Pubblichiamo il terzo dei contributi che abbiamo ricevuto per la nostra iniziativa: tre domande a personaggi, titolari, dirigenti di aziende per “guardare dentro” questa stagione così spietata, incerta, drammaticamente capace di rendere tutti noi impotenti.
Alberto Storoni
titolare Mac Mazza (Pesaro)
www.macmazza.it
- Come avete reagito a questa emergenza?
“All’inizio pensando come molti che l’italia si stava tirando la zappa economica sui malandati piedi da sola, poi capendo la vera entita’ del disastro sanitario e umano (non credo provocato naturalmente dalla favola del cinese che si mangia il pipistrello) e quindi prendendo le dovute precauzioni, iniziando lo smart working e facendo lavorare in azienda uno sparuto gruppetto superprotetto e superdistanziato. Il tutto con il permesso legale del prefetto solo su commesse in ateco, come macchine per occhialeria, assistenza in teleservice, spedizione ricambi come si puo’ e commessa per finire e consegnare sotto scadenza di lettera di credito un impianto urgente per produrre imballaggi alimentari (quindi sempre in codice ateco ammesso)”.
- Che cosa, a vostro avviso, sta cambiando o cambierà in modo radicale?
“mi auguro che cambi la considerazione dei nostri clienti e colleghi di Acimall tutti sulle macchine e sui sistema-mentalita’-manifestazioni fieristiche dei dirigenti e concorrenti tedeschi che, come si vede, dovrebbero indurre almeno tutti i centro/sud europei a prendere le loro strade distanziate. Mi auguro che i dipendenti e i fornitori apprezzino gli sforzi di chi cerca ancora di lavorare legalmente e non da furbetti, sottraendosi al vero terrorismo di quanti dovrebbero smettere di dettare legge nel nostro sempre piu’ povero paese, povero soprattutto di imprenditori che abbiano voglia di non farsi disincentivare e inibire nelle loro pure passioni, spesso di puro retaggio famigliare; persone che hanno costruito e fatto le fortune dell’Italia e dei suoi “dirigenti politici”, che ora le stanno invece distruggendo…distruggendo cosi’ loro stessi. Un esempio tutto italiano, che gli italiani e soprattutto i cosiddetti “dirigenti” dovrebbero considerare molto più attentamente: se il tessuto produttivo italiano è fatto di Giuseppe, suo figlio e il garzone, una volta messo il garzone in ferie, Giuseppe e suo figlio rischiano la loro salute e quella dei loro cari andando a lavorare con una mascherina fuori dalle mura di casa o giocando a carte – in casa – sullo stesso tavolo dove tutta la famiglia si riunisce a pranzo o a cena? Cosa ne sarà della loro situazione economica e di quella di tutto il Paese una volta passata l’emergenza?”.
- Che cosa le autorità e tutti noi dovremmo fare?
“Dovrebbero togliere 5 dei 10 addetti a ogni posto di blocco sulle strade (…per multare la signora maria che si impappina sul dimostrare che va a fare la spesa) e inviarli nella maggior parte delle aziende italiane, soprattutto quelle a conduzione famigliare, per vedere chi ha ancora la forza e il coraggio di lavorare, rendendosi conto che si può continuare a lavorare osservando la necessaria distanza fra le persone e usando protezioni, modalità che non vengono certo adottate in ambito famigliare, invece del rifugiarsi dietro il “silenzio-assenso” dei prefetti. Ancora una volta tutte le responsabilità vengono scaricate su quei pochi imprenditori ai quali non è ancora stata tolta ogni residua voglia di lottare contro tutto e tutti, imprenditori che vengono perfino fatti passare per delinquenti senza scrupoli nei confronti dei loro dipendenti, mentre invece stanno cercando di evitare la cassa integrazione e di pensare al futuro!
Dovremmo avere la forza di fare arrivare un messaggio molto forte alla nostra classe dirigente e a quella “Europa Unita” che ancora non si preoccupa di capire come stanno realmente le cose. Dovremmo trovare il tempo e le energie per creare una classe politica e dirigente nuova, magari partecipando tutti più attivamente e con continuità, comprendendo che le emergenze del passato non sono state completamente superate e che in futuro altre ce ne saranno.
“El sueno de la razon produce monstruos”, recitava Goya.… E chi è rimasto più artista e sognatore di un imprenditore a capo di un una azienda famigliare nelle macchine per il legno?”.