Crediamo possa essere riassunta in questa frase quella che potremmo definire l’”etica” di Working Process, realtà specializzata nella produzione di macchine e line ad alta automazione per la produzione di serramenti che in poco più di un ventennio si è conquistata un posto al sole nella classifica dei marchi più prestigiosi nel comparto.
Era da tempo che volevamo incontrare Massimo Schiavetta, ma impegni ed eventi ci hanno sempre impedito di fare quattro chiacchiere in tutta tranquillità, lasciando da parte i “soliti” discorsi su una particolare tecnologia o su la più recente, importante commessa.
Avevamo voglia di chiacchierare con lui – che è certamente l’anima ed il cuore “tecnico” di Working Process (e non solo…) – per capire come l’azienda di cui è contitolare sia riuscita a mischiare le carte, a proporre un vero e proprio “modello tecnico” diverso da quello di tutti gli altri (fino a che gli altri non hanno compreso che questa era una strada giusta, forse la più giusta…), come immagina il futuro di questo segmento, cosa si è lasciato dietro le spalle.
E ci siamo riusciti – grazie ai buoni uffici di Filippo Schegginetti, partner e responsabile marketing e comunicazione dell’azienda – solo “incastrandolo” in un rarissimo momento di pausa in una delle più recenti fiere a cui Working Process ha partecipato, promettendogli che saremmo stati velocissimi.
E così in una decina di minuti o poco più abbiamo messo su carta, ma sarebbe meglio dire sul nastro del nostro registratore, una serie di idee, di affermazioni, di convinzioni, di scelte che siamo certi leggerete con grande attenzione…
VISIONE
“Working Process è da sempre nelle “alte tecnologie”, se possiamo utilizzare questa definizione, un segmento di mercato che per quanto mantenga una certa quota di imprevedibilità risponde comunque a strategie e programmi di investimento che non guardano strettamente al momento contingente ed è questo che, anche in un momento “riflessivo” come l’attuale, ci permette di avere un portafoglio ordini ancora molto importante.
Una situazione che riflette quello che è anche il nostro modo di essere: scegliere di investire sempre, di non fermarsi mai, nemmeno nei momenti di “stanca”, per poter poi essere i primi a ripartire!
In altre parole siamo i partner delle realtà che vogliono avere gli strumenti per differenziarsi, di coloro che non pensano solo a poter disporre di tecnologie con le quali ottimizzare la produzione, ma che vedono nelle nostre tecnologie lo strumento per fare una qualità assoluta che aiuti a vendere meglio i propri prodotti e permetta di poter proporre idee sempre nuove”.
Siete considerati fra coloro che hanno rivoluzionato il comparto del serramento…
“A dire la verità ci siamo limitati a scommettere sulla nostra visione, sul nostro modo di intendere la produzione del serramento. Una modalità che venti, trent’anni fa sembrava assolutamente scorretta e non coerente, ma che ha poi invece dimostrato quanto siamo stato capaci di leggere il futuro, di capire in quale direzione sarebbe andato il mercato.
Siamo stati i pionieri di un nuovo modo di produrre serramenti a cui si sono a poco a poco adeguati sia i costruttori di macchine che i serramentisti, al punto da diventare il sistema produttivo di riferimento.
In tanti, se non tutti, nel corso degli anni ci hanno seguito su questa strada, per quanto i gap tecnologici non possano essere cancellati nel giro di qualche giorno, specialmente se chi segna il sentiero ha la volontà e la forza di non fermare mai l’innovazione, di ribadire la volontà di poter sempre mostrare un concreto vantaggio competitivo rispetto ai concorrenti. Vede, in Working Process siamo sempre pronti per quello che sarà lo step successivo…”.
Ma il mondo del serramento è pronto ad affrontare investimenti che si sono fatti più importanti, che potrebbero non essere per tutte le tasche…
“Mi lasci dire che il mondo del serramento si è letteralmente innamorato di questo modo di produrre e non certo perchè noi ne siamo stati i promotori, ma perchè si è subito compreso che questa “rivoluzione intelligente” avrebbe dato uno scossone a un settore rimasto troppo indietro e che stava perdendo importanti posizioni, perchè legato a un “saper fare” che veniva ogni giorno meno. Produrre serramenti in legno significa conoscere la materia prima, come deve essere lavorata, trattata. Una scelta sempre più impegnativa in un mondo in cui i giovani che vogliono fare del legno la propria professione sono sempre meno.
Noi abbiamo studiato un sistema che portasse il legno più vicino all’alluminio o alla plastica. Abbiamo scelto il nostro nome – Working Process, ovvero “processi di lavorazione” – perchè è il processo, la produzione vista nel suo insieme l’oggetto del nostro interesse, della nostra ricerca: vogliamo eliminare le differenze e raggiungere un livello di automazione importante, riducendo gli operatori e la necessità di avere tante macchine diverse per fare un unico prodotto finale.
