Sessant’anni, nel nostro settore, sono un gran bell’obiettivo, un biglietto da visita che non sono moltissimi a poter vantare. E se a ciò aggiungiamo che questo anniversario è solo una parte, per quanto significativa, di una storia ancora più lunga e articolata…
Forse non tutti sanno che Cefla nasce nel ben più lontano 1932, come società cooperativa specializzata in impianti elettrici e termoidraulici. Al core business si aggiunge diciotto anni dopo, nel 1950, la divisione che si occupa di arredo per negozi e nel 1964 è la volta delle tecnologie per la verniciatura: nasce la “nostra” Cefla Finishing, esattamente sessant’anni fa, terza delle aree di business della società emiliana. Un portafoglio che si completa nel 1988, con la quarta area di business, attrezzature e arredi per il settore dentale.
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Piero Pracchi
“Oggi ci troviamo a celebrare i sessant’anni della nostra divisione – ci racconta Piero Pracchi, dal 2021 managing director di Cefla Finishing, che siamo andati a trovare nel quartier generale di Imola – anche se ci sentiamo più coinvolti nel pensare a come fare ancora meglio nei prossimi sessanta! I primi anni, i primi decenni della vita servono per imparare: si comincia a conoscere, ad affinare i propri comportamenti, si migliora e ci si prepara per ciò che ancora si dovrà fare. La nostra prima stagione è stata davvero entusiasmante e ci ha visto ogni giorno sempre più protagonisti di un mercato che abbiamo contribuito fortemente a creare, grazie anche ad acquisizioni – fra cui Sorbini e Falcioni e, in tempi più recenti, gli investimenti nella stampa digitale – che ci hanno permesso di poter acquisire conoscenza e allargare la nostra offerta.
Oggi siamo focalizzati su ciò che è necessario compiere per restare ai vertici della piramide, potendo contare su un patrimonio tecnologico assoluto e una presenza sui mercati sempre più forte e capillare. Questa è la vera sfida: muoverci sui mercati di tutto il mondo, sempre più dinamici e peculiari, affrontandoli con una visione “ad hoc” che ci permetta di proporre ciò che è più opportuno in quel momento e in quel luogo.
Stiamo probabilmente scrivendo il capitolo più coinvolgente di questa nostra lunga storia, pagine che raccontano la necessità di compiere un grande balzo in avanti per andare oltre il presidiare una tecnologia per essere veramente e consapevolmente globali. Purtroppo, essere riconosciuti a livello internazionale come protagonisti di una leadership tecnologica non è più sufficiente: bisogna essere capaci di affrontare un contesto macroeconomico inevitabilmente influenzato dagli attuali contesti politici, mercati consolidati in contrazione che impongono repentini aggiustamenti di rotta.
Fortunatamente il grande patrimonio costruito in questi sessant’anni ci ha fornito competenze, conoscenze e capacità grazie alle quali possiamo affrontare il “dopo”, mantenendo inalterata la nostra predisposizione al cambiamento e la volontà di volerlo sempre guidare senza lasciarci travolgere”.
“Il punto fermo della nostra storia, del nostro presente e del nostro futuro è voler essere un partner affidabile nella finitura di tutto ciò che ci circonda”, prosegue Pracchi. “Credo che il concetto everything everywhere renda ancora più definita la nostra visione; il mantra “tutto dappertutto” – dunque occuparci di finitura a 360 gradi a livello globale – è e deve essere la lente attraverso la quale guardare al nostro futuro e il fatto di farlo bene ci permette di renderlo profittevole”.
Dottor Pracchi, in questi sessant’anni i cambiamenti sono indubbiamente stati molti…
“Il cambiamento è l’essenza della vita, delle persone, delle imprese. Da sempre Cefla ricerca e sperimenta tecnologie nuove, le abbina con ciò che conosce per innescare itinerari nuovi che ci aprono le porte di nuovi mercati o ci permettono di creare nuove risposte, più efficaci, veloci, economiche.
Penso alla nostra stampa digitale “multipassaggio”, nella quale, ad esempio, abbiamo aggiunto a una “normale” barra di stampa di stampa un sistema di movimentazione che abbiamo sviluppato nella sede di Pesaro, dove i “trasporti” li facciamo da anni! Combinando diversi Know-how, ci siamo ritrovati con una soluzione che ha permesso di capire che siamo sulla strada giusta, di proporre soluzioni ai nostri partner e clienti sia nel mondo dell’arredo che fuori”.
Il legno è sempre al centro dei vostri pensieri?
“Assolutamente, e lo difenderemo con la stessa determinazione con cui i pretoriani difesero Roma”, ci dice Pracchi con un sorriso. “Essere impresa significa anche guardare in tutte le direzioni, cercare di capire come sfruttare appieno le proprie capacità. Ogni giorno tocchiamo con mano quanto sia importante lavorare sul legno e i suoi derivati, così come è importante crescere altrove, passo dopo passo”.
Abbiamo parlato di stampa digitale…
“Credo di poter dire che nel settore siamo stati i primi a crederci e a lavorare per creare precisi standard di impiego. Un lavoro importante e lungo, che ci ha permesso di entrare in contatto con mondi diversi da cui mutuare idee ed esperienze.
