Funzionalità ed estetica. Ecco i principali requisiti di un mobile. Purtroppo, però, non sempre parliamo di arredi realizzati a regola d’arte o, perlomeno, realizzati prestando la massima attenzione al pericolo, per quanto contenuto, che anche il più piccolo dei suoi componenti può creare.
Si può – ad esempio – commettere l’errore di sottovalutare la presenza di un foro nel quale potrebbe restare incastrato un dito, piuttosto che la presenza di elementi di peso rilevate o parti mobili che potrebbero causare perfino lo schiacciamento di una persona o di una parte del suo corpo.
Anche i bordi, se non sono stati opportunamente smussati, possono essere causa di graffi, abrasioni e perfino di tagli profondi. I soggetti più deboli, bambini e anziani, sono ovviamente le vittime più probabili; ma anche gli adulti possono sperimentare simili e spiacevoli esperienze.
La sicurezza è da sempre uno degli obbiettivi dell’attività normativa e il tema dei bordi taglienti – o dello “spigolo vivo”, come è comunemente chiamato –viene affrontato in tutti i documenti normativi europei che riguardano i mobili, che siano per uso domestico (EN 14749) o per ambienti di lavoro e per la collettività (EN 16121). Norme che impongono che tutte le parti di un mobile “accessibili”, con le quali una persona possa venire in contatto, debbano avere spigoli e vertici smussati, arrotondati.
È dunque necessario verificare che questa situazione di potenziale pericolo non sussista, ma la norma non indica come “misurarla”, evitando valutazioni che siano poco più che soggettive.
Su questo fronte Catas ha sempre messo in campo l’esperienza dei propri tecnici che, oltre a partecipare ai tavoli dove queste norme vengono definite, si confrontano quotidianamente con altri istituti in Europa e nel mondo, così da poter uniformare oggettivamente le proprie valutazioni.
Negli ultimi anni Catas ha però deciso di condurre uno studio per definire un sistema di valutazione e misurazione oggettivo dei rischi che uno “spigolo vivo” può creare, muovendosi su due livelli: la percezione della pericolosità da parte delle persone e la validazione di uno strumento di laboratorio che permetta di dire se un bordo è tagliente e quanto.
I test effettuati hanno innanzitutto permesso di stabilire che la maggior parte delle persone considera “taglienti” spigoli e vertici di pannelli con un raggio di curvatura inferiore a 0,6 millimetri.
Da notare che in ambito industriale, nei processi di bordatura i “raschiabordo” generalmente non vengono attivati in presenza di bordi fino a 0,5 o 0,6 millimetri di spessore.
La seconda parte del progetto ha visto la realizzazione in laboratorio di uno strumento che emula il dito di una persona, un “dito artificiale” dotato di un sistema a molla che permette di applicare una forza nota su di un tampone di valutazione che simula la pelle. Ebbene, facendo scorrere questo “rullino” sullo spigolo di un mobile, esattamente come se fosse il dito di una mano, è possibile rilevare se il mobile è più o meno pericoloso. In estrema sintesi se taglia o non taglia il nostro “finto dito”.
Il confronto fra le due fasi di questa ricerca hanno permesso di stabilire una precisa correlazione fra i valori raccolti, dimostrando come lo strumento messo a punto da Catas dia una “misura” della effettiva pericolosità di un bordo, mettendo a disposizione dei tecnici del laboratorio una modalità che consenta di valutare la pericolosità di uno spigolo o di un vertice di un mobile applicando un criterio attendibile, oggettivo, ripetibile e riproducibile.