Presentata nel corso di un evento riservato a un gruppo selezionato di clienti e dealers, la nuova soluzione di SCM nasce come risposta alle necessità del mercato di disporre di tecnologie sempre più efficienti…
Buon compleanno SCM! Non avevamo ancora fatto i nostri auguri al colosso riminese e l’occasione è arrivata in occasione di un recente evento riservato ai dealers di tutto il mondo e a un preciso target di clienti interessati alle tecnologie per il serramento. Protagonista delle giornate organizzate all’headquarter SCM è stata la nuova cella per la produzione di serramenti “windorflex”, un risultato a cui hanno senz’altro contribuito i settant’anni di esperienza di SCM in questo specifico comparto. Una macchina nata proprio dall’ascolto, dalla frequentazione con migliaia di serramentisti in tutto il mondo, in grado di realizzare qualsiasi tipo di infisso con grande flessibilità e un eccellente livello di finitura.
“Questo progetto nasce dalla nostra continua attenzione verso questo specifico mercato che, peraltro, frequentiamo da sempre, per capirne le evoluzioni e i principali trend”, ci racconta Walter Biagi, Business unit manager SCM per i sistemi dedicati al serramento. “Le finestre sono cambiate notevolmente negli ultimi vent’anni diventando elementi sempre più caratterizzati da un forte contenuto di design: oggi un nuovo modello di serramento vede in prima linea architetti e designer che vogliono intercettare una tipologia di clienti che cambia continuamente. La stessa “variabilità” che ha caratterizzato questo mercato, basti ricordare la crisi attraversata dall’edilizia fra il 2008 e il 2010 e quanto questa abbia influito sui processi di produzione.
Ebbene, è partendo da una attenta analisi di questi e molti altri fattori e cambiamenti che abbiamo scelto di sviluppare una soluzione tecnologica altamente innovativa per venire incontro alle necessità del mercato e a una domanda sempre più diversificata di prodotti, che impone una capacità di risposta velocissima da parte dell’intera industria del serramento.
Il motto che abbiamo scelto “Spread your wings with Windorflex” e l’immagine dell’aquila sintetizzano molto bene il nostro percorso: un animale forte, che vola alto e guarda molto lontano con coraggio e intelligenza, elementi grazie ai quali possiamo oggi dare la possibilità ai nostri clienti di essere pronti e nella giusta posizione per seguire i trend del mercato”.
Anche il nome non pare scelto a caso…
“Assolutamente: abbiamo scelto un nome che da una parte richiama windor, nome storico della gamma di macchine SCM specializzate nella lavorazione di serramenti, e dall’altra sottolinea la flessibilità che contraddistingue questa nuova soluzione! Attualmente registriamo domande diverse, come le dicevo: chi vuole una macchina semplice, chi cerca lavorazioni specifiche, chi vuole raggiungere comunque una certa produttività… Noi abbiamo immaginato – e poi costruito – una macchina che potesse soddisfare tutti questi desideri. Senza dimenticare che quando si cambia prodotto, modello di finestra, è necessario reimpostare tutta la linea, un processo molto lungo, che di fatto ferma la produzione.
Abbiamo voluto sviluppare una soluzione diversa, riunendo tutte le fasi di lavorazione nella stessa cella, creando un “luogo” nel quale entrano dei pezzi di legno e ne escono elementi perfetti pronti per essere assemblati in qualsiasi tipo di serramento; una macchina robusta, resistente, per una produzione “importante”, che permetta di lavorare efficacemente, con velocità elevate, qualsiasi dimensione, anche quelle molto rilevanti che vanno per la maggiore in alcuni Paesi europei.
Il raggiungimento di certi risultati è ovviamente reso possibile da un insieme di fattori, perché non dobbiamo mai dimenticare che la tecnologia è una parte, per quanto sostanziale, di un processo produttivo nel quale entrano le competenze, il software, i materiali, gli utensili…
Un altro nodo che abbiamo sciolto riguarda le unità di fresatura, che possono tutte eseguire le stesse operazioni a tutto vantaggio di una programmazione dei cicli più semplice e veloce. La combinazione dei due magazzini utensili a 48 postazioni permette di effettuare i cambi utensili in tempo mascherato; la sostituzione dell’utensile rapido e le scelte che abbiamo fatto a livello di software, hanno permesso di contrarre sensibilmente i tempi necessari: circa 10 secondi contro i 18, 20 normalmente necessari.
Abbiamo inoltre progettato un nuovo piano automatico – che può avere lunghezze di 3.500. 4.500 e 6mila millimetri – con pinze di bloccaggio sempre in presa sul pezzo, così da avere in ogni condizione una eccellente qualità della finitura”.
Una soluzione ad alta automazione…
“Certamente: stiamo parlando di una macchina che lavora senza presidio. Non dimentichiamo che le aziende ricercano la migliore efficienza, che significa anche non avere operatori in attesa davanti alle macchine mentre queste stanno lavorando, risorse che possono nel frattempo dedicarsi ad altre mansioni.
