Facciamo il punto con Luigi De Vito, direttore della Divisione Legno SCM, su come è stato questo 2020 e soprattutto su come sarà o potrebbe essere l’anno appena iniziato per il colosso riminese…
“Il 2020 è stato un anno veramente complicato, ma è in momenti come questi che più si riconoscono il coraggio e la forza di un brand e SCM non ha mai interrotto il percorso strategico di lungo termine avviato prima della pandemia, sul quale vuole proseguire”. È categorico Luigi De Vito, direttore della Divisione Legno SCM, al quale abbiamo chiesto di raccontarci come stanno andando le cose per il grande gruppo riminese. “Da tempo abbiamo deciso di investire nel prodotto, nei mercati e nell’innovazione per continuare a consolidare le nostre quote di mercato e sostenere la nostra volontà di crescere. Non mi dilungo su ciò che pandemia ha causato e ancora sta causando nelle nostre vite, nella nostre libertà, nelle nostre famiglie, perché rischierei di ribadire cose già troppe volte sentite. In questa sede mi preme piuttosto sottolineare quanto l’emergenza sanitaria abbia spinto ogni impresa, e SCM è fra queste, a “guardarsi ancora più dentro” per verificare se il percorso stabilito fosse ancora in linea con il nuovo contesto”.
“Da parte nostra, abbiamo attivato prontamente una task force mirata di contrasto alla pandemia e ridefinito una strategia basata su alcuni forti pilastri. Innanzitutto la sicurezza delle persone, il nostro vero patrimonio: in pochissime ore siamo stati in grado di consentire lo “smart working” per il 90 per cento dei collaboratori non coinvolti direttamente nella produzione, dimostrando quanto fossimo preparati e quanto lo fossero soprattutto le persone che lavorano con noi. Il piano di “messa in sicurezza” ha subito coinvolto tutte le nostre sedi, in Italia e nel mondo. Tutte le nostre oltre venti filiali operative nei cinque continenti sono state interessate e – grazie a una costante attività di networking – hanno saputo anticipare le problematiche e limitare i possibili danni.
Per poter ripartire rapidamente alla ripresa dei mercati, abbiamo lavorato molto anche nei reparti, in produzione, dove abbiamo garantito l’implementazione di rigorosi protocolli sanitari, opportunamente e costantemente presidiati, condividendo ogni scelta con i nostri collaboratori, i sindacati, le autorità locali e regionali”.
“La pandemia ha accelerato i processi di trasformazione digitale già avviati dall’azienda in tantissimi ambiti grazie anche alla possibilità di contare sulle competenze necessarie – e questo è il nostro secondo pilastro. Abbiamo ancora più spinto sulla formazione dei collaboratori, attivando immediatamente corsi in e-learning per tutte le sedi nel mondo: più del 70% delle oltre 70 mila ore di corsi di training erogate nel 2020. E potrei citare un altro esempio: in poco più di una settimana – grazie anche alla nostra piattaforma “e-campus”, abbiamo raccolto le adesioni di 800 tecnici dei nostri distributori e dei clienti che hanno partecipato a specifici corsi di manutenzione nelle diverse lingue, dimostrando ai nostri partner di essere al loro fianco anche nell’utilizzare al meglio un periodo di sosta forzata”.
“Una esperienza che ha dato ancora più solidità al terzo pilastro sul qualche fondiamo la nostra azione, ovvero il supporto ai clienti, che non si è mai interrotto, nemmeno nei momenti di lockdown più severo: abbiamo trasferito le opportune competenze a tutte le nostre filiali nel mondo, che, come presidio locale, ci hanno permesso, in assenza di viaggi, di continuare a supportare i Mercati senza interrompere mai la relazione con il cliente nel processo di vendita e nelle attività di Service, rispondendo a chiunque chiedesse assistenza, continuando a fare installazioni, anche da remoto e anche nelle condizioni più proibitive. Una strategia che ci fortemente premiato, rinnovando la fiducia dei clienti, che hanno toccato con mano la nostra volontà di sostenere sempre e comunque la loro capacità produttiva.
Anche i grandi investimenti non si sono interrotti: in piena pandemia abbiamo attuato una profonda revisione del nostro “servizio ricambi”, migliorando tutti i processi di supporto al cliente attraverso nuovi strumenti che ci permettono di essere ancora più vicini, veloci ed efficaci.
Abbiamo lavorato senza interruzione anche sui nostri prodotti mantenendo gli stessi investimenti in innovazione e R&D. Lo abbiamo mostrato in occasione del nostro evento digitale “SCM Live Show”, quando abbiamo presentato al mondo intero le novità che avremmo dovuto portare a Xylexpo, in un anno improvvisamente orfano di qualsiasi fiera! Un evento in cui siamo stati pionieri, che non solo ha dimostrato le nostre competenze digitali e tecnologiche in tutti i comparti della lavorazione del legno, ma ha testimoniato in modo eclatante come potessimo mantenere di fatto relazioni di grande qualità anche attraverso la Rete, per quanto noi abbiamo sempre ritenuto queste modalità qualcosa di non sostitutivo rispetto all’incontro in presenza…”.
Pilastri sui quali avete costruito la ripartenza…
“La strategia fin qui citata, insieme all’impegno e alla disponibilità di tutti i collaboratori, ci ha consentito di ripartire immediatamente alla ripresa dei mercati. Nel secondo semestre 2020 la Divisione Legno SCM, che copre oltre il 70% del fatturato complessivo del Gruppo, ha così recuperato rapidamente il deficit causato dalla chiusura di aprile e maggio. E ancora oggi registriamo un andamento più che positivo del portafoglio ordini, addirittura superiore all’anno precedente.
