Homag Italia: Martha Brambilla è il nuovo amministratore delegato

… non ci dovrebbe nemmeno essere il bisogno di sottolinearlo, ma trovare una gentile signora alla guida della filiale del più importante gruppo industriale del nostro settore ci fa davvero molto, molto piacere…

Per carità: molto è stato fatto e non desta più alcuna meraviglia trovare signore e signorine in posizioni di rilievo in ogni aspetto del vivere economico e sociale, anche perché nella stragrande maggioranza dei casi dimostrano di non avere proprio nulla da invidiare all’altra metà del cielo, anzi…
Eppure ogni volta ci rendiamo colpevolmente conto di voler sottolineare la cosa, di manifestare il nostro piacere nel “toccare con mano” che, se Dio vuole, le cose sono cambiate, per quanto resti ancora molto, moltissimo da fare.

Non dobbiamo spendere dunque altre parole nel raccontarvi il nostro piacere nell’incontrare Martha Brambilla, chiamata oramai un anno fa alla guida di Homag Italia, ovvero della più importante filiale del più importante gruppo industriale nel mondo delle tecnologie per il mondo del legno e dei suoi derivati. Un incontro decisamente interessante, durante il quale abbiamo avuto modo di constatare che aveva ragione il nostro amico Walter Crescenzi, predecessore di Brambilla, annunciandoci la sua soddisfazione nel vedere accettata la sua proposta di avere una signora al vertice, con la benedizione di una proprietà che crede assolutamente nella parità di genere, ma che magari in certe posizioni apicali…

“Cosa vuole che le risponda?”, esordisce Martha Brambilla alla nostra prima domanda, che non poteva che riguardare la “piacevole sorpresa” di trovarla alla guida di Homag Italia. “Lavoro in questa realtà da ventitre anni: mi ha assunta proprio Walter Crescenzi, che devo dire ha sempre creduto in me, fino a propormi al quartiere generale in questo nuovo ruolo. Una scelta coraggiosa, non tanto per le mie qualità, ma perché sono la prima donna ad avere un ruolo da amministratrice delegata in tutto il gruppo. Una gratificazione ma indubbiamente anche una grande responsabilità che ho accettato di buon grado.
D’altra parte in tutti questi anni ho avuto modo di conoscere molto bene il gruppo e i meccanismi di una filiale così importante come la nostra, dove sono arrivata fresca di università, dopo un anno di esperienza di lavoro in Germania mentre terminavo il mio corso di studi.
Sono entrata in Homag Italia nel 2001, quasi per caso, con un ruolo segretariale nell’ufficio ricambi. Nel giro di qualche anno sono passata alla pianificazione dei montaggi e successivamente alla gestione commerciale della ricambistica: allora non c’era la teleassistenza e il rapporto fra cliente e fornitore passava necessariamente da contatti personali che avevano e hanno un valore assoluto.
Il fatto di conoscere il tedesco mi è stato di grande aiuto, permettendomi di fare da tramite fra le esigenze dei clienti italiani e la gestione dei rapporti con la casamadre, una esperienza che se da un lato mi ha portato a conoscere piuttosto bene la tecnologia, dall’altro mi ha permesso di inserirmi nel tessuto delle imprese italiane di questo settore.
A poco a poco ho imparato che cosa fanno le nostre macchine, quali sono le aspettative degli utilizzatori, le necessità dei nostri tecnici per poter rispondere nel miglior modo possibile alle aspettative di chi compera Homag”.

Non ce ne voglia, ma davvero ci stupisce che abbia avuto tali trascorsi…
“Cosa vuole che le dica: in tutti questi anni sono molte le persone che si sono meravigliate nel trovarmi alle prese con certe problematiche e determinate dinamiche, ma è un lavoro che mi è sempre piaciuto molto e nel quale ho messo molta passione, senza mai spaventarmi davanti a responsabilità sempre più importanti e alla necessità di essere io a dover prendere delle decisioni… se oggi ricopro questo ruolo credo il merito vada, oltre alla fiducia di chi mi ha preceduto, al fatto di aver sempre fatto ciò che dovevo”.

E oggi? Come si trova in questa posizion e, soprattutto, quali sono i temi sui quali concentrerà la sua attenzione?
“Homag Italia è una realtà consolidata, che esprime valori e qualità riconosciute da tutti coloro che hanno bisogno di tecnologie come quelle che offriamo. Siamo presenti nei più importanti gruppi italiani e in moltissime aziende; una partnership che diventa sempre più importante, di anno in anno, e che ci ha spinto a investire molto negli ultimi anni sul versante dell’assistenza, portando al nostro interno personale altamente qualificato che sappia contribuire a mantenere il livello di prestazioni e di produttività a cui i nostri clienti sono abituati.
Devo dire che abbiamo un turn over piuttosto basso e questo ci permette di avere collaboratori che conoscono molto bene le nostre macchine e cosa vogliono coloro che scelgono Homag. Per quanto la “macchina tedesca” abbia sempre una particolare attrattiva è altrettanto vero che oggi proporre tecnologie di qualità è un pre-requisito, che deve essere accompagnato da una serie di proposte e servizi che determinano una relazione a 360 gradi: penso ai software, all’importanza sempre più centrale dei servizi digitali, a tutto ciò che rientra nella definizione di “servitization”. Oggi proporre tecnologie significa essere ancora più “vicini” al cliente, condividendo scelte e problematiche, prime fra tutti la sostenibilità, il risparmio energetico, le modalità di accesso ai vantaggi dei vari incentivi pubblici… non è un caso che il nostro slogan sia “Homag your solution”. Non proponiamo più macchine, che restano comunque e ovviamente al centro della nostra offerta, ma soluzioni che sono la nostra risposta alle tue esigenze”.

