Icila: più forti per competere con certificazioni "ad hoc"

Sistemi di gestione aziendale e ambientale, sicurezza sul lavoro e catena di custodia che attesta la sostenibilità del prodotto: ecco le tre carte su cui puntare per far crescere l’azienda del settore legno in Italia e all’estero. Di questo si occupa l’Icila di Lissone.

Le norme Iso e relative certificazioni prima, il certificato di catena di custodia secondo standard internazionali poi, sono stati i grimaldelli che hanno spinto il settore del mobile “made in Italy” a un salto evolutivo: più efficienza uguale maggiore qualità e la sostenibilità di processo e di prodotto come carta vincente su mercati altamente competitivi. Del rilascio di questi certificati si occupa da sempre Icila, sede a Lissone (Monza-Brianza), organismo accreditato fondato nel 1991 come Istituto certificazione per le industrie del legno e dell’arredamento, su iniziativa delle associazioni di categoria del settore; FederlegnoArredo ne possedeva il 50 per cento delle quote e il range dei soci comprendeva fra gli altri Federmobili e Cosmob (Centro
tecnologico per la qualità settore legno-arredo).
La scintilla è scoccata con l’arrivo sul mercato della prima certificazione per i sistemi di gestione aziendale, la Uni En Iso 9001, che ha portato una prima spinta all’innovazione strutturale e organizzativa delle aziende. Oggi Icila, ente accreditato da Accredia-Sincert, si occupa anche della certificazione di sistemi di gestione ambientale Uni En Iso 14001, della certificazione della catena di custodia e della gestione forestale secondo gli standard internazionali Fsc (Forest Stewardship Council) e Pefc (Programme for Endorsement of Forest Certification Schemes), di quella dei sistemi di gestione per la salute e sicurezza dei lavoratori secondo la BS Ohsas 18001 e della convalida delle dichiarazioni ambientali Emas.
Oggi in Icila, entrato a far parte nel 2004 del Gruppo Imq, lavorano 12 persone, con una rete di auditor esterni che copre l’intero territorio nazionale; il fatturato superiore ai 2 milioni di euro, stabile malgrado la crisi economica. Francesco Ragazzini, responsabile marketing di Icila, ha tracciato per noi il profilo attuale e le ambizioni future dell’azienda lissonese.
 
Signor Ragazzini, quali sono le tappe del processo di certificazione di un’azienda?
Svolgiamo le attività nei nostri uffici e direttamente in azienda definendo innanzitutto il campo di applicazione di quanto andiamo a certificare, cioè dei processi produttivi relativi all’oggetto della certificazione che può essere la produzione di tavoli, la verniciatura conto terzi, la produzione di tovaglioli di carta o altro, e lo standard di riferimento. Sulla base dell’ambito aziendale viene effettuata la pianificazione delle verifiche e definito il team di auditor specializzati che si occuperà di seguire l’intero processo, insieme con i responsabili incaricati dell’azienda stessa.
Effettuato il confronto con gli operatori e la verifica dei documenti, gli auditor stilano il rapporto con gli eventuali rilievi che viene consegnato sia a Icila che all’azienda, chiamata a dichiarare con documento formale l’impegno a colmare le lacune esistenti e le relative modalità di intervento. Una seconda visita degli auditor verificherà l’avvenuta correzione cui segue il rilascio del certificato da parte del comitato di delibera, che riporta data di rilascio e di scadenza. I certificati durano tre anni per le certificazioni Uni En Iso 9001 e 14001 e per le BS Ohsas 18001 e SA 8000, cinque per la catena di custodia Fsc e Pefc, e ogni anno vanno manutenuti con verifiche che attestano che l’azienda continua a mantenere la conformità agli standard. Con noi lavorano circa 60 auditor esterni qualificati nei diversi settori merceologici, che hanno seguito un percorso lavorativo con formazione tecnica sugli standard e hanno effettuato un numero minimo di audit nell’anno precedente”.
 
Come vi finanziate?
Siamo partiti come associazione, ma dal 2000 siamo una srl, quindi i nostri servizi di certificazione vengono pagati dalle aziende per le attività di rilascio, verifica e mantenimento del certificato”.
 
Con la certificazione Uni En Iso 9001 le aziende sono più competitive?
Dipende dal mercato. Da alcuni anni la pubblica amministrazione attribuisce nei bandi di appalto punteggi diversi alle aziende certificate o pone la certificazione come requisito indispensabile, così come può essere spendibile più facilmente su alcuni mercati esteri. Si tratta di attestazioni che pongono l’attenzione sull’organizzazione interna delle aziende e sulla loro capacità manageriale.
La richiesta di nuove certificazioni Uni En Iso 9001, così come anche la Uni En Iso 14001, rimane attualmente limitata ma chi la possiede continua a rinnovarla perché viene comunque apprezzata come strumento di gestione aziendale e di monitoraggio costante nel tempo delle performance di processo e di organizzazione”.
 
Il vostro target di riferimento sono le realtà produttive piccole e medie o quelle più strutturate?

“Dipende dal mercato. Da alcuni anni la pubblica amministrazione attribuisce nei bandi di appalto punteggi diversi alle aziende certificate o pone la certificazione come requisito indispensabile, così come può essere spendibile più facilmente su alcuni mercati esteri. Si tratta di attestazioni che pongono l’attenzione sull’organizzazione interna delle aziende e sulla loro capacità manageriale.
La richiesta di nuove certificazioni Uni En Iso 9001, così come anche la Uni En Iso 14001, rimane attualmente limitata ma chi la possiede continua a rinnovarla perché viene comunque apprezzata come strumento di gestione aziendale e di monitoraggio costante nel tempo delle performance di processo e di organizzazione”.
 

