Durante Xylexpo Digital, la piattaforma che ha messo in onda Xylexpo, ampio spazio è stato dedicato ai materiali, alle lavorazioni e agli approfondimenti realizzati con Catas, il più importante laboratorio europeo di prove e certificazione per la filiera del legno-arredo. Dopo il primo appuntamento, dedicato al legno massiccio, questa volta è il turno dei pannelli, il “… cuore di ogni mobile in legno”.
I pannelli sono l’anima di un mobile e la qualità dei pannelli a base legno è un tema sempre “caldo” che abbiamo eviscerato, grazie all’aiuto di Catas, il più importante laboratorio europeo di prove e certificazioni per la filiera del legno-arredo, durante l’ultima edizione di Xylexpo Digital, che ha mandato in onda la biennale milanese. A farci da “ciceroni” nel mondo del pannello e delle prove effettuate per garantirne la qualità abbiamo Franco Bulian, direttore di Catas, Daniele Bergamasco, responsabile del laboratorio chimico e vicedirettore di Catas, e Paolo Tirelli, responsabile del laboratorio prove meccaniche.
“Dopo aver trattato il legno massiccio – spiega Franco Bulian in riferimento al primo “episodio” degli approfondimenti di Catas, andato in onda durante Xylexpo e che potete trovare sul canale Youtube della manifestazione e sullo scorso numero di Xylon – questa volta parliamo dei pannelli a base legno che da questo materiale di partenza derivano.
I pannelli oggi rappresentano lo scheletro di tutti i mobili che vengono realizzati, domestici, da ufficio. Tutti hanno al loro interno un’anima che è costituita proprio da questi pannelli. Un ruolo fondamentale e, come è facile immaginare, i produttori di pannelli devono porre una grande attenzione alle loro caratteristiche per essere sicuri che questi siano adatti a sopportare le sollecitazioni che il prodotto finito subirà una volta in uso”.
Sono diverse le prove a cui vengono sottoposti i pannelli: meccaniche, come la resistenza alla flessione, alla coesione interna o il profilo di densità, e chimiche, lo studio della composizione del pannello, particolarmente rilevante per ottenere un prodotto il più possibile resistente, affidabile e durabile. “Oggi vengono usati sempre più spesso materiali riciclati, che derivano dal fine vita di altri prodotti: questo vuol dire che ci sono anche altre sostanze che non sono tipiche del legno “originale”. Oggi alcune sostanze che si potevano utilizzare anni fa oggi sono bandite, quindi è necessario, per esempio verificare che all’interno non ci siano sostanze che oggi non si possono utilizzare”.
Non solo, un’altra verifica riguarda l’emissione di formaldeide. “L’emissione di formaldeide di un pannello – spiega Franco Bulian – deriva da diversi fattori. In primo luogo da come sono realizzati i pannell, in secondo luogo dalle resine, tipologie e quantità, utilizzate per legare le varie particelle e fibre di legno. Queste resine emettono formaldeide per lungo tempo ed è importante valutarle”.
PROVE CHIMICHE
“Esistono quindi una serie di prove, di verifiche e di certificazioni che garantiscono che il prodotto sia conforme alle richieste delle normative”, spiega Franco Bulian.
Nel laboratorio chimico effettuiamo le analisi dei pannelli per verificare non solo le emissioni di formaldeide, ma anche il contenuto di sostanze eventualmente pericolose. Per spiegare al meglio quali siano le prove chimiche che effettuiamo in laboratorio, cedo la parola a Daniele Bergamasco, responsabile del laboratorio chimico e vicedirettore di Catas”.
“Quello che facciamo in questo reparto – ci racconta Daniele Bergamasco – è la determinazione della formaldeide presente nei pannelli a base legno, che normalmente vengono utilizzati per la creazione dei mobili e poi venduti in Italia e all’estero, e la determinazione di quelle sostanze che possiamo trovare all’interno del pannello, le quali devono essere verificate e regolamentate.
Ci troviamo in un momento storico delicato, che richiede l’utilizzo di materiali riciclati, che nel caso del legno vuol dire lavorare un legno già trattato in precedenza. Questo presuppone che, una volta consegnati in azienda per essere rilavorati, i pannelli devono prima essere ripuliti e lavati per non avere sostanze pericolose per l’utente finale. Che cosa facciamo in Catas? Ci assicuriamo che qualsiasi tipo di pannello che testiamo possa arrivare “nelle case” nel modo più sicuro possibile”.
La formaldeide è un gas emesso dai pannelli a causa della disgregazione della colla utilizzata per unire le singole unità che compongono ciascun pannello. Questo composto è riconosciuto come sostanza cancerogena e la sua emissione è regolamentata a livello legislativo. L’attività di Catas consiste nel valutare se il contenuto di formaldeide rilasciato dai pannelli rientra nei limiti imposti dalla legge, garantendo così la sicurezza del prodotto finito per i consumatori.
