Un’altra edizione da “tutto esaurito”: i padiglioni di Fiera di Pordenone tutti occupati, 32mila i metri quadrati, 570 gli espositori. Tutto pronto per la kermesse che si terrà dal 10 al 13 ottobre prossimo.
“Beh, lo ammetto: per noi è un piacere tornare per la nona volta a Pordenone. Per motivi personali, certamente, perché oramai ci sentiamo come a casa e perché, in fondo è stata il teatro del nostro successo professionale. Ma mi lasci dire che è una questione più profonda: oggi Pordenone è una città importante nel mappamondo delle fiere della filiera del legno; in tanti hanno provato a mettere in campo altrove soluzioni diverse o alternative, senza riuscirci”.
Carlo Giobbi, patron di Sicam, non perde tempo, come al solito, ed entra nel vivo della questione. Mancano oramai pochissime settimane al 10 ottobre, quando il quartiere fieristico della città friulana ospiterà ancora una volta il salone dei componenti, dei semilavorati, delle forniture per l’industria del mobile che – in fondo – ha insegnato qualcosa a più di qualche blasonato ente fieristico di caratura mondiale. Ma Giobbi non si lascia fare molti complimenti e continua imperterrito: “Noi abbiamo sempre seguito la nostra strada, i nostri progetti, fedeli alla location di Pordenone. E, badi bene, una strada, progetti e una città che rispondono a quanto ci chiedono i nostri espositori, perchè noi non abbiamo mai, mai fatto una scelta che non incontrassero il favore della maggior parte dei nostri partner”.
Signor Giobbi, nove anni di Sicam e altri otto, se non andiamo errati, in esperienze precedenti la rendono un esperto del nostro settore: un abito in cui si ritrova?
“Non mi sono mai visto sotto questa luce”, ci dice sorridendo. “E non lo ritengo un fattore più importante di altri nell’economia del mio, del nostro lavoro. Ho la fortuna di lavorare con i miei figli, Carolina e Michele, che saranno il futuro di Sicam: ne vedo ogni giorno l’impegno, la loro capacità di unire al mio patrimonio di conoscenze e di lavoro nuovi strumenti, una nuova visione. E tutti insieme, l’intera nostra piccola ma eccellente struttura, ogni giorno lavora perché crediamo che ci sia ancora bisogno di incontrarsi, che le nuove tecnologie non siano sufficienti a definire le modalità del fare business, indipendentemente dal settore in cui ci si trova a operare. Credo di conoscere abbastanza bene questo mondo, ma soprattutto le persone, di aver sempre cercato di capire quali sono le loro priorità, come vogliono portare avanti il proprio business, cosa ritengono indispensabile per mettere una fiera nel loro calendario, per decidere di investirci, di crederci… e pur trovandoci in mezzo a 570 espositori, questo il dato della prossima edizione, a Pordenone ci sentiamo fra amici, conosciamo tutti e siamo sempre e comunque a loro disposizione, rispondendo alle loro domande in tempo reale”.
Una fiera “continuativa”, a differenza di altre, senza grandi variazioni di espositori e visitatori nella vostra storia, nonostante gli anni che hanno costretto molti altri a rivedere i propri progetti, le proprie convinzioni…
“Mi lasci dire che troviamo le tante diatribe sui numeri, sulle percentuali assolutamente poco interessanti. Ciascuna fiera raccoglie un numero di espositori e visitatori che è il risultato di molti fattori, alcuni imponderabili, altri doverosamente gestibili: Sicam è nel posto giusto, nel periodo giusto, attrae il meglio della produzione di tutti i comparti, con qualche piccolissima eccezione. Fin dalla prima edizione. E siamo sempre stati coerenti, propugnando un modello efficace, veloce, comodo, assolutamente non dispersivo. Sicam è Sicam: non ci sono rassegne confrontabili. Da noi vengono i personaggi di primo piano delle aziende, siano espositori o visitatori, perché sanno che qui incontrano tutti e possono scambiare idee, opinioni, valutare collaborazioni. E’ un grande ufficio dove ci si vede, si parla, dove ci si concentra sul prodotto, dove l’apparenza serve a poco…”.
Veniamo alla prossima edizione…
“Se l’anno scorso lo spazio era completo al 98 per cento, quest’anno lo è al 100 per cento, al punto da tornare ad allestire una tensostruttura esterna per il self service riservato agli espositori che preferiscono una colazione più veloce rispetto al ristorante. Anche il padiglione 1 è stato assegnato completamente, dunque, arrivando ai poco più di 15mila metri quadrati netti espositivi che possiamo avere a nostra disposizione a Pordenone, perché non vogliamo più ricorrere a strutture provvisorie che non garantiscano la necessaria qualità. E quest’anno, per la prima volta, adottiamo un sistema che permette ai nostri espositori di memorizzare con una semplice app sul proprio smartphone il visitatore che entra nello stand, senza alcun costo; un modo semplice per interagire con la nostra piattaforma per realizzare un vero e proprio “report fiera” in tempo reale e senza costo alcuno”.
E per il futuro?
“Sul mercato italiano manca una certa tipologia di manifestazioni fieristiche: ci stiamo ragionando, ci stiamo pensando, guardando ad altri settori. Magari anche all’estero…”.
a cura di Luca Rossetti