Tecnici, imprenditori e operatori della filiera legno-arredo si sono ritrovati oggi a San Giovanni al Natisone, nella sede di Catas, per celebrare il trentesimo anniversario dalla nascita dei CQA-Catas Quality Award, la certificazione di prodotto rilasciata dal laboratorio.
A oggi sono 200 le produzioni certificate da Catas, sulla base di specifici e rigorosissimi criteri, in tema di emissione di formaldeide, vernici e profili per serramenti e – in tempi più recenti – arredo “Made in Italy”.
“Catas ha saputo sempre rispondere in modo propositivo ed efficace alle necessità del mondo produttivo friulano, italiano e internazionale”, ha dichiarato Lucia Cristina Piu, presidente di Catas nell’aprire i lavori. “Questo è sempre stato, sin dalle sue origini, il modo di porsi di Catas nei confronti delle Imprese e del territorio. In questo solco si colloca anche il CQA-Catas Quality Award, allorchè si decise di sintetizzare le sin lì maturate profonde conoscenze e competenze nella realizzazione, appunto, di questo severo percorso di prova. Ciò fu fatto sulla base delle normative nazionali e internazionali, all’espresso scopo di mettere le imprese nelle condizioni di ottenere un certificato di qualità del proprio prodotto. Il nostro certificato ha corrisposto alle esigenze manifestate e ha permesso a molti imprenditori di esportare nei mercati più esigenti e di acquisire importanti commesse per il Friuli Venezia Giulia e l’Italia”.
Sono una cinquantina le realtà – italiane e straniere – che hanno scelto di certificare CQA i propri prodotti e molte di loro si sono ritrovate oggi non solo per festeggiare la ricorrenza, ma soprattutto per avere modo di approfondire i contenuti e le qualità della certificazione di Catas.
“Questa giornata ha per noi un significato particolare”, ha poi aggiunto Franco Bulian, direttore di Catas. “È passata molta acqua sotto i ponti da quando, nel 1990, eravamo il laboratorio di riferimento per le prove sulle emissioni di formaldeide per conto di un famosissimo istituto tedesco. Tre anni dopo, spinti da diversi produttori italiani, decidemmo di “metterci in proprio” e di strutturare un nostro percorso di certificazione, sempre sulla base di regole internazionali. Un successo che ci ha poi portato a mettere a fuoco le conoscenze maturate nei prodotti vernicianti (a oggi sono una quarantina le vernici per esterni e interni certificate da Catas in Italia e all’estero), nei profili lamellari per la produzione di serramenti e dal 2018 nella certificazione dell’origine italiana del mobile “Made in Italy by Catas”.
Nel suo intervento Bulian ha inoltre sottolineato come la certificazione di Catas – nata, come già ricordato, da una precisa e forte necessità delle aziende – abbia una triplice valenza: tecnica, perché basata su prove; oggettiva, perché i requisiti sono descritti da regolamenti di certificazione e norme nazionali e internazionali, e distintiva, perché pone immediatamente il prodotto certificato in una posizione di rilievo rispetto ad altri.
Ha poi preso la parola Lorena Riul, responsabile dell’organismo di certificazione CQA, che ne ha ripercorso le tappe più significative, illustrando la valenza oramai riconosciuta a livello mondiale del marchio e una importante novità che sarà lanciata proprio in questi mesi, ovvero la possibilità di accompagnare il prodotto certificato con un codice QR che permetterà all’utilizzatore o al consumatore finale di tracciare la qualità del prodotto che sta acquistando.
Sandro Ciroi, referente delle attività di certificazione relative alle emissioni di formaldeide, ha sottolineato quanto questa materia sia oggetto di una continua evoluzione, con limiti sempre più severi. Il marchio CQA-Catas Quality Award è una garanzia anche a questo proposito, in quanto il produttore sa che la certificazione ottenuta dalla sua produzione risponde a tutti i requisiti legislativi, normativi e di mercato di cui Catas segue il continuo aggiornamento.
Dalle vernici per esterni (in collaborazione con il prestigioso istituto tedesco WKI-Fraunhofer Institute for Wood Research) a quelle per interni, fino alle vernici antibatteriche. Questo il percorso di cui ha parlato Alessia Matellon, referente delle certificazioni dei prodotti vernicianti. “Grazie al continuo rapporto tra il nostro laboratorio e le aziende – ha detto Matellon – emergono spesso argomenti, potenzialità e problematiche che sono poi discussi ai tavoli della normazione nazionale e internazionale; un vantaggio indubbio per le aziende certificate, che possono così conoscere con grande anticipo quali potranno essere le “sfide” attraverso le quali garantire al mercato una qualità sempre più elevata e riconosciuta”.
Simone Poletto, referente certificazione profili lamellari, ha poi sottolineato la riconosciuta valenza del legno e dei suoi derivati come prodotti duraturi e perciò sostenibili, a patto che siano lavorati “a regola d’arte”. A tal fine, la certificazione CQA-Catas Quality Award diventa stimolo per una “ricerca” non accademica ma legata all’esperienza, permettendo in questo modo alle aziende del comparto di avere risposte concrete alle loro problematiche quotidiane.
Marco Indovina, referente certificazione “Origine italiana del mobile by Catas”, ha ricordato come la più recente delle certificazioni Catas abbia origini lontane, da quel 1991 quando un notissimo mobilificio coinvolse l’istituto friulano proprio su questi argomenti. “Certificare il prodotto finito è indubbiamente complesso”, ha sottolineato Indovina. “L’esperienza cinquantennale di Catas in tutto ciò che è connesso all’industria del legno e del mobile, aver definito un percorso di certificazione prima per i pannelli, poi per le vernici e i semilavorati ci hanno permesso di arrivare allo schema di certificazione “Made in Italy by Catas” che – di fatto – riassume tutte le conoscenze, le esperienze, la storia dei CQA, mettendo a punto un protocollo che per la prima volta ci mette in relazione diretta con il consumatore finale”.
A Daniele Bergamasco – vicedirettore Catas, responsabile del reparto analisi chimiche e ispettore CQA – il compito di chiudere i lavori, prima del momento conviviale al Castello di Spessa.
Bergamasco si è confrontato con i presenti su quello che potrebbe essere il futuro della certificazione, sulla necessità avvertita da sempre più parti e in un crescente numero di mercati di “prodotti sicuri” da ogni punto di vista. “Una storia nella quale si innestano necessariamente nuovi capitoli – ha detto Bergamasco – che saranno sempre più connessi al grande tema della sostenibilità, e non è un caso che Catas si sia impegnato sul fronte della misurazione del LCA-Lyfe Cycle Assessment, e delle emissioni di componenti volatili. Dunque un contesto sempre più “green” che non sia solo di facciata, ma sostenuto da test e valori incontrovertibili”.