Un buon modo per iniziare un tempo che vediamo improntato al consolidamento di una nuova fase nello sviluppo del business a livello europeo e globale, caratterizzato dal supporto alla manifattura in termini di digitalizzazione e di sostenibilità”.
Ci sono segmenti che danno maggiori soddisfazioni?
“Quello del mobile è un settore di riferimento a livello mondiale, nel quale possiamo vantare focus specifici di eccellenza, ma va menzionato anche il mondo della edilizia in legno che sta muovendosi in direzioni ben precise: sappiamo che gli edifici assorbono il 40 per cento dell’energia consumata ed emettono il 30 per cento delle emissioni che vanno a incidere sull’effetto serra. Nodi che saranno affrontati e sciolti con materiali e tecnologie diverse dal cemento armato. SCM continua a investire in questo settore e nel 2021 raddoppieremo la superficie del nostro stabilimento di Sinalunga, in Toscana, dove nascono le nostre tecnologie per le costruzioni in legno.
Altrettanto velocemente cresce il processo di digitalizzazione e informatizzazione delle fabbriche: si sono consolidati i trend della flessibilità, della vendita multicanale, ma anche le modalità per “riunire” tecnologie diverse. Penso al nostro impegno sulle “Surface Technologies”, dove abbiamo integrato prodotti e competenze nei processi di levigatura, pressatura e verniciatura, dalla nobilitazione al trattamento delle superfici, investendo nella nuova fabbrica e nel Technology Center di Villasanta così come nel Surface Tech Lab di Villa Verucchio”.
E la “digitalizzazione” sempre e comunque davanti a tutto…
“Inevitabilmente. Pensi a quanto è connessa ad altri temi da sempre fondanti per SCM, come lo “smart manufacturing”: la collaborazione sempre più stretta fra fabbriche intelligenti e nuove competenze, la diversa relazione con un Services sempre più integrato nel prodotto. E tutto questo si sta sempre più coagulando in unico valore per i clienti, quel concetto di “strategia, prodotto, servizio integrato” che stiamo portando avanti ed è il cuore del rapporto con loro. Oggi per il cliente è indubbiamente più facile poter prendere consapevolezza di ciò che la tecnologia offre e, quando lo mettiamo nelle condizioni di poter fare la scelta migliore, possiamo dire di essere stati veramente capaci di arricchire le nostre modalità di contatto”.
Dunque siete ottimisti su ciò che ci attende nel 2021…
“Sarà una stagione positiva, per quanto non tutte le imprese riusciranno a tornare ai livelli pre-Covid in dodici mesi, ma la progressione sarà significativa. Guardiamo al 2021 come a un anno di consolidamento in tutti i mercati strategici. Il portafoglio ordini sta registrando un ottimo trend in questa prima parte dell’anno e le iniziative e gli incentivi a sostegno dell’industria manifatturiera, promossi in vari Paesi in Europa e nel resto del mondo, sono di buon auspicio. E’ questa l’occasione, per il mondo del legno, di rinnovare le proprie fabbriche e rendere i processi sempre più digitali, efficienti, flessibili, ecosostenibili”.
Dottor De Vito, in quali prodotti o tecniche vedete i maggiori sviluppi?
“Indubbiamente, come ho già motivato, nella digitalizzazione e nella automazione. Che si parli di celle, di sistemi o di linee integrate, questi sono i mezzi per raggiungere la massima flessibilità dei processi. Ci sarà ancora spazio per l’innovazione nelle tecnologie per l’edilizia in legno, dove proporre soluzioni per far crescere tutti i protagonisti del mercato, indipendentemente dalle loro dimensioni o dalla loro specializzazione.
Senza trascurare le nostre macchine tradizionali per la falegnameria che nel 2020 hanno acquistato nuove quote di mercato, grazie alla nostra capacità di creare nuovi ambiti di miglioramento in termini di qualità, affidabilità e supporto al cliente”.
E i grandi impianti?
“Nel 2020, sul fronte dei grandi impianti, abbiamo assistito a un atteggiamento più cautelativo e prudenziale da parte dei mercati, ma siamo comunque riusciti a portare a termine commesse importanti a livello di engineering, con clienti leader di mercato. Per le macchine “stand alone”, la ripresa è stata indubbiamente più vigorosa: un buon momento per le macchine singole ma comunque connesse, integrate, cooperanti, collegate fra loro da software capaci di gestire processi di produzione anche molto complessi. Vere e proprie “mini fabbriche” con la possibilità di monitorare ogni momento del processo produttivo e con un contatto diretto con un service sempre più determinante nella decisione di acquisto…”.
… magari comperandole on line…
“In SCM abbiamo sviluppato un sistema molto efficace per quanto riguarda le parti di ricambio, attività fortemente cresciuta durante il lockdown. Nella multicanalità del futuro ci sarà uno spazio sempre più rilevante per questo modo di comperare, ma riteniamo che sarà il processo decisionale del cliente a essere sempre più digitale. Abbiamo ridotto del 70 per cento i documenti “fisici”, perché molto si trova online ed è più semplice che in passato trasferire informazioni con una e-mail. Lavorare sul questi modi di relazionarci, sul servizio, sulla efficacia degli strumenti ci porterà sempre più vicino a quella fiducia che convincerà il cliente a definire il vero e proprio acquisto”.