Dal 5 al 10 settembre Milano sarà comunque la capitale del “bel mobile”, qualunque cosa questo ruolo comporti. Questa la decisione degli organizzatori, che hanno scelto di dare alla città un evento di cui sono stati delineati i contorni…Che cosa ne sarà? Lo scopriremo solo a tempo debito, nel frattempo noi una nostra analisi ci teniamo a fornirla ai nostri lettori.
Da quanto abbiamo sentito in occasione della conferenza stampa le idee sono chiare. Il Salone del Mobile.Milano non ci sarà nelle forme, con i contenuti e l’enorme quantità di espositori e visitatori che abbiamo imparato a conoscere. Al suo posto (o in sua rappresentanza o come “evoluzione” o con la didascalia che più vi piace…) ci sarà “Supersalone”, un evento speciale affidato all’onnipresente Stefano Boeri affiancato da cinque co-progettisti da lui selezionati: Andrea Caputo, Maria Cristina Didero, Anniina Koivu, Lukas Wegwerth e Marco Ferrari ed Elisa Pasqual dello Studio Folder.
Come sarà questa prima mostra (chiamarla fiera sarebbe francamente eccessivo) dopo la batosta del Covid non è proprio chiarissimo, almeno per noi. Ci sono degli elementi ben definiti, ma certo è che il Salone del Mobile.Milano è un’altra cosa.
Sappiamo peraltro tutti molto bene cosa è successo, come i cambiamenti di data si siano susseguiti e come, alla fine, si sia deciso che a Milano qualcosa deve esserci almeno a settembre, nonostante tutto. Gli espositori, perlomeno molti fra loro, non erano proprio di questa idea e d’altra parte non fare proprio nulla sarebbe stato un dispiacere per altri. Alla fine c’è stato uno spiegamento di forze e una disponibilità a una concreta collaborazione che ha spalancato le porte a questa “cosa”. Forse tenendo in scarsa considerazione che dopo sette mesi, circa, quindi ad aprile 2022, ci sarà il “salone vero”…
Sarà certamente bella, piacevole, didascalica, magari anche illuminante e sfidante questa iniziativa, ma se si pensa agli investimenti e ai numeri che girano abitualmente attorno alla più bella fiera mondiale del design a settembre saremo ad anni luce di distanza.
Vediamo di presentarvene i contorni. “Si tratterà di un unicum, un momento irripetibile, di grande e immediata forza attrattiva e comunicativa, aperto tutti i giorni non solo agli operatori ma anche al grande pubblico; un appuntamento che uscirà dai confini di un incontro puramente commerciale per guardare a inedite contaminazioni, aperture, fusioni ed estroversioni pur nel pieno rispetto delle regole e dei protocolli sanitari adottati a livello nazionale contro la diffusione del coronavirus”, recita il comunicato stampa ufficiale.
Non solo: “Il format proposto è quello di una grande biblioteca del design che celebrerà la rinnovata attenzione e cura per gli spazi dell’abitare contemporaneo e la cui scenografia valorizzerà e armonizzerà le novità e le creazioni messe a catalogo negli ultimi diciotto mesi dalle aziende con i loro prodotti storici che, grazie al debutto della piattaforma digitale del Salone del Mobile.Milano, potranno essere acquistati al termine di una ricca e coinvolgente customer journey (una parte del cui ricavato contribuirà a una causa benefica)”.
Perdonateci, non siamo diventati pigri, ma francamente non abbiamo le idee chiarissime e ci affidiamo alle definizioni offerteci in conferenza stampa: “L’allestimento in fiera prevede dei lunghi setti paralleli, studiati per le specifiche categorie merceologiche, che permetteranno alle aziende di raccontare la propria identità e i propri prodotti su pareti verticali, usando, in alcuni casi, anche le superfici orizzontali, entrambe modulari. Una maglia espositiva fluida e dinamica che consentirà al visitatore di navigare liberamente all’interno di un enorme archivio, nazionale e internazionale, della creatività, dell’eccellenza e del saper fare.
