Epf, la federazione europea dei produttori di pannelli a base legno, ha rilasciato il consueto report annuale sul settore. I numeri, come preventivato dalla stessa federazione, hanno registrato un calo importante sul 2021, ma una sostanziale stabilità rispetto ai livelli pre-covid. Entriamo nello specifico…
Un 2022 in chiaroscuro dopo un anno da record. Questo è quanto emerge dai dati rilasciati da Epf, la federazione europea dei produttori di pannelli a base legno che, nel suo consueto report annuale sul settore, ha messo in evidenza come la produzione sia calata del 8 per cento rispetto al 2021, scendendo (seppur di poco) sotto i 60 milioni di metri cubi di pannelli prodotti (nel 2021 erano stati 63,7 milioni).
Numeri che, seppur ritocchino al ribasso quelli del 2021, sono in linea con le aspettative della federazione, soprattutto in virtù del paragone con i numeri del 2019, quindi prima della pandemia. Un confronto che, sulla produzione netta, si mostra praticamente invariato.
“Guardando indietro allo scorso anno – ha spiegato Martin Brettenthaler, presidente di Epf, nella relazione introduttiva al report – non sorprende che i volumi di produzione dei membri della federazione siano diminuiti nel 2022 del 7,8 per cento rispetto all’anno precedente. Il confronto più indicativo è quello con il 2019 e con i numeri pre-crisi. Un paragone che offre un quadro molto diverso con un calo dello 0,4 per cento”.
UNO SGUARDO D’INSIEME…
Non solo la produzione reale, ma anche il consumo apparante ha registrato un deciso calo, attestandosi a 60,8 milioni di metri cubi (meno 7 per cento rispetto al 2021), mentre si è impennato il deficit nella bilancia commerciale (il rapporto tra importazioni ed esportazioni, ndr.), passando dai 440mila metri cubi del 2021 a più di un milione nel 2022.
A spingere verso l’importazione la bilancia commerciale ci ha pensato in particolar modo il segmento dei pannelli in compensato, che ha controbilanciato la posizione di esportazione netta dei pannelli in truciolare, mdf, osb e pannelli di fibra.
La produzione di tutti i pannelli a base di legno è diminuita nel 2022 e un calo superiore alla media è stato registrato soprattutto per mdf (meno 9 per cento), osb (meno 11 per cento) e softboard (meno 9 per cento). La produzione totale di compensato wbp (il compensato resistente all’acqua che ha superato la “water boiled proof”, ndr.) ha registrato un calo complessivo del 21 per cento, mentre i pannelli truciolari e quelli in mdf hanno perso – in termini assoluti – rispettivamente 2,4 milioni e 1,3 milioni di metri cubi nel 2022.
“Una riduzione della produzione esercita ovviamente una forte pressione economica sulla nostra industria. Tuttavia – ha commentato Brettenthaler – come risultato degli anni passati particolarmente positivi, il nostro settore è sicuramente ben preparato per superare l’attuale recessione. Pertanto il calo del 7,8 per cento è un risultato relativamente incoraggiante. Altri settori hanno registrato cali molto più profondi, non sempre recuperabili”.
Ma vediamo più nello specifico i numeri della produzione “comparto per comparto”.
TRUCIOLARE
La crisi energetica in Europa ha portato la produzione europea di pannelli truciolari nei paesi membri dell’Epf a contrarsi di quasi il 7 per cento nel 2022. La produzione è stata di oltre 32,1 milioni di metri cubi, vicino ai livelli pre-pandemia del 2019.
La Germania è ancora la maggior produttrice di pannelli truciolari in Europa con 5,5 milioni di metri cubi nel 2022, in calo dell’8,9 per cento rispetto al 2021. Dopo aver superato la Francia (3,16 milioni di metri cubi) nel 2019, la Polonia (3,8 milioni di metri cubi) si conferma il secondo produttore di pannelli truciolari nonostante una minore produzione (meno 9,6 per cento) con l’Italia (2,75 milioni di metri cubi) che rimane al quarto posto.
L’Austria è stato il secondo produttore di pannelli truciolari con 2,29 milioni di metri cubi di produzione (meno 10,4 per cento).