L’operatore deve solo caricare il materiale grezzo su appositi banchi da dove vengono prelevati dalla macchina che restituisce poi elementi pronti per l’assemblaggio. Abbiamo anche la possibilità di fare in modo che il carico e lo scarico siano affidati a un robot che preleva i pezzi da un carrello, quello dei grezzi, controllandone le dimensioni, per poi caricarli in macchina e successivamente scaricarli, su di un altro carrello, una volta terminata la lavorazione. A questo punto un vero e proprio semaforo indica all’operatore – che nel frattempo, come dicevamo, avrà potuto dedicarsi ad altro – quando è il momento di avvicinare un nuovo carrello di pezzi da lavorare”.
In una soluzione di questo tipo il software è un elemento fondamentale…
“Certamente: da molti anni SCM ha investito fortemente nello sviluppo di software per la gestione di tutte le soluzioni presenti nel proprio catalogo, un impegno che ha avuto una ulteriore spinta con “Industria 4.0”. Una strategia che ci ha portato non solo a gestire macchine, linee, impianti, ma anche a monitorare produttività, a verificare efficienza, a gestire scelte anche da remoto in modo semplice, “friendly”…
Lo stesso accade con “windorflex” e anche con questa nuova cella raccogliamo i frutti del lavoro portato avanti per “inserire” le nostre macchine in tutte le soluzioni già esistenti sul mercato, in modo che il cliente non debba preoccuparsi di programmare ogni movimento o step della macchina, ma semplicemente trasferire dall’ufficio tecnico o dalla programmazione della produzione i dati della commessa perché sia la macchina stessa a creare il proprio processo. In altre parole abbiamo creato un vero e proprio “traduttore” che permette alle nostre macchine di dialogare con i software che i nostri clienti in tutto il mondo già utilizzano. Come i suoi lettori sanno, SCM vanta il catalogo di soluzioni più ampio e poter offrire questa opportunità è indubbiamente un’altra grande capacità che i clienti ci riconoscono e questo è per noi motivo di grande orgoglio”.
Quali sono state le prime reazioni del mercato?
“… direi che sono state tali da farci capire che abbiamo colpito nel segno!”, ci risponde Walter Biagi. “Sono oramai diverse le “windorflex” pienamente operative presso nostri clienti e contiamo di crescere in modo consistente nel prossimo futuro. Dobbiamo considerare che stiamo parlando di una soluzione “importante” e che, per quanto non richieda investimenti stellari, rappresenta una scelta coinvolgente, destinata a rivoluzionare le modalità di produzione di una falegnameria, di un serramentista.
È una tecnologia evoluta, potente e flessibile, che siamo riusciti a rendere semplice grazie alla nostra enorme esperienza in questo settore, alle relazioni che abbiamo saputo creare e che sono state fondamentali sia nella fase di “pensiero” della nuova macchina che durante tutto il processo di messa a punto.
Mi lasci però dire che i feedback che più ci hanno resi orgogliosi sono quelli che riguardano la programmazione: è bastato spiegare ai nostri clienti come gestire il processo di trasmissione delle informazioni dai loro sistemi a “windorflex” perché arrivassero, nel giro di poche settimane, a ottenere il massimo risultato”.
Ingegnere Biagi, ma come si arriva a una soluzione che, da quanto ci dice, è certamente “innovativa”?
“Per una realtà come SCM, con il bagaglio di competenze, di esperienza, di tecnologia e il repertorio di soluzioni che può vantare, una parte consistente del progetto viene dalla continua ottimizzazione delle soluzioni già esistenti. Un punto di partenza importante, sul quale vengono calate tutte le innovazioni, come ad esempio il piano di lavoro che ha una configurazione completamente nuova.
E se in “windorflex” abbiamo raggiunto un livello ancora più alto in termini di velocità e semplicità d’uso, una consistente parte del merito è da ascrivere alla decisione di creare una “windorflex” virtuale, identica a quella fisica, sulla quale i nostri designer, progettisti e tecnici hanno fatto i primi test. Uno strumento che ci ha permesso di avere più “confidenza” con questa macchina ancor prima che vedesse realmente la luce.
Siamo arrivati alla prima versione della macchina con una lunghissima serie di test già fatti, cosa che ci ha permesso di ridurre drasticamente eventuali problematiche e di effettuare sulla macchina “reale” solo il 30 per cento degli interventi che sono normalmente necessari per perfezionare un prototipo. Non solo: questo ci ha permesso di avere un dialogo costante fin dai primi passi con i responsabili del software, un contributo importante per accorciare i tempi e per integrare in modo assolutamente perfetto aspetti meccanici e digitali.
Non è stato facile, ma ci siamo resi subito conto che stavamo scrivendo una pagina nuova e che la “windorflex” che avrebbe visto la luce sarebbe stata una macchina molto importante nelle strategie di gruppo; l’inizio di una rivoluzione che porterà i nostri clienti a un livello diverso, ancora più partecipi del percorso di progettazione e costruzione di questa nuova cella : sono convinto che tutto questo sarà immediatamente percepito da quanti avranno modo di testare e di lavorare con la nostra ultima nata”.