato al mondo per dimensioni.
Volendo dare uno sguardo all’anno successivo e a quello che stiamo vivendo, si evidenzia che la crescita settoriale è proseguita anche nel 2023 (+3,5 percento sull’anno precedente) raggiungendo nuovi record. È peraltro ragionevole ritenere che la flessione già evidenziatasi nell’ultimo periodo dell’anno prosegua anche nel 2024 in un contesto geopolitico afflitto dalle crisi belliche in Europa Orientale e in Medio Oriente. Un aiuto al mercato italiano potrà senz’altro giungere dai provvedimenti legati al Piano Industria 5.0, già approvato dal Governo Italiano e del quale, al momento in cui scriviamo, siamo in attesa di conoscerne il relativo Decreto attuativo.