Possiamo dire che è cambiato molto anche nella proposizione di nuove tecnologie?
“Assolutamente. Anche per questo oggi Homag può contare su una cinquantina di collaboratori grazie ai quali possiamo affrontare ogni complessità e dare corpo a quella che è la più recente strategia del gruppo, ovvero essere “local to local”, vicini ai mercati con una presenza di prossimità. Una lezione la cui importanza abbiamo appreso ai tempi della pandemia, quando poter contare su competenze che non dovessero arrivare da un altro Paese o da un’altra regione voleva dire fare la differenza fra una chiacchierata e una vendita.
Abbiamo voltato pagina e deciso, di comune accordo con la casamadre, che era venuto il tempo di non essere poco più di un tramite, ma sempre più protagonisti delle azioni in un mercato così importante e qualificante come quello italiano. Questo non significa che per gli impianti più importanti, per le linee ad alta produttività che continuano a essere il nostro fiore all’occhiello non si possa o non si debba contare sui tecnici più specializzati che arrivano direttamente dal quartier generale di Schopfloch, ma il concetto di “filiale” è indubbiamente cambiato, assumendo nuovi contorni ed esprimendo altri valori rispetto al passato. Tutto ciò ha generato una relazione di ancora maggiore qualità con i nostri clienti, che hanno apprezzato questo “cambio di rotta”, riconsocendo la qualità e la forte vocazione a risolvere i problemi dei tecnici “made in Italy”, che peraltro possono sempre contare su periodi di formazione e di aggiornamento costante presso la casamadre”.

Dottoressa Brambilla, parliamo di risultati…
“… indubbiamente siamo in una fase diciamo più “riflessiva” rispetto al passato, come per tutti i costruttori di tecnologia e non solo per il legno. Il 2023 è stato un anno assolutamente record per l’Italia, grazie agli ordini che avevamo ancora “in pancia” dal periodo post pandemico. Il 2024 si è concluso con dati certamente diversi e un portafoglio ordini che non ci ha consentito di arrivare ai 50 milioni di fatturato dell’anno precedente.
Soprattutto il primo semestre si è rivelato “poco generoso”, mentre la seconda parte dell’anno sono entrati ordini significativi, grazie ai quali abbiamo iniziato il 2025 con maggiore ottimismo rispetto alle attese.
In tutto questo ha pesato la scelta di molti competitor di abbassare i prezzi per contenere l’avanzata della concorrenza cinese, un fenomeno con il quale dobbiamo tutti fare i conti per quanto non faccia e non abbia mai fatto parte delle nostre strategie essere pronti ad abbassare i listini. Nel nostro dna ci sono altri valori, soprattutto per quanto riguarda linee e impianti, mentre non le nascondo che sulle macchine “stand alone” stiamo mettendo a punto iniziative specifiche per poter dire la nostra pur in presenza di una produzione “made in Italy” indubbiamente condizionante.
Ribadisco che è comunque l’offerta cinese che sta spostando l’asse della questione…”.

Se non andiamo errati qualche tempo fa decideste di definire una “collezione” di macchine che potesse essere proposta nel nostro Paese a prezzi più competitivi…
“È vero e posso dirle che stiamo studiando una iniziativa di questo genere che potrebbe essere lanciata in occasione della prossima Ligna, proprio per sostenere il nostro mercato delle macchine singole a fronte di una concorrenza sempre più “motivata”.
Una situazione che, come ho accennato, non vale assolutamente per linee e grandi impianti, che rimangono ancora il nostro “core business” e dove non è facile per i nostri concorrenti – cinesi in primis – riuscire a inserirsi. Penso ai grandi impianti realizzati negli ultimi anni per alcuni produttori di semilavorati e di componenti nel Triveneto, un segmento che mostra sempre grande vitalità per quanto anche in Brianza abbiamo fatto delle cose egregie, impianti per produttori di mobili di primissimo piano che hanno riscosso grande attenzione per la qualità delle soluzioni adottate e che ci hanno aperto molte porte…”.

E domani?
“… domani ci aspetta l’importante appuntamento con Ligna: nei nostri recenti “open house” abbiamo anticipato alcune novità molto interessanti, che saranno al centro della nostra partecipazione all’evento di Hannover. Come le dicevo ci aspettiamo, sia a livello di filiale che di gruppo, un 2025 più promettente rispetto al recente passato, e stiamo lavorando per consolidare risultati importanti.
Siamo pronti: Homag Italia è una realtà solida, con una grande voglia di crescere ancora e di essere sempre un punto di riferimento per il gruppo, perché da sempre i clienti italiani sono “sfidanti”, ci spingono a trovare soluzioni realmente innovative che diventano poi un patrimonio comune della nostra offerta a livello internazionale.
Lavorare per il “made in Italy” é al tempo stesso una grande responsabilità e una enorme soddisfazione, perché per arrivare a certi risultati è indispensabile lavorare insieme, creare una relazione cliente-fornitore davvero “speciale”, grazie alla quale disegnare delle risposte che siano davvero innovative, perchè questa è e sarà sempre una parte qualificante di Homag”.

A cura di Luca Rossetti

Homag Italia: Martha Brambilla è il nuovo amministratore delegato ultima modifica: 2025-04-16T11:32:26+00:00 da Francesco Inverso