Una buona stagione anche per il grande mondo dell’edilizia, settore assolutamente trainante per l’economia nazionale e per il settore delle tecnologie per il legno e il mobile, visto il profondo legame fra i prodotti realizzati con queste tecnologie e gli involucri edilizi.
Mobili, finestre, porte, rivestimenti, scale: sono mille i prodotti “a base legno” che sono parte costituente di qualsiasi spazio, abitativo o commerciale che sia. E non è dunque un caso che il mondo dell’arredo tout court – e, in seconda battuta, delle nostre tecnologie – guardi con grande attenzione ad andamenti ed evoluzioni.
Molto attesa, dunque, la presentazione dei dati contenuti nel prezioso Osservatorio Saie, indagine condotta da GSR Research & Strategy per Senaf – la società che organizza Saie, la fiera delle costruzioni in calendario a Bologna dal 19 al 22 ottobre di quest’anno –su un campione di aziende italiane che si occupano di produzione, distribuzione e servizi per il settore edilizia e impianti nel mese di giugno 2022.
Un rapporto che evidenzia alcuni macrotemi “caldi”, a partire da una inflazione galoppante arrivata a toccare a giugno 2022 il valore record di più 8 per cento su base annua (dato Istat), eppure il settore delle costruzioni riesce a produrre riscontri positivi. Nonostante l’aumento dei prezzi delle materie prime e dell’energia colpisca circa otto realtà su dieci, le aziende di produzione, distribuzione e servizi per il settore delle costruzioni (edilizia e impianti) si dicono generalmente soddisfatte del proprio giro d’affari. Nell’ultimo anno, poco più della metà di esse (53 per cento) ha dovuto addirittura rinunciare a dei lavori per le troppe richieste, con il 46 per cento che sta puntando sull’assunzione di nuovo personale per aumentare la capacità produttiva.
In questi mesi un grande aiuto è arrivato dagli incentivi, soprattutto dal “Superbonus 110%” che, in attesa di capire quale sarà il suo futuro, a oggi ha determinato mediamente fino ad un quarto del fatturato per l’80 per cento delle aziende su 10.
Le difficoltà macroeconomiche fanno comunque sentire i propri effetti soprattutto su due aspetti: per il 68 per cento delle aziende sull’aumento dei prezzi del prodotto finito, per il 60 per cento sono causa dei ritardi nelle consegne.
In questo contesto, si registrano molte buone notizie.
L’aumento dei prezzi dell’energia e delle materie prime ha avuto un impatto negativo sulla forza lavoro solo per il 4 per cento del campione.
L’occupazione nel settore delle costruzioni, dunque, resiste, e in questi mesi ben il 63 per cento ha in previsione nuove assunzioni, soprattutto operai (sia altamente specializzati che non), impiegati e specialisti digital/BIM. Importante sottolineare che in alcuni casi (il 21 per cento del campione) durante quest’ultimo quadrimestre sono aumentati anche gli stipendi.
Anche l’indice di fiducia generale resta alto: la percentuale di chi si dice complessivamente soddisfatto dell’attuale andamento della propria azienda è aumentata fino all’82 per cento, addirittura superiore rispetto all’80 per cento del quadrimestre precedente. A livello di fatturato, quasi 8 realtà su 10 (il 76 per cento) hanno messo a segno un incremento negli ultimi quattro mesi e si aspettano di chiudere l’anno col segno più, a dimostrazione della vivacità della filiera.
Se andiamo a vedere la soddisfazione per il portafoglio ordini ne abbiamo ulteriore conferma: ben il 90 per cento degli intervistati lo ritiene adeguato ai livelli di sostenibilità finanziaria, in aumento di due punti percentuali sulla precedente rilevazione.
Cosa ha favorito la ripartenza del settore dopo anni difficili? Non sorprende che in cima alle risposte più gettonate ci siano gli incentivi, seguiti dalla riforma della burocrazia/sburocratizzazione e dallo sblocco dei cantieri. Parlando proprio di bonus, molti ritengono che il “Superbonus 110%” abbia avuto un impatto positivo sul proprio giro d’affari, anche se, secondo sei aziende su dieci le difficoltà ad accedere allo sconto in fattura e alla cessione del credito rischiano di colpire il comparto. Per quanto riguarda il “PNRR”, le imprese guardano con favore soprattutto a incentivi e investimenti relativi all’efficientamento energetico e alla messa in sicurezza del patrimonio edilizio sia pubblico che privato.
Cosa blocca, invece, il potenziale del comparto? Oltre all’aumento dei prezzi, spicca l’incertezza normativa. Da sottolineare come per il 41 per cento degli intervistati uno dei problemi fondamentali sia la carenza di formazione tecnico-professionale, anche se allo stato attuale l’84 per cento ritiene il livello di competenze del proprio personale in linea con le esigenze dell’aziende. Non è percepito in maniera particolarmente critica il costo della forza lavoro, giudicato generalmente sostenibile.
La filiera delle costruzioni si affaccia alla rivoluzione digitale cercando di farsi trovare pronta: l’81 per cento delle aziende investe in ricerca e innovazione fino a circa un terzo del proprio fatturato, puntando soprattutto su sicurezza informatica, connettività/5G, cloud computing, robotica collaborativa e intelligenza artificiale. L’altro trend del momento è la sostenibilità, che vede impegnate le aziende soprattutto attraverso l’uso di dispositivi a basso consumo energetico, l’isolamento termico o la realizzazione di edifici in classe A o “Nzeb” (Nearly zero energy building) e l’acquisto di macchinari e/o impianti efficienti e di nuova generazione. Ancora molta la strada da fare sui criteri ESG (sostenibilità ambientale, sociale e di governance) sconosciuti a circa metà del campione (53 per cento).
“I numeri del nostro Osservatorio mettono in luce una filiera in buona salute, pronta ad intraprendere un percorso che metta al centro i concetti di innovazione, sostenibilità e formazione anche per far fronte ad uno scenario economico complesso”, ha dichiarato Emilio Bianchi, direttore generale di Saie. “Veniamo da due anni di grandi trasformazioni, che richiedono un continuo aggiornamento non soltanto in termini di competenze, ma anche di networking e conoscenza del mercato. Non è un caso, infatti, che il 73 per cento delle aziende abbia espresso la volontà di allargare la propria rete di contatti, indeboliti a causa della pandemia. Se a questo aggiungiamo che circa la metà degli intervistati vuole accrescere la propria visibilità, diventa evidente l’importanza di un appuntamento fieristico dedicato all’intero sistema delle costruzioni come SAIE. Dal 2018 alterniamo le due edizioni di Bologna e Bari per essere sempre vicini a tutti gli operatori della filiera con la convinzione che il nostro format innovativo, fatto di esposizione e momenti di confronto, possa generare valore per tutto il comparto”.
saiebologna.it