Sebbene le aspettative siano incerte, sembra che la contrazione della produzione europea di pannelli truciolari dovrebbe rallentare solamente dell’1,2 per cento nel 2023.
I primi cinque mercati del pannello truciolare sono rimasti gli stessi degli ultimi anni: Germania, Polonia, Italia, Regno Unito e Francia con un consumo apparente rispettivamente di 5,5 milioni di metri cubi (meno 8,2 per cento), 3,9 milioni (meno 11 per cento), 3,18 milioni di metri cubi (meno 9,5 per cento), 2,7 milioni di metri cubi (meno 1,9 per cento) e 2,7 milioni (meno 11 per cento).
Domanda reale in crescita significativa in Estonia (più 23 per cento), Croazia (più 15 per cento) e Bulgaria (più 9,1 per cento). Il consumo reale (meno 6,5 per cento) è leggermente diminuito in misura maggiore del consumo apparente (meno 6,3 per cento) a 31,08 milioni di metri cubi.
L’industria del mobile è il più grande utilizzatore finale di pannelli truciolari in Europa. L’edilizia, comprese le applicazioni per porte e pavimentazioni, ha rappresentato una quota del 27 per cento del consumo complessivo di pannelli truciolari, stabile anch’essa rispetto al 2021. Il restante un per cento e cinque per cento dei consumi di pannelli truciolari è andato agli imballaggi e alle altre applicazioni.
MDF
La produzione di mdf in Europa è diminuita del 9,3 per cento nel 2022 a quasi 12,5 milioni di metri cubi, escludendo la produzione turca e russa. Con una produzione inferiore del 15 per cento (3 milioni di metri cubi nel 2022) la Germania rimane il più grande produttore europeo anche di mdf. Il podio dei principali produttori vede la Polonia al secondo posto e la Spagna al terzo, seguita da Francia e Regno Unito. La produzione congiunta di questi cinque paesi ha rappresentato una quota del 69 per cento nella produzione complessiva europea di mdf, stabile rispetto al 2021.
Nel 2022, il 44 per cento (48 per cento nel 2021) della produzione europea di mdf è costituito da pannelli di spessore maggiore di 9 millimetri. I pannelli mdf con uno spessore compreso tra 5 e 9 millimetri rappresentano circa il 27 per cento (23 per cento) mentre gli mdf sottili (inferiore ai 5 millimetri) rappresentano una quota del 29 per cento.
Storicamente, la divisione tra pannelli grezzi e con superficie migliorata è stata rispettivamente di circa il 65 per cento e il 35 per cento. Nel 2022, tuttavia, la quota di mdf grezzo e con superficie nobilitata nella produzione totale ha raggiunto rispettivamente il 49 per cento e il 51 per cento. Secondo le stime dell’Epf, il consumo europeo di mdf è diminuito del 3 per cento e nel 2022 ha superato gli 11,6 milioni di metri cubi, spinto dalla recessione economica. La Germania mantiene la sua posizione di predominanza.
Dopo due anni di calo (2019 e 2020) a causa delle chiusure pandemiche, la capacità produttiva europea di mdf è aumentata di 115mila metri cubi nel 2021, principalmente grazie a progetti di espansione in Francia e Polonia.
L’arredamento è stato il più grande segmento di utilizzo finale di mdf nel 2022, occupando il 51 per cento della quota (57 per cento nel 2021). Grazie anche al fai-da-te, le vendite al settore dell’edilizia ammontano al 14 per cento delle vendite di mdf (stabile) poco prima dei pavimenti in laminato con una quota del 19 per cento (15 per cento).
OSB
Non solo mdf, anche la produzione europea di osb si è arrestata nel 2022 e ha registrato una contrazione di quasi l’11 per cento (6,4 milioni di metri cubi). Germania e Romania continuano ad avere le maggiori capacità di produzione di osb in Europa, mentre la Polonia, dopo l’espansione nel 2017, completa ora la top 3 produttori di osb per capacità. A seguire Regno Unito, Repubblica Ceca, Irlanda e Lettonia.