In ottica di circolarità e sostenibilità, tutti i materiali e le componenti dell’allestimento sono stati pensati per poter essere smontati e successivamente riutilizzati. Inoltre, all’ingresso Porta Est della Fiera, grazie al progetto “Forestami”, verrà creata una zona di accoglienza verde con duecento alberi che, al termine dei sei giorni di evento, verranno messi a dimora nell’area metropolitana milanese. L’allestimento in fiera sarà contaminato e intervallato da arene per talk di condivisione e approfondimento, lounge riservate agli incontri commerciali e di business delle aziende, aree dedicate ai giovani delle scuole di design e all’esposizione a cura dell’Adi delle sedie premiate con il Compasso d’Oro, food court, aree social e relax. Un programma speciale di incontri con alcuni protagonisti del panorama contemporaneo e pensatori del futuro si alternerà a grandi eventi musicali dal vivo in collaborazione con i migliori e più rappresentativi esperti del settore. Un nuovo modo di concepire lo spazio fieristico che diventa luogo dalle molteplici possibilità di incontro e, contemporaneamente, un invito a soffermarsi, a pensare, a sentire e, dunque, un antidoto contro la banalizzazione frettolosa di tante esposizioni. Triennale Milano sarà l’hub in città “supersalone”, con una proposta culturale che, oltre alle mostre dell’istituzione, presenterà una serie di progetti inediti”.
“Fuori salone” è indubbiamente la chiave per aprire la porta di questo settembre, almeno da quanto ci hanno detto i tanti che non hanno molta voglia di investire in una “scatola” di cui non si è ancora capita la reale capacità di attrazione “bei nomi”, ma sono peraltro pronti a mettere a frutto gli spazi, gli show room, le possibilità che hanno in città
Insomma, lo sforzo immaginifico è stato fatto e chi voleva a ogni costo che Milano non rimanesse orfana dalla festa del mobile ha in qualche modo vinto, tirando fuori quello che c’è da tirare fuori (in senso economico, di “sostegno”…); le squadre fra chi ci crede e chi risponde con un sorriso sono pronte, ma l’ascia di guerra oramai è sotterrata. Il dado è tratto e il settembre milanese ci sarà. A ognuno parteciparvi, viverlo o interpretarlo a propria discrezione e chi c’è c’è, chi non vuole esserci faccia pure come crede, ben sapendo che i buyer che contano, quelli che fanno da tempo le italiche fortune, difficilmente si faranno vedere…
Speriamo si accontentino del digitale: probabilmente dal 30 giugno avremo le idee più chiare, perché in quella data prenderà il via la nuova piattaforma digitale del Salone del Mobile.Milano e sicuramente qualche luce si accenderà…
ECONOMICAMENTE PARLANDO…
Intanto la filiera legno-arredo nel 2020 registra una contrazione del 9,1 per cento, il mercato interno perde il 7,5 per cento e le esportazioni calano dell’11,7 per cento. Il lockdown ha fatto sentire il proprio effetto negativo, rallentando l’interscambio mondiale che vede da sempre l’Italia fra i protagonisti, per quanto gli italiani abbiano presto capito che essere costretti a vivere in casa impone di poter disporre di un ambiente confortevole, piacevole, accogliente, comodo.
E infatti già a partire dal maggio 2020 l’inversione di rotta è stata evidente, un nuovo impulso della domanda dovuto proprio a una sorta di riscoperta della casa da parte degli italiani. Fenomeno che ha riguardato sia la ricerca di un maggior comfort che la necessità di creare spazi per lo smart working o la didattica a distanza, ovviamente dove questo è stato possibile…
Grazie al parziale recupero a partire da giugno, i comparti più connessi all’ambiente domestico hanno chiuso l’anno con una flessione più contenuta (arredamento meno 7,8 per cento, arredobagno meno 9); rallentano i comparti come l’ufficio e i mobili professionali e commerciali, più legati ai settori non residenziali – uffici, hospitality, spazi per collettività e contract in generale – e quelli fortemente esposti sui mercati esteri, come nel caso dell’illuminazione.