Le controdeduzioni: prosegue lo scontro sui limiti della formaldeide

Sono state presentate le controdeduzioni nel procedimento giudiziario avviato contro l’abbassamento dei limiti per la formaldeide in Germania nel 2020.

Un Far West fatto da scelte unilaterali e asimmetriche non solo genera problemi per i produttori europei, ma genera anche confusione nel consumatore”. Non ha usato mezze misure Paolo Fantoni, il presidente anche di Epf, l’European Panel Federation, riguardo la causa intentata dalla Fantoni, con l’appoggio di Federlegno, e altre sei realtà – le italiane Frate, Saib, Saviola, Arper e Panguaneta e la belga Unilin – contro la scelta della Germania di modificare unilateralmente i limiti della formaldeide.

Dopo la causa intentata nella scorsa primavera, negli ultimi giorni sono state depositate le controdeduzioni a cura dello studio di Melchers di Francoforte – fanno sapere i vertici dell’azienda di Osoppo attraverso un comunicato stampa –, che fanno riferimento a un’opinione dettagliata del professor Rainer Marutzky, il quale sottolinea la non idoneità dei limiti introdotti dalla Germania nel 2020 con la norma EN16516. Inoltre, dal comunicato emerge anche come il professor Marutzky abbia confutato la tesi della difesa tedesca sulla non obbligatorietà dei nuovi  limiti, in contrasto con l’inserimento di questi nella German Chemical Prohibition Ordinance.

Paolo Fantoni, presidente di Epf, l’European Panel Federation.

Dei limiti rivisti al ribasso che rappresentano per l’azienda friulana “una restrizione inaccettabile per i prodotti già titolati di marcature CE realizzati nei Paesi europei e che non possono essere più venduti liberamente in Germania”, facendo venir meno i “principi della libera circolazione delle merci”. 

Abbiamo chiesto da tempo all’Unione Europea di intervenire – sottolinea Paolo Fantoni – per assicurare un’uniformità delle regole introducendo un’unica classe minima di formaldeide in tutti i 27 Paesi europei”. Il prossimo passo che hanno intenzioni di intraprendere i produttori è quello di chiamare a deporre come testimone Tapani Mikkeli, capo settore delle costruzioni sostenibili della direzione DG Grow delle Commissione Europea, una figura centrale nel futuro di una bioedilizia fortemente voluta dalla presidente Ursula Van Der Leyen nel suo discorso sullo stato dell’Unione del 16 settembre 2020. 

La pietra del contendere: i limiti della formaldeide

I pannelli prodotti in Europa sono utilizzati nell’arredamento, nelle costruzioni, negli imballaggi e in molti altri settori. Lo standard EN13986 prevede attualmente due classi di emissione di formaldeide: E2 ed E1. Il secondo, più basso (pari a 0,1 ppm – parti per milione – come raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità), fin dal 2007 è stato adottato dalle industrie che aderiscono all’European Panel Federation (EPF). La Federazione intende spingere per una riduzione precauzionale, sulla base delle recenti valutazioni fatte dall’Agenzia europea per le sostanze chimiche (Echa). La Germania nel gennaio 2020 ha introdotto unilateralmente un limite di emissioni pari alla metà del parametro E1, denominandolo E0,5, su tutti i prodotti introdotti nel suo territorio.

Le controdeduzioni: prosegue lo scontro sui limiti della formaldeide ultima modifica: 2021-01-12T15:38:09+00:00 da Francesco Inverso