Dal ‘Secondo Rapporto case ed edifici in legno’ elaborato dal Centro Studi FederlegnoArredo Eventi emerge che nel 2015 in Italia una nuova abitazione su 14 è stata costruita in legno per un totale di 3200 edifici adibiti a uso residenziale e non. Lombardia, Veneto, Trentino-Alto Adige ed Emilia Romagna le regioni più virtuose. Ecco una panoramica dei principali risultati evidenziati dall’indagine.
Che l’edilizia in legno stia passando un buon momento andando in assoluta controtendenza con il mercato dell’edilizia in generale non è solo una percezione. Lo conferma anche il ‘Secondo Rapporto case ed edifici in legno‘ recentemente elaborato dal Centro Studi FederlegnoArredo Eventi per conto di Assolegno, con l’obiettivo di fornire una fotografia del comparto in Italia nel 2015 e il relativo valore di produzione, rispetto al primo rapporto pubblicato due anni fa e condotto sul 2014.
Resistenza sismica, sostenibilità, rapidità di esecuzione e risparmio energetico. L’utilizzo del legno in edilizia è sempre più apprezzato. Si tratta di un materiale rinnovabile e riciclabile, in grado di assicurare un buon isolamento termo-acustico, e che – grazie a semplici trattamenti specifici – può diventare assai durevole nel tempo. A questo si aggiungono un trasporto e una maneggevolezza in cantiere più snelli, nonché la riduzione dei tempi di costruzione e dei relativi costi.
Ma vediamo i primi dati del settore. A fronte quindi di un comparto – quello dell’edilizia in generale – che tra il 2008 e il 2015 ha vissuto una contrazione del 28 per cento in termini reali (secondo le stime di ANCE, Associazione nazionale costruttori edili), dalla ricerca condotta da Federlegno emerge invece che l’edilizia in legno nel 2015 ha raggiunto una quota del 7,2 per cento sul totale dei permessi di costruire in Italia. Il che significa di fatto che una nuova abitazione su 14 è stata costruita in legno.
Dati certamente confortanti che vedono un totale di 3200 edifici in legno costruiti, di cui 2.850 destinati a un utilizzo residenziale e oltre 350 rivolti invece al non residenziale, per un giro d’affari complessivo che si stima possa attestarsi sui 696 milioni di euro, di cui 548 milioni relativi al residenziale e i restanti 148 milioni al non residenziale. E ancora: oltre 125 milioni di euro è invece il totale degli investimenti effettuati nel 2015 dal comparto dell’edilizia in legno in Italia.
Con l’obiettivo di mettere al centro gli imprenditori e capire che cosa serve loro per generare le politiche industriali del comparto, Federlegno ha mappato tutte le regioni d’Italia settore per settore, andando così a identificare non solo quelle che sono le best practice adottate, ma anche dove si annidano le maggiori difficoltà. Ed è proprio il ‘fare sistema‘ fra regioni – secondo il presidente di FederlegnoArredo Emanuele Orsini – la chiave fondamentale per riuscire a mettere in connessione ciò che funziona con ciò che non funziona al fine di creare valore.
“Quelli che leggiamo nel rapporto sono numeri significativi”, ha spiegato Orsini in occasione della presentazione della ricerca, “ma ancor più importante è che confermano la capacità delle nostre imprese di proporre al mercato soluzioni in grado di raggiungere prestazioni eccezionali in termini di risparmio energetico, sostenibilità, sicurezza antisismica e competitività economica. Che si tratti di un edificio adibito a uso privato o di una struttura pubblica, il legno riesce a garantire tempistiche e risultati che lo pongono al di sopra di tutti gli altri materiali per costruzione. E non più solo in Italia. Come dimostra la ricerca, le case in legno made in Italy sono infatti sempre più apprezzate anche all’estero, tant’è che l’export ha superato per la prima volta il livello dell’import”.
Senza contare che l’edilizia in legno fa parte di una filiera. Il che significa che se questo segmento di mercato sta portando buoni risultati, è naturale che a beneficiarne siano anche altri attori a esso strettamente correlati.
Dall’analisi di Federlegno – condotta su un totale di 248 aziende, coinvolgendo alcuni tra i principali operatori del settore, in parte specializzati esclusivamente nella costruzione di edifici di legno e in parte responsabili anche di altre attività collaterali – emerge che le regioni italiane con una maggior concentrazione di imprese che operano in questo comparto sono Lombardia (21 per cento), Trentino Alto Adige (17 per cento) e Veneto (15 per cento). Diverso è però il discorso del fatturato, dove la regione più virtuosa sembra essere stata il Trentino: è proprio da queste imprese, infatti, che è derivato il 46 per cento del fatturato totale italiano del comparto nel 2015. Seconda e terza regione nella classifica sono state Lombardia (15 per cento) e Veneto (9 per cento). La maggior parte delle abitazioni in legno, infine, è stata costruita in Lombardia (20 per cento), Veneto (18 per cento), Emilia Romagna (15 per cento) e Trentino-Alto Adige (13 per cento).
Dei 1.802 edifici di legno realizzati dalle 248 imprese campione intervistate da Federlegno, è risultato che ben il 90 per cento sono state case singole, il 7 per cento sopraelevazioni e solo il 3 per cento palazzine; mentre la tecnica costruttiva maggiormente usata è stata ancora il Telaio (per il 48 per cento delle abitazioni totali), seguito a ruota dall’X-lam (45 per cento), il cui utilizzo è risultato in crescita rispetto al 2014.
Al fine di armonizzare l’osservazione statistica della produzione industriale negli Stati Membri dell’Unione europea, il Centro Studi di Federlegno ha poi ampliato la sua indagine facendo riferimento ai dati Prodcom (PROduzione COMunitaria), evidenziando che nel 2015 il nostro paese ha registrato un incremento della produzione di edifici in legno prefabbricati pari a un più 9,9 per cento rispetto al 2014, attribuendo buona parte del merito agli effetti positivi di Expo 2015 sull’intero comparto. Rispetto agli altri Paesi europei, l’Italia ha mantenuto la quarta posizione dietro a Germania, Regno Unito e Svezia, ma davanti all’Austria. Sono tornate infine a crescere anche le esportazioni di edifici prefabbricati in legno destinati principalmente a Germania, Svizzera, Croazia e Francia.
“Ho fortemente voluto questa seconda edizione del rapporto”, ha concluso il presidente di Assolegno Marco Vidoni, “perché ritengo fondamentale porre l’accento sull’importante contributo di ricerca e sviluppo che le nostre aziende stanno fornendo per realizzare edifici belli e sicuri in qualunque territorio vengano realizzati”.
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