Secondo Eurostat, le esportazioni extra-Ue sono diminuite del 7 per cento nel 2022 rispetto al 2021 e hanno toccato 1,32 milioni di metri cubi. Le prime cinque destinazioni extra-Ue delle esportazioni di osb nel 2022 sono state Stati Uniti (397mila metri cubi), Regno Unito (352mila), Svizzera (90mila), Cina (79mila), Giappone (53mila).
Il Regno Unito è diventato il principale fornitore di osb dell’Ue-27 (45 per cento delle importazioni extra-Ue) scalzando Russia e Bielorussia, le cui esportazioni sono diminuite rispettivamente del 54 e del 68 per cento a causa delle sanzioni derivanti dal conflitto.
Il consumo apparente europeo di osb è diminuit del 20 per cento, a fronte di un calo delle importazioni (meno 1,8 per cento) e di maggiori esportazioni (più 11 per cento) nel 2022. L’edilizia è il principale sbocco per i pannelli in osb: 80 per cento nel 2022 (stabile rispetto al 2021). A seguire le applicazioni correlate come sottopavimenti, costruzione di coperture e applicazioni portanti (pareti e soffitti). Il resto della produzione europea di osb è stato destinato alle applicazioni di imballaggio (6 per cento), all’industria delle pavimentazioni (5 per cento), all’industria del mobile (3 per cento), al bricolage (2 per cento) e ad altri usi (4 per cento).
HARDBOARD
Dopo essere leggermente aumentata nel 2018 ed essere diminuita nel biennio 2019-2020, la produzione di pannelli “duri” in Europa, Russia esclusa, è aumentata del 2,4 per cento per raggiungere un totale di 526mila metri cubi. Per l’Europa nel suo complesso, le vendite interne di hardboard hanno registrato risultati migliori rispetto alla produzione registrando un calo di appena l’uno per cento. L’85 per cento delle vendite è andato verso Unione Europea, seppure con una diminuzione del tre per cento delle spedizioni totali verso questo gruppo. Anche le vendite al resto del mondo sono calate del quattro per cento rispetto al 2021.
Il principale produttore europeo è la Russia (640mila metri cubi), dove anche la capacità è rimasta stabile, seguita dai leader Ue Polonia (140mila metri cubi) e Bulgaria (105mila metri cubi). Nel 2022 la principale applicazione dell’hardboard è stata il segmento packaging con il 25 per cento, stabile rispetto al 2021. La successiva importante applicazione è il segmento fai da te, la cui quota è passata dal 20 per cento della produzione nel 2021 al 17 per cento. Mobili, costruzioni e usi automobilistici hanno rappresentato rispettivamente il 17 per cento (15 per cento nel 2021), l’11 per cento (10 per cento nel 2021) e il 3 per cento (stabile).
SOFTBOARD
Dopo essersi fortemente contratta dell’8,6 per cento nel 2019, la produzione europea di softboard ha accelerato la sua crescita dal 5,7 per cento nel 2020 al 12,6 per cento nel 2021. La produzione ha raggiunto quindi oltre 5,6 milioni di metri cubi, superando il massimo storico di 455mila metri cubi raggiunti nel 2018. Tuttavia, la crisi energetica ha portato la produzione di pannelli morbidi a contrarsi di quasi il 9 per cento nel 2022 a causa dell’aumento dei costi di costruzione. Il softboard rigido ha rappresentato il 60 per cento (57 per cento nel 2021) dell‘output e il softboard flessibile per la parte rimanente.
Nel 2022, le vendite di softboard sono costituite principalmente da materiali da costruzione sia rigidi (37 per cento rispetto al 35 per cento nel 2021) che flessibili (31 per cento nel 2022 rispetto al 32 per cento nel 2021). I sottotappeti rigidi sono stati venduti con una quota crescente del 14 per cento (13 per cento nel 2021) e le tavole standard con una quota in calo del 6 per cento del softboard totale venduto. Il segmento rimanente bitume rigido di alta qualità e altri pannelli flessibili flessibili hanno registrato solo l’un per cento e l’11 per cento delle vendite nel 2022.