 

La certificazione di catena di custodia diventerà quindi il pilastro portante nei prossimi anni
Sicuramente, perché consente al prodotto e quindi anche all’azienda di dare visibilità e identificazione di attenzione all’ambiente nei confronti del consumatore, che sa di acquistare un prodotto la cui materia prima d’origine arriva da foreste certificate e che l’intero processo di gestione è corretto. Si certificano tutte le lavorazioni a valle del bosco, come taglio, trasformazione, produzione del semilavorato e prodotto finito che riporta poi il marchio di certificazione.
Sulla catena di custodia abbiamo in programma di riavviare anche un percorso di formazione mirato per le aziende che vogliono certificarsi ma non possiedono gli strumenti e le conoscenze aggiornate su modalità, opportunità e requisiti. Siamo accreditati Pefc in Itala da Accredia, ma possiamo rilasciare certificazioni anche all’estero, grazie ad accordi con le singole iniziative Pefc nazionali (ad esempio abbiamo certificato Pefc in Spagna, Ungheria, Romania, Monaco e Turchia).
L’accreditamento per Fsc è invece unico e quello rilasciato a Icila è valido in tutto il mondo: siamo stati il primo organismo di certificazione italiano a raggiungere questo risultato, e l’ottavo in tutto il mondo (oggi siamo accreditati in 28), questo ci ha permesso di rilasciare certificati in Paesi come Svizzera, Romania, Slovenia, Spagna, Ucraina, Tunisia, Canada e Costa d’Avorio.
La crescita nella richiesta delle certificazioni di catena di custodia l’abbiamo vista soprattutto negli ultimi due-tre anni, e crediamo che questo andamento continuerà almeno per il prossimo biennio: questo ci fa ben sperare per l’evoluzione futura della nostra attività. Nel contempo dobbiamo continuare a essere sensibili ai nuovi servizi per le aziende del legno e della carta o possibili altri settori, mantenendo la connotazione specifica che deriva dalla nostra scelta strategica”.
 
Come è cambiata la vostra attività con l’ingresso nel Gruppo Imq?
“Il Gruppo Imq è uno dei principali organismi di certificazione e laboratori italiano, attivo fin dagli anni Cinquanta, e controlla interamente diversi centri di certificazione fra cui Icila, oltre a contare importanti partecipazioni in altri istituti e laboratori di prova. Come socio unico di Icila Imq dirige la nostra attività ma a livello strategico abbiamo continuato a mantenere la nostra connotazione settoriale e a svolgere il nostro lavoro senza variazioni, beneficiando invece del fatto di avere alle spalle un marchio forte e conosciuto dal mercato e di poter avviare nuove sinergie.
Negli anni abbiamo avuto la capacità di identificare i settori, mantenere una connotazione settoriale precisa allargandola a ambiti collegati come quelli della carta, identificare quali erano le esigenze del mercato e investire su queste”.
 
Può capitare che un’azienda non mantenga questi standard e perda la certificazione?
“Di questi tempi può capitare che alcune aziende abbiano difficoltà a trovare risorse per il proprio mantenimento e quindi scelgono la sospensione della certificazione o addirittura rinunciano a essa; in genere comunque le aziende preferiscono mantenere attivo il rapporto con Icila e mantenere la certificazione, perché ne hanno un riscontro organizzativo e gestionale tangibile. Per la catena di custodia il discorso è sempre legato alle richieste del mercato: se il cliente dell’azienda la richiede allora viene questa viene sempre mantenuta, diversamente è possibile che non venga rinnovata”.
 
Come vi interfacciate con i vostri clienti?
Stiamo effettuando investimenti importanti per potenziare il nostro approccio al mercato e il ruolo di punto di riferimento per il settore. Per questo lo scorso anno abbiamo rinnovato il marchio Icila e ora stiamo sviluppando la strategia commerciale con una struttura basata su tre operatori interni formati a livello tecnico per confrontarsi con il cliente a 360 gradi, sviluppare un servizio mirato e definire preventivi adeguati alle reali esigenze delle aziende, per coprire tutte le aree geografiche nazionali Nord Est, Nord Ovest, Centro e Sud Italia, oltre alle opportunità che riusciamo a trovare anche all’estero.
Puntiamo anche sul web, con il cambio radicale del nostro approccio, sia per rendere accessibili servizio e know how, con funzioni interattive a disposizione delle aziende, sia per cercare di identificare le evoluzioni del mercato e le nuove esigenze emergenti. Oggi il sito è strutturato in maniera più tecnica con tutte le informazioni su Icila e le attività svolte, approfondimenti tecnici sui diversi aspetti legati ai nostri ambiti di lavoro, ed è affiancato dal blog www.ilboscodicarta.org, sul quale proponiamo argomenti di dicussione legati ai nostri servizi e settori ma soprattutto uno spazio di approfondimento e confronto con utenti, aziende, tecnici e professionisti, su nuovi standard e orientamenti del mercato per legno e carta”.
 
Per chiudere una battuta su come sta cambiando, dal vostro punto di vista, la Brianza “patria del mobile”?
Le aziende stanno vivendo una fase di selezione naturale: le realtà ben strutturate e innovative sentono la crisi ma possiedono i mezzi per lavorare bene. Chi lavora in nicchie di mercato e punta sulla qualità e la ricerca registra picchi di crescita anche in questi anni, così come chi è capace di mettersi in discussione e riorientare la propria produzione. In tal senso la certificazione è uno strumento di grande utilità a disposizione delle aziende per svilupparsi e migliorare la propria capacità gestionale, oltre a essere un vero e proprio valore aggiunto per il posizionamento sul mercato”.
Icila: più forti per competere con certificazioni "ad hoc" ultima modifica: 2012-03-16T00:00:00+00:00 da admin