Feltrin: “Fra produzione industriale e fatturato 20 punti di gap per legno e 10 per arredo. Senza misure contro caro energia e materie prime anche nostra filiera a rischio competitività”
Più 12,7 per cento rispetto al 2021, una produzione che ha raggiunti i 57 miliardi di euro per un anno chiuso in positivo anche per quanto riguarda i volumi. Il 2022 della filiera del legno-arredo si è rivelato particolarmente positivo nonostante le grandi incertezze a livello globale, tra le difficoltà di approvvigionamento e le conseguenze del conflitto russo-ucraino. Un risultato che “…premia il lavoro, la qualità e la capacità di innovarsi di un settore, fiore all’occhiello del nostro Made in Italy“, ha sottolineato FederlegnoArredo nel proprio comunicato stampa.
A dirlo sono i Preconsuntivi 2022 (scarica QUI l’infografica) elaborati dal Centro Studi FederlegnoArredo su base Istat che evidenziano come la filiera abbia raggiunto un più 12,7 per cento sul 2021, sintesi di un più 11,1 per cento del Macrosistema Arredamento (il fatturato alla produzione sfiora i 29 miliardi di euro), un più 14,3 per cento del Macrosistema Legno (fatturato alla produzione di oltre 23 miliardi di euro) e di un più 15 per cento del Commercio Legno che supera così i 4 miliardi di euro.
Per quanto riguarda il mercato italiano (valore 35,6 miliardi di euro) la crescita della filiera ha raggiunto il più 12,3 per cento, grazie in particolare al contributo positivo del Macrosistema Legno, trainato soprattutto dai comparti delle finiture per edilizia (porte, finestre, pavimenti in legno) che hanno beneficiato dei diversi bonus edilizi.
Per le esportazioni, che costituiscono il 37 per cento del volume di fatturato totale della filiera legno-arredo, si stima una crescita del più 13,3 per cento, trainata in particolare dagli Stati Uniti (terza destinazione dietro la Francia e a pochissima distanza dalla Germania) anche se soprattutto nell’ultimo trimestre dell’anno si evidenzia un rallentamento. La Cina, caratterizzata negli scorsi anni da un particolare dinamismo con variazioni percentuali di crescita molto più marcate degli altri Paesi, resta nel 2022 la settima destinazione per il nostro export ma, a causa delle chiusure decise dal Governo cinese per contrastare la pandemia, è tra i primi 10 mercati della filiera, quella con la crescita più bassa (più 4,8 per cento). Crescita in valore anche per l’import (più 31,5 per cento), in particolare dall’Austria per quanto riguarda l’approvvigionamento di materia prima legnosa.
Per il Macro Sistema Arredamento, andamento positivo per il fatturato alla produzione che sfiora i 29 miliardi di euro (più 11,1 per cento), mentre l’export che vale 15,3 miliardi di euro e rappresenta il 53 per cento del fatturato totale, registra un più 12,6 per cento rispetto a un mercato interno (13,6 miliardi di euro) a più 9,4 per cento. I principali mercati presentano tutti un segno positivo, ad eccezione della Russia che perde quote uscendo dalle prime dieci destinazioni sostituita dagli Emirati Arabi Uniti.
Il Sistema Illuminazione, dopo la pesante flessione del 2020, determinata in particolare dalla forte dipendenza del settore dai mercati esteri, nel 2021 era tornato ai livelli pre-pandemici e nel 2022 ha un fatturato alla produzione pari a 2,5 miliardi di euro in aumento del più 7,2 per cento sul 2021. Positivo anche l’export apiù 8,5 per cento (valore 1,9 miliardi) che pesa per il 76 per cento del totale: tra le principali destinazioni Francia, Germania e Stati Uniti, e sono questi ultimi a registrare i tassi di crescita più interessanti. Più contenuta la variazione sul mercato interno (più 3 per cento).
“Accanto alla soddisfazione per una chiusura d’anno a doppia cifra, adesso è d’obbligo volgere lo sguardo al 2023, tenendo presenti i segnali di rallentamento registrati dal secondo trimestre ’22, quando il perdurare di una situazione di instabilità economica e politica ha inciso sui costi energetici sostenuti dalle aziende, sulla loro disponibilità di materie prime ma anche sulla capacità di spesa dei consumatori. La forte domanda di materie prime iniziata nel ‘21 e la guerra ancora in corso – spiega Claudio Feltrin, presidente di FederlegnoArredo – hanno innescato la carenza di alcuni materiali con conseguente innalzamento dei costi, acuitosi nel 2022.
Basti pensare che per le imprese del legno l’aumento dei prezzi nel periodo gennaio-novembre ’22 ha toccato in media il più 14,9 per cento sul 2021 e il più 24 per cento sul 2019. Mentre per le imprese del mobile l’aumento nello stesso periodo è stato del più 10,3 per cento sul 2021 e del più 14,6 per cento sul 2019. Se poi confrontiamo l’indice della produzione industriale del legno e dell’arredo con quello dei fatturati (gennaio-novembre ‘22 su ‘21) – prosegue Feltrin – si evince come a fronte di una produzione del sistema legno a più 3,4 per cento si ha un fatturato a più 22,1 per cento, mentre per l’arredo si va dal più 1,9 per cento della produzione al più 12,1 per cento di fatturato. Ben 20 punti di gap per il legno e circa 10 per l’arredo.
Altro campanello d’allarme è il dato del saldo commerciale della filiera che seppur a 7,2 miliardi di euro arretra del 10 per cento rispetto al 2021. Tradotto: abbiamo importato più legno e a costi più elevati. Se non saranno adottate quanto prima le misure necessarie a contrastare la corsa dei costi energetici e delle materie prime e attuata una politica forestale che renda il nostro Paese autonomo nell’approvvigionamento di legname – conclude Feltrin – anche una filiera sana come la nostra rischia di non tenere più il passo e perdere competitività non solo in Europa ma anche su mercati emergenti”.