PLYWOOD
Per concludere, un breve accenno ai pannelli in compensato. Nel 2022 la produzione di pannelli in compensato è stata di quasi 3,1 milioni di metri cubi, con un calo del 2,5 per cento rispetto al 2021. La produzione complessiva di compensato europeo ha registrato un calo più marcato (meno 18 per cento) a causa della minore produzione in tutti i Paesi (Bielorussia, Russia, Ucraina), a eccezione della Turchia (più 4,8 per cento) e di altre categorie tra cui Albania, Bosnia-Erzegovina, Montenegro, Serbia e Svizzera. Nonostante una contrazione del 28 per cento, la Russia è rimasta il principale produttore in Europa rappresentando quasi la metà (46 per cento) della produzione europea totale, seguita da Finlandia, Paesi baltici, Spagna, Italia, Polonia e Francia in ordine decrescente di importanza.
Le principali applicazioni di compensato nel 2022 sono state costruzioni (38 per cento) e arredamenti (27 per cento) seguite da trasporti (13 per cento) e imballaggi (8 per cento). Il restante 14% (2% in più rispetto al 2021) è stato utilizzato per altre applicazioni.
Il consumo totale di plywood ha seguito l’andamento della produzione ed è diminuito del 2,2 per cento nel 2022, toccando a 7,11 milioni di metri cubi, guidato da una contrazione nei principali paesi consumatori Regno Unito (meno 14 per cento), Germania (meno 6 per cento) e Francia (meno 7 per cento).
IN CONCLUSIONE…
“Gli obiettivi della nostra industria sono invariati sul lungo periodo: la decarbonizzazione dell’economia e della società europea ha bisogno di più costruzioni con il legno e, in generale, di un maggiore utilizzo di materiali rinnovabili prodotti in modo circolare, economico ed eco-responsabile. I pannelli a base di legno eccellono in tutte queste dimensioni. Pertanto, il mio ottimismo nel lungo periodo rimane alto, nonostante gli ostacoli attuali, vecchi e nuovi, rimangano impegnativi”, ha concluso Brettenthaler.
A cura di Francesco Inverso
epf.org
ITALIA
E il Belpaese? Nel 2022 hanno registrato un calo tutti gli indicatori dell’industria italiana dei pannelli truciolari. Numeri al ribasso che – chiaramente – hanno risentito della situazione economica generale. Nonostante una diminuzione della produzione di pannelli truciolari (meno 9,9 per cento rispetto al 2021) a 2,75 milioni di metri cubi, l’Italia si conferma il quarto produttore in Europa dopo Germania, Polonia e Francia.
Poiché le importazioni sono diminuite a un ritmo leggermente superiore alle esportazioni (meno 6,2 per cento delle prime contro il meno 5,6 per cento delle seconde, ndr.), l’Italia ha ridotto la sua posizione di importatore netto di pannelli truciolari da 468mila metri cubi nel 2021 a 435mila metri cubi nel 2022. Un calo registrato in particolare nella seconda metà dell’anno, il che suggerisce come il consumo apparente italiano di pannelli truciolari sia diminuito del 9,5 per cento a quasi 3,2 milioni di metri cubi.
Il consumo italiano di mdf è aumentato per la prima volta dal 2018, nel 2021, con un aumento del 15 per cento (per un totale di 1,15 milioni di metri cubi) grazie a una forte domanda da parte dei suoi usi finali di mobili. Tuttavia, la situazione è cambiata nel 2022 con il consumo di mdf in calo dell’8,7 per cento (1,05 milioni di metri cubi prodotti).
La capacità di produzione di pannelli in mdf della filiera italiana è 210mila metri cubi, mentre quella di osb è di 130mila.
La produzione italiana di compensato è aumentata leggermente (più 0,7 per cento) nel 2022, toccando i 288mila metri cubi prodotti, di cui circa il 95 per cento è rappresentato dal compensato di pioppo.
I principali mercati dell’Unione Europea per il compensato italiano sono Germania, Francia, Paesi Bassi, Regno Unito e Austria. Le importazioni italiane di compensato (meno 4 per cento) hanno seguito la tendenza al ribasso dei consumi interni (meno 2 per cento). Poiché le esportazioni sono diminuite a un ritmo simile alle importazioni, la posizione di deficit commerciale dell’Italia nel compensato si è stabilizzata a 252mila metri cubi nel 2022. Circa il 69 per cento delle importazioni proviene da regioni extra Ue, il restante da altri paesi dell’Ue.