Un lavoro che è “maturato” e si è consolidato grazie anche al confronto continuo con i nostri clienti, al ruolo di partner affidabile che ci è stato affidato nel tempo, raccogliendo i loro feedback, facendo tesoro delle loro osservazioni e dei loro suggerimenti che si sono trasformati prima di quanto avevamo previsto in ulteriore fiducia e ingresso ordini.
Tutto questo è il frutto di quella tensione verso l’innovazione, quel voler sempre essere all’avanguardia che da sessant’anni è nel dna di Cefla Finishing…”.
In un mercato che non smette di mescolare le carte in tavola, come dicevamo…
“Assolutamente. E noi ogni giorno dobbiamo prendere il mazzo e mischiarle perché dalla nostra mission, dalle nostre tecnologie, dalle tante partnership, dalla nostra strategia nasca il giusto mix. Senza tralasciare l’impatto sulle dinamiche commerciali, mai preziose come di questi tempi in cui – a causa dei conflitti in Ucraina e in Palestina – dobbiamo spostare il focus su altre geografie, conquistando nuovi sbocchi.
Mantenere “coperture territoriali” adeguate è la sfida più impegnativa, anche se fortunatamente possiamo contare su una squadra davvero preparata e di cui sono molto orgoglioso, con una storia commerciale fortissima, persone che conoscono così bene questo business da farne quasi una scienza e lo gestiscono con risultati straordinari.
Vorrei anche aggiungere che l’ingresso nel team di Daniele Campetella – il nuovo direttore commerciale di Cefla Finishing, con una grande esperienza nel settore delle tecnologie per la lavorazione del legno e non solo – porta una preziosa ventata di aria nuova e la sua ampia conoscenza di quello che viene definito “Global South”, aree del mondo in cui la crescita è a tassi molto interessanti e da cui ci attendiamo soddisfazioni migliori rispetto al recente passato”.
A proposito: la vostra presenza in Cina?
“Continua a essere una pedina molto importante sulla nostra scacchiera, dove intendiamo accrescere la quota di produzione locale per gestire al meglio le gamme di prodotti da offrire e i costi logistici, a tutto vantaggio della nostra presenza locale. Mi lasci dire che in un momento in cui certi investimenti andrebbero ridimensionati noi stiamo invece tenendo la “barra diritta”. D’altra parte, stiamo parlando di una presenza di quasi vent’anni, con una squadra locale che ci ha permesso di costruire rapporti e di guardare con ottimismo al futuro della nostra presenza non solo in Cina ma anche nei mercati vicini, nonostante le evidenti – ma, riteniamo, temporanee – difficoltà.
Dovremo anche fare i conti con il sempre più significativo ruolo che i costruttori cinesi avranno al di fuori dei confini del loro vasto Paese: qualcosa stiamo già vedendo ed è facile immaginare quale portata potrebbe avere questa novità, per quanto la nostra lunga storia sia indubbiamente un punto di forza che nessuno può vantare”.
La stagione delle acquisizioni, della “crescita per incorporazione” è finita o Cefla sta immaginando nuovi contesti in cui impegnarsi?
“Il voler mantenere il proprio ruolo nel mondo del legno, guardando con la stessa “intensità” ad altri settori, impone di ragionare su alcune soluzioni che potremmo mettere in campo. La levigatura è un terreno assolutamente interessante, dove abbiamo importanti e ottime collaborazioni. Un processo verso il quale nutriamo il massimo rispetto, che richiede una altissima specializzazione e nel quale il “made in Italy” non ha rivali, ma non è prioritario nella nostra agenda, per quanto Cefla Finishing abbia nel proprio catalogo una serie di soluzioni per la spazzolatura e la nobilitazione meccanica superficiale, come ad esempio il processo di rusticatura.
È indubbio che questa sia un’era in cui i gruppi di grandi dimensioni, nei quali si possano accorpare produzioni “vicine”, hanno maggiori opportunità. Noi non abbiamo alcuna intenzione di entrare nella “sfera di influenza” di altre realtà, ma essere piuttosto dalla parte di chi vuole accrescere le proprie dimensioni, una strategia che impone di avere idee molto chiare. Non dimentichi che una proposta più articolata significa anche dover gestire una maggiore complessità, specialmente se ci si allontana dal proprio core business. Forse sarebbe più semplice riflettere sul tema della movimentazione, che in molti casi arriva a rappresentare il 50 per cento del valore di una linea, e pensare a qualche forma di “convivenza evoluta”…
Il 2025 potrebbe forse portare qualche novità, ma in ogni caso senza mai pensare a idee di esclusività: qualsiasi scelta dovesse eventualmente prendere corpo noi di Cefla continueremo a lavorare con tutti, dalla chimica alla movimentazione, dal packaging al confezionamento”.
E domani?
“Essere leader non è solo un “meritato onore”, ma anche una responsabilità: non mi spiacerebbe ottenere indici di redditività tali da poter fare ancora più ricerca verso soluzioni evolute, riuscendo anche ad anticipare ciò che ci verrà chiesto domani e confrontandoci con quei concorrenti che, come noi, non punteranno solo sul prezzo, ma su precisi benefici e offerte di valore.
Sono comunque ottimista: ci sarà ancora spazio per fare e per fare bene. Per quanto mi riguarda, vorrei dare il mio contributo affinché i prossimi sessant’anni siano straordinari, proprio come lo sono stati i primi sessanta!”.