Oltre alla formaldeide, viene eseguito un monitoraggio dei contaminanti presenti all’interno dei pannelli, inclusi metalli pesanti e fibre di amianto, per assicurare che il prodotto finale rispetti gli standard di qualità e sicurezza. Un pannello certificato da Catas è sicuro per l’uso domestico e conforme ai requisiti di legge, garantendo al consumatore una scelta affidabile.
L’analisi della formaldeide viene eseguita utilizzando un’apparecchiatura normata per l’analisi dei gas, che in sole quattro ore permette di verificare la conformità dei pannelli alle normative italiane ed europee, anche le più restrittive. Questa prova conferma che il pannello rispetta gli standard di sicurezza vigenti.
La struttura dedicata ai test include camere di prova in acciaio, progettate per simulare l’ambiente di una normale abitazione, mantenendo condizioni stabili di temperatura e umidità. I pannelli vengono preparati e tagliati in base al tipo di analisi richiesto. All’interno delle camere, i campioni restano per un periodo che va dai 7 ai 28 giorni, durante il quale vengono effettuati prelievi d’aria quotidiani per monitorare le emissioni di formaldeide. Al termine dei 28 giorni, i risultati ottenuti permettono di stabilire se i pannelli soddisfano le normative italiane ed europee in materia di sicurezza.
PROVE MECCANICHE
Dalle prove chimiche a quelle meccaniche. “In questo momento i materiali maggiormente utilizzati per la formazione dei pannelli sono truciolare, mdf e compensato”, ci spiega Paolo Tirelli, responsabile del laboratorio prove meccaniche dei Catas. “In Catas “caratterizziamo” questi pannelli, andando a “stressare” i materiali, per monitorare i carichi e capire quale sia la resistenza, quando si rompono, in che punto e soprattutto “come” si rompono. Spesso il come si rompe è più importante del punto a cui si rompono.
Il senso di queste prove è proprio capire la tenuta del pannello: di una vite sul pannello, o della coesione interna per capire se le particelle e le fibre sono state valutate bene, la qualità del legno compensato. Una valutazione a 360 per capire quella che possiamo definire come la prestazione del pannello”.
Le sfide per il settore dei pannelli, come ci ha spiegato lo stesso Paolo Tirelli, nel medio periodo sono ben delineate, soprattutto per chi osserva il settore con occhio imparziale. Uno degli aspetti principali è la sostenibilità, intesa come l’utilizzo di legno riciclato per la produzione dei pannelli. Tuttavia, questi materiali tendono ad avere un peso elevato. Parallelamente, le normative stanno orientando le aziende verso soluzioni più leggere, come pannelli truciolari o strutture a sandwich, composte da materiali a base di legno. La sostenibilità quindi si unisce all’esigenza di alleggerire il prodotto, creando un primo ambito di innovazione per il futuro.
Un’altra sfida riguarda la necessità di aggiornare le normative tecniche applicabili al settore, specialmente quelle relative alle caratteristiche meccaniche dei pannelli, rimaste invariate da oltre trent’anni. Attualmente, esiste una regolamentazione sull’imbarcamento dei pannelli, ma i limiti consentiti sono troppo elevati, risultando problematici per il settore dell’arredamento in legno. Un pannello con un alto grado di imbarcamento già in fase iniziale tende infatti a non rispettare le flessioni richieste per i ripiani, creando problemi durante l’utilizzo. Diventa quindi essenziale integrare sostenibilità e prestazioni meccaniche per ottenere prodotti migliori e più durevoli.
La terza sfida riguarda l’associazione delle prestazioni del pannello alle fasi di lavorazione. Questo aspetto pone nuove esigenze a livello normativo, poiché attualmente non esistono metodi consolidati per valutare la qualità delle prestazioni dei pannelli durante il taglio o per affrontare le difficoltà legate a elementi come lame, utensili, o persino la presenza di sabbia nel pannello stesso. Si tratta di un ambito ancora inesplorato, che richiederà ricerche approfondite e nuove regolamentazioni nei prossimi anni, per garantire sia la qualità della lavorazione sia la solidità del prodotto finale.
“Come abbiamo detto più volte – conclude Franco Bulian – i pannelli sono il cuore di tutti i mobili che vengono realizzati oggi. Abbiamo visto diverse caratteristiche, la sicurezza, le componenti meccaniche. Le caratteristiche dei pannelli hanno un impatto elevato anche nei confronti delle lavorazioni che vengono effettuate poi sui materiali. Faccio un esempio semplice a proposito del pannello di truciolare.
La struttura del pannello truciolare, quanto è “sgranato” – per esempio – nella parte centrale, può avere un effetto importante sulla fase di bordatura, andando a influire sull’incollaggio, tra le altre cose. Non dobbiamo mai dimenticare che questi sono i materiali con cui lavoriamo e possono avere una certa variabilità, dobbiamo stare attenti, quindi, consultare le schede tecniche e fare qualche controllo, perché alcune variabilità possono dipendere dalla specie legnosa o dai materiali di riciclo. Controllare è fondamentale per garantire poi che il prodotto soddisferà le esigenze del mercato e dei consumatori”.
catas.com
xylexpo.com
Clicca qui per vedere l’episodio completo su Xylexpo Digital!