Ce l’abbiamo fatta. Lo dicono coloro che hanno comperato le nostre soluzioni, raccontandoci che la macchina, l’impianto che hanno realizzato con noi richiedono un limitato apporto da parte degli operatori. Al massimo una, due persone, liberando energie da dedicare ad altre attività che nel corso degli anni sono diventate sempre più importanti, come la vendita, il marketing, la presenza sul territorio, il montaggio, l’assistenza…
E parliamo di tecnologie che possono realizzare serramenti di forme assolutamente diverse, praticamente senza alcun limite, realizzati con una precisione geometrica e una qualità della finitura che in fase di verniciatura e assemblaggio diventano un plus fondamentale”.
“Non abbiamo segreti particolari – prosegue Schiavetta – se non aver scelto di partire non dal prezzo che una macchina deve avere per essere venduta, ma dalla volontà di creare un processo che permetta di pensare al prodotto finito, a ciò che il cliente finale desidera o l’architetto propone piuttosto che al come realizzarlo.
Abbiamo capito che per “ridare fiato” al serramento in legno dovevamo guardare lontano, definire strumenti per costruire finestre con caratteristiche che fossero molto diverse dal passato e che avevano di fatto messo in crisi la materia prima legno. Siamo partiti da queste considerazioni per disegnare la nostra prima macchina e lo abbiamo fatto in un momento di forte complessità di questo mercato, sicuri che quello che avevamo da dire ci avrebbe fatto ascoltare da molti.
Un percorso che non è certo stato facile, ma che abbiamo perseguito con grande volontà e soprattutto con idee molto chiare, partendo dalle nostre filosofie “7P” (vedi riquadro a pagina 00, ndr) e “MPE-Maximum profit everywhere”, in ogni fase di lavorazione.
Conciliando questi due principi per noi ispiratori abbiamo scelto la strada da percorrere e con il passare degli anni si sono riempiti di nuovi significati, primo fra tutti il tema “green”, perchè da sempre prestiamo la massima attenzione a scegliere soluzioni che possano innanzitutto ridurre le necessità energetiche dei nostri impianti, ma anche e soprattutto il ricorso ad altre macchine, abbattendo notevolmente i consumi di energia”.
Signor Schiavetta, non mi ha ancora detto se questo è per tutte le tasche…
“Ha ragione, ma non potevo rispondere senza prima averle illustrato il nostro cammino: acquistare le nostre tecnologie richiede certamente un investimento importante che oggi non è alla portata solo delle grandi aziende. C’è indubbiamente una soglia di ingresso, ma più bassa di quanto si possa pensare, perchè abbiamo saputo rispondere a una domanda importante, ovvero quale fosse la “tecnologia minima” che potevamo proporre senza snaturare la nostra visione. Abbiamo visto che scendere al di sotto di un certo livello ci avrebbe impedito di offrire ai nostri clienti una tecnologia che li mettesse veramente in grado di lavorare in modo nuovo e da lì siamo partiti per definire risposte diverse, studiate per permettere a tutti di attrezzarsi in modo certamente differente ma ottenendo sempre un risultato intelligente, capace di traghettare le imprese di qualsiasi dimensione in scenari del tutto nuovi: aziende ad alta automazione, con poco personale, grande flessibilità, iper-competitività sul mercato”.
Ma qual è stata la vostra intuizione più importante, quella che ha dato il “la” a Working Process?
“Capire che la tecnologia in assoluto più evoluta è sempre l’uomo e che dunque bastava fare una macchina che avesse caratteristiche il più possibile simili, dotata di pinze che emulassero le mani, capaci di fare movimenti costanti, dinamici, con pressioni variabili; manipolatori che sono le nostre braccia, teste operatrici che riproducono e amplificano la flessibilità e la capacità di adattarsi a qualsiasi situazione del nostro corpo. Macchine, mi permetta di aggiungerlo, che inizialmente possono anche costare più di altre ma che poi, sul medio e lungo periodo, magicamente arrivano a essere le più economiche”.
E adesso? Cosa resta da fare?
“Rispondiamo sempre alle richieste dei clienti, del tempo che viviamo. Stiamo vivendo una stagione in cui è importante ottimizzare i prodotti, orientarli verso un pubblico sempre più ampio, lavorando sui differenziali di prezzo che un materiale come il legno ancora ha.
L’unica certezza è che ogni ulteriore passo in avanti dovrà vedere la collaborazione di tutti gli attori coinvolti: il serramento in legno di domani vedrà certamente il prima fila i produttori di tecnologia, ma al loro fianco ci saranno i costruttori di ferramenta, piuttosto che di vetro. Una evoluzione importante non può mai essere creata da uno solo, ma serve che tutti decidano di orientarsi, insieme, verso qualcosa di nuovo. Esattamente quello che è accaduto quando nel 2000 siamo riusciti a convincere il mercato che alcune cose andavano cambiate e ci abbiamo lavorato insieme ad altri che, come noi, hanno creduto che fosse possibile fare qualcosa di veramente diverso…”.
a cura di Luca Rossetti
working-process.com
Le “7 P” di Working Process
In sette definizioni, tutte che iniziano con la lettera “P”, può essere riassunta la filosofia di Working Process: Pre-finito, Pre-fresato, Pre-squadrato, Preparato, Perfezione, Profitto e Performance.
Leggi il numero di 2/2024 di Xylon dedicato al focus tecnologie in vista